Ancora un agguato mortale alla periferia di Napoli. Raffaele Abete, fratello di Arcangelo, esponente di una delle famiglie malavitose uscite vincenti dalla faida per il controllo delle piazze dello spaccio, è stato ucciso la scorsa notte davanti a un bar con tre colpi di pistola alla nuca. A scatenare la guerra, la frattura interna al clan degli scissionisti culminata il 23 agosto scorso con l'omicidio di Gaetano Marino davanti a uno stabilimento balneare di Terracina, sul litorale laziale
La vittima è un 17 enne di origine magrebina. All’alba di questa mattina stava percorrendo in bici una strada di Pieve Cesato, insieme ad altri tre ciclisti. Nulla da fare per il ragazzo, all’arrivo del 118. I tre compagni sono stati trasportati in ospedale con ferite lievi. Non è stato ancora identificato il mezzo che li ha investiti
Raffaele Abate, 42 anni, raggiunto dai killer nella notte all’uscita di un bar, era il fratello del boss detenuto Arcangelo Abete, capo dell’omonimo clan. È stato colpito tre volte alla testa. Aveva precedenti penali per associazione a delinquere e rapina. Il gruppo camorristico a cui appartiene si oppone a clan degli scissionisti in lotta per la supremazia nel quartiere napoletano
Non convince la testimonianza dei sopravvissuti salvati giovedì scorso dalle acque al largo di Lampione. Nessuna traccia in mare dei rottami dell’imbarcazione su cui avrebbero viaggiato. Il procuratore aggiunto Roberto di Natale non esclude l’ipotesi che i migranti siano stati gettati in mare da una imbarcazione che poi si sarebbe allontanata. Resta il mistero sulla telefonata che avrebbe annunciato loro la presenza lanciando l’sos
Il falso allarme bomba nella fabbrica di Portovesme, dove una telefonata anonima aveva annunciato la presenza di un ordigno poi risultato innocuo, è un messaggio inquietante ed è il sintomo di un disagio occupazionale da non sottovalutare, ma “l’Italia tiene”. E’ il messaggio del ministro dell’Interno Cancellieri. Interviene anche il ministro Passera, sulla difficile situazione occupazionale nella regione: “Non si può abbandonare una zona intera del Paese”
La salma avvistata davanti Capo Grecale. Potrebbe trattarsi della seconda vittima del naufragio che due notti fa ha coinvolto un barcone con circa 130 migranti. In 56 sono stati salvati dalla Capitaneria di porto. Nessuna notizia sulla sorte degli altri 70: si teme per la loro vita. Ma potrebbe anche trattarsi del corpo di un membro dell'equipaggio del motopesca Giuseppe Schiavone, di Mazara del Vallo, caduto in mare giorni fa, 30 miglia a sud est dell'isola
Le verifiche degli artificieri hanno escluso che gli 8 candelotti, trovati a seguito di due telefonate anonime a redazioni giornalistiche, potessero esplodere. La scatola cui erano collegati da fili elettrici era piena di mastice e non poteva funzionare da detonatore. Alta la tensione per la difficile vertenza sullo stabilimento. Sono scesi dal silos i 3 operai che protestavano da giorni. Proclamato per lunedì uno sciopero in contemporanea con il vertice decisivo al ministero dello Sviluppo
La polizia ha trovato 8 candelotti di esplosivo, legati insieme quattro a quattro. Gli involucri erano sistemati a due dei lati della struttura. Gli artificieri all’opera per verificare se l'ordigno ha un innesco. Tutta l’area era stata messa subito in sicurezza in seguito al messaggio lasciato a due redazioni da una voce femminile dal lieve accento straniero. Proclamato per lunedì uno sciopero in contemporanea con il vertice decisivo al ministero dello Sviluppo. Scesi dal silos i 3 operai
“Non c’è un allarme sbarchi, la vera emergenza sono i morti in mare” Così Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Il ministero degli Esteri tunisino intanto conferma la partenza di una nave con a bordo più di un centinaio di persone. La magistratura di Palermo indaga sull’ipotesi che siano stati gli stessi scafisti a gettare in mare i migranti prima di raggiungere a largo di Lampedusa.
Stavano effettuando fotorilievi per delle immagini che avrebbero fornito a Google Maps, le due persone a bordo dell'aereo schiantatosi a Ciampino. È quanto si apprende da fonti investigative che indagano sulla vicenda. Le due vittime dell'incidente sono Antonio Savoldi, di 39 anni, originario di Brescia, e Alfred Segariol, cinquantenne originario di Trieste e residente a Bologna. I due erano partiti da Brescia e diretti all'aeroporto dell'Urbe