Berlusconi, sì al legittimo impedimento:
"Impegnato nei colloqui per il governo"
Processo Mediaset rinviato al 20 aprile. La Corte d'appello ha respinto l'istanza di sospensione in attesa che la Cassazione si pronunci sul trasferimento a Brescia per legittima suspicione. Il pg aveva chiesto due 'no'
Silvio Berlusconi
Con la decisione di riconoscere il legittimo impedimento di Silvio Berlusconi, ma non dei suoi difensori, e di aggiornare l'udienza al 20 aprile, la Corte d'appello di Milano anche se non ha formalmente sospeso il processo sul caso Mediaset, di fatto lo ha fermato per un mese. Una pausa che peraltro riguarda anche i tempi di prescrizione del reato, concessa nelle more del responso della Cassazione sull'istanza di rimessione per legittimo sospetto che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere trattata il 18 aprile.
Sono state accolte quindi a metà le richieste presentate stamane in aula dall'ex premier e dai suoi legali e affidate alle parole di una giovane avvocatessa cui è toccato sostituire gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, assenti per via degli appuntamenti romani del Pdl: prima la riunione dell' ufficio di presidenza con al centro l'esito delle consultazioni per la formazione del nuovo governo e poi, nel pomeriggio, la manifestazione in piazza del Popolo. Berlusconi alle 14.30 aveva convocato l'ufficio di presidenza del Pdl nella sua residenza romana a Palazzo Grazioli. L'agenzia Dire riferisce però che c'erano tutto i big del partito - da Denis Verdini a Fabrizio Cicchitto, da Roberto Formigoni a Stefania Prestigiacomo e Antonio Tajani - tranne l'ex premier: sembra che stesse riposando, secondo la stessa fonte, e nessuno se l'è sentita di disturbarlo. La riunione sarebbe così durata soltanto una ventina di minuti.
Tornando all'udienza, Lisa De Furia, questo il nome dell'avvocato nominato come
sostituto, in apertura di udienza ha insistito con la richiesta di fermare il processo in vista del giudizio della Suprema corte, "questione preliminare e assorbente le altre", e in seconda battuta di accogliere il legittimo impedimento fatto valere dal Cavaliere e dalla sua difesa. L'avvocato generale Laura Bertolè Viale si è opposto a entrambe le istanze. Il pg, richiamandosi in particolare a due ordinanze della Consulta, ha osservato che in casi come questo i giudici hanno solo l'obbligo di non emettere sentenza e, pertanto, vista la fase così delicata in cui è arrivato il dibattimento (mancano le arringhe di un paio di difese e le dichiarazioni spontanee di due imputati), ha rilanciato chiedendo di sospendere "a discussione finita e prima di entrare in camera di consiglio perché è inutile arrampicarsi oltre".
Dopo un'ora di camera di consiglio, la decisione della Corte: nessuno stop prima che la Cassazione si esprima sulla richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, ma un lungo rinvio riconoscendo che l'impegno di Berlusconi "va inquadrato in un contesto istituzionale", dato il particolare momento politico per la vita del Paese. E se il verdetto non ci sarà, all'udienza del 20 aprile si discuterà della sospensione. Per il duetto Ghedini e Longo, invece, niente legittimo impedimento. Una soluzione, quella dei giudici del processo Mediaset che pare inserirsi nel solco tracciato dal presidente Giorgio Napolitano all'indomani dell'assalto del Palazzo di giustizia da parte dei parlamentari del Pdl.
Il capo dello Stato da una lato aveva espresso il suo rammarico per la manifestazione anti toghe e chiesto all'ex premier "senso del limite e della misura"; dall'altro aveva raccomandato il rispetto reciproco per evitare tensioni e giudicato comprensibile la preoccupazione dei pidiellini di vedere garantito che il loro leader potesse partecipare alla vita politica e istituzionale. Con questa premessa un mese di pausa, quindi, permetterebbe a Berlusconi di partecipare alle trattative per la formazione del nuovo governo e per la nomina del successore di Napolitano senza il peso, al momento, di metà dei suoi guai giudiziari. L'altra metà invece verrà affrontata lunedì prossimo, alla ripresa del processo Ruby, dove la difesa replicherà il copione andato in scena per il caso Mediaset.