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Giovani e MenoGiovani a Londra: l’uso della Rete

IN: blog giovani web wifi
21/03/13
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So, don't just tweet...

Ho vissuto un mese e mezzo a Londra, senza 3G. Non pensate che mi sia trovato male, lo usavo poco anche in Italia, dove una promozione sugli SMS mi aveva messo all’angolo offrendomelo gratis – o perlomeno così mi hanno fatto credere. Sono uno di quelli che ha scoperto in ritardo gli smartphones, gli abbonamenti internet e Whatsapp, e non ho un telefono col touch screen, mi ci intrigherei, con le dita che mi ritrovo.
Adesso che mi avete inquadrato, sappiate che, una volta atterrato a Londra, ho preso la scheda di una compagnia telefonica senza abbonamenti, tornando al pay-as-you-go, non ho fatto contratti e ho eliminato Whatsapp.
Poco dopo, girando per la capitale inglese ho scoperto che in media ogni 20 minuti il telefono trova comunque come connettersi ad internet tramite qualche rete WiFi disponibile e gratuita. Fino a poco tempo fa ci si poteva collegare anche nell’unico punto in cui il cellulare non avrebbe modo di ricevere il segnale: nelle stazioni underground della metropolitana; adesso ci sono delle restrizioni relative a compagnie telefoniche, abbonamenti e varie iscrizioni da fare.

Come in Italia, ogni casa ha una connessione ad internet ADSL o a Fibra Ottica, offerta ormai da molte compagnie di broadband inglesi. Tutti i membri delle famiglie, compresa buona parte dei nonni, usano la rete, soprattutto per servizi di news, posta elettronica e bancari, mentre è molto frequente per i giovani la ricerca di lavoro grazie ad offerte su siti internet o tramite le varie application da compilare per le grandi catene di locali.

Moltissimi fast-food, locali, biblioteche, musei, stazioni e altri luoghi pubblici hanno la WiFi gratuita e liberamente accessibile senza iscrizioni, di conseguenza moltissime persone si affidano a questi posti per sfruttare la connessione e il traffico dati ed è molto frequente incontrare ragazzi con i propri laptop o tablet che studiano e scrivono mentre sorseggiano un caffè o un tè nelle grandi catene di bar, seduti al tavolo.

Gli Internet Point sono usati perlopiù da immigrati, compresi quegli italiani sul lastrico a cui hanno staccato la linea telefonica in seguito all’ennesima bolletta non pagata, ma soprattutto da extracomunitari e spesso sono anche gestiti dagli stessi, come la maggior parte degli Off-Licence.
Leggendo fin qui penserete: beh, sì, più o meno come in Italia – se lo avete pensato, vi conviene continuare a leggere.
La vera differenza infatti sta nell’efficienza e nel bacino di utenti che la rete e le nuove tecnologie coinvolgono: quando dico efficienza intendo per esempio nella ricerca lavoro: come già detto, molte catene di bar, ristoranti, pub si affidano alle application da compilare su internet e spedire direttamente alle sedi, oppure da stampare e consegnare nelle varie filiali, ed entro due-tre settimane (dipende dai periodi) vieni contattato da qualcuno che ti spiega cordialmente che devi fare una interview o che non servi assolutamente al suo locale. Un altro servizio ottimo riguarda la viabilità e i trasporti: la metro di Londra è la più vecchia del mondo, ma anche la più soggetta a lavori di manutenzione, dunque ogni fine settimana ci sono restrizioni sulle linee. In Italia succederebbe il finimondo, nella capitale inglese invece basta controllare su Google Maps la mattina prima di uscire di casa, e già ti viene detto il percorso da fare, i tratti chiusi e i servizi ausiliari speciali per il week-end.

Per bacino di utenti intendo invece il raggio di età coinvolto nella rete: non so voi, ma fino ad ora non avevo mai visto un settantenne che legge gli e-book, scaricati a casa, in un treno della metro, oppure over50 discutere e confrontarsi sui vari aggiornamenti delle App, delle differenze tecniche dei vari modelli di smartphones, giochi e record raggiunti (!) nei vari prodotti Apple.

Ho una teoria per questo fenomeno di adulti tecnologizzati.
Mi ricordo quando mio padre nel Natale 2011, venne premiato con un Ipad in seguito ad una gara aziendale: i miei genitori non sapevano dove mettere le mani. Oggi, a distanza di un anno e mezzo, controllano le loro mail, mi chiamano su Skype quando sono lontano, addirittura si collegano alla loro posta elettronica dal telefono, e il fine settimana o alla sera, per rilassarsi, giocano o navigano su internet: a distanza di poco tempo e di poco uso (è stato monopolizzato da mia sorella) mia mamma distrugge la frutta con la velocità e l’efficienza di un Ninja, il solitario non ha più segreti per lei, mentre babbo mette musica su Youtube e se lo porta in giro per casa, a seconda dei lavoretti che deve fare.
I miei genitori hanno fatto di necessità virtù: forse è solo questione di tempo e di esigenze, prima che tutti i nostri “vecchi” diventino tecnologici, col passare degli anni e dei bisogni anche loro si troveranno a parlare di App e di aggiornamenti, certo rimarranno comunque un po’ indietro rispetto agli “squali” londinesi, ma d’altra parte di là della manica si parla di 4G in 20 città dalla fine del 2012, nel Bel Paese funziona, male, in quattro.

Lorenzo Rossi

postato da: avena

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