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E se il prof twitta durante l’esame?

08/02/2012 catepol One comment
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TweetShareAll’università di Cardiff scoppia il #tweetgate a causa dell’uso/abuso di Twitter durante un esame. Fonte: un newspaper indipendente degli studenti, prendiamo la cosa con le pinze. Stavolta non è colpa degli studenti. No, Twitter non è stato usato da loro come veloce strumento (più degli SMS) per passarsi le risposte dell’esame in corso. Come verrebbe [...]

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Ridursi così dopo 8 anni di Facebook…

06/02/2012 catepol No comments
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TweetShareCome ci siamo ridotti dopo 8 anni di Facebook? Così… Enjoy! Tweet

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La storia delle tecnologie didattiche (fino al 2000) in un video

05/02/2012 catepol No comments
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TweetShareLa storia delle tecnologie didattiche in un video, peccato arrivi solo all’inizio del nuovo millennio e quindi si ferma alle prime LIM. Me lo appunto qua, può essermi utile. Tweet

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Che io sappia…

04/02/2012 catepol 4 comments
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TweetShareIn merito alla questione sospensione attività didattiche a Roma da parte del Sindaco Alemanno, c’è qualcosa che non quadra. Chi lavora nella scuola dovrebbe aver già fatto la stessa riflessione che sto facendo io. Il Sindaco e il Prefetto decidono la chiusura delle scuole (e degli uffici). Chiusura. Gli alunni non devono andare a scuola. [...]

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E se il prof twitta durante l’esame?

08/02/2012 catepol One comment
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All’università di Cardiff scoppia il #tweetgate a causa dell’uso/abuso di Twitter durante un esame. Fonte: un newspaper indipendente degli studenti, prendiamo la cosa con le pinze.

Stavolta non è colpa degli studenti. No, Twitter non è stato usato da loro come veloce strumento (più degli SMS) per passarsi le risposte dell’esame in corso. Come verrebbe subito da pensare. No.

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C’è una indagine in corso su uno dei membri della commissione esaminatrice. Uno dei prof, in pratica. Il giovane ricercatore/collaboratore/assistente ha pensato bene, per passare il tempo durante lo svolgimento della prova, di twittare.

Niente di male, se non che twittasse dell’esame, dalla sede dell’esame. E che ci aggiungesse suoi personali commenti su studenti e studentesse.

“Student 22 is very cold… But if she will wear a mini-skirt and heels to an exam in January.”

“Student 20 just asked to go to toilet. She went just before the exam. Coffee fuelled emergency cramming I reckon.”

“I never realised exams were so loosely regulated e.g. leaving me in charge of one. It’s disgraceful, really.”

L’assistente è un utente Twitter prolifico, uno da più di 21.000 tweet scritti e inviati, per capirci. Ok twittare la qualunque (non dovrei essere proprio io a dirlo, visti i miei numeri su Twitter) ma esprimere commenti personali e giudizi sugli studenti che svolgevano l’esame, non è proprio il massimo della correttezza.

Non s’è capito se i tweet siano stati inviati durante la prova o dopo, lo dirà l’esito dell’indagine. L’Università di Cardiff prevede il divieto di uso di telefonini e smartphone durante gli esami scritti e basta. Abbastanza ovvio che le linee guida del Senato Accademico non prevedano, al momento, la regolamentazione dell’uso di Twitter durante gli esami. Questo episodio potrebbe aprire riflessioni in merito. Chi vigila sull’esame non dovrebbe a sua volta usare il telefonino e men che meno Twitter, forse l’Università si organizzerà, adesso.

Gli strumenti di comunicazione evolvono più velocemente dei regolamenti, si sa.

Gli studenti, da parte loro, sono offesi non per il fatto che l’assistente abbia twittato durante l’esame ma per l’ironia e i commenti espressi su ognuno di loro. Erano là per essere giudicati per i contenuti della prova d’esame e sulla loro preparazione, non per le minigonne che indossavano.

Non hanno tutti i torti.
Ora resta da vedere se le policy d’uso dei social (non solo per gli studenti) in sede d’esame (e in che modo) verranno o meno regolamentate.

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Ridursi così dopo 8 anni di Facebook…

06/02/2012 catepol No comments
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Come ci siamo ridotti dopo 8 anni di Facebook?
Così…

Enjoy!

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La storia delle tecnologie didattiche (fino al 2000) in un video

05/02/2012 catepol No comments
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La storia delle tecnologie didattiche in un video, peccato arrivi solo all’inizio del nuovo millennio e quindi si ferma alle prime LIM.

Me lo appunto qua, può essermi utile.

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Che io sappia…

04/02/2012 catepol 4 comments
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In merito alla questione sospensione attività didattiche a Roma da parte del Sindaco Alemanno, c’è qualcosa che non quadra. Chi lavora nella scuola dovrebbe aver già fatto la stessa riflessione che sto facendo io.

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Il Sindaco e il Prefetto decidono la chiusura delle scuole (e degli uffici).
Chiusura. Gli alunni non devono andare a scuola. I genitori non ce li possono portare. Anche il personale non lavora.

Il Dirigente Scolastico decide la sospensione delle attività scolastiche (nel suo Istituto).

In caso di SOSPENSIONE delle attività scolastiche, sempre il Dirigente Scolastico (nel suo solo Istituto) stabilisce il contingente, tra il personale, che deve assicurare i servizi essenziali a scuola.
Cioè, attraverso una circolare del Dirigente, stabilisce quanti e chi, tra il personale, deve garantire i servizi minimi (in presenza di minori, ovviamente, mica per altri motivi).

Volendo fare anche il pelo, il servizio essenziale riguarda il personale ATA. Personale docente ed educativo coinvolto solo se l’Istituto, la scuola, è un Convitto Nazionale / Educandato (ergo gli alunni ci mangiano e ci dormono e quindi, in caso di neve, in caso di sciopero, possono non poter rientrare a casa, non possono essere messi in mezzo ad una strada, essendo minori).

Mi chiedevo, dato che sindaco + prefetto sono quelli che CHIUDONO le scuole, mentre i Dirigenti Scolastici sono quelli che SOSPENDONO le attività didattiche nelle singole scuole (non viceversa), Alemanno come ha potuto sospendere l’attività didattica lasciando le scuole aperte?

Ha in pratica deciso che gli alunni erano giustificati se non ci andavano, mentre i prof dovevano garantire l’apertura e il servizio…metti caso un genitore non sapeva dove parcheggiarli.
Nella singola scuola il Dirigente ha diramato la sua bella circolare con i servizi essenziali? Si? No? Perché ad attività didattica sospesa, non lavorano tutti, ma solo quelli designati per i servizi minimi.

Che io sappia. Magari non conosco tutta la normativa. Metto le mani avanti.

Oppure:
Caso a) se il sindaco non ha chiuso le scuole e se ogni dirigente scolastico della Capitale non ha sospeso le lezioni, le scuole a Roma erano regolarmente aperte
Caso b) a Roma qualcuno ha commesso un abuso di potere

Vi devo citare articoli, CCNL e normativa o siete in grado di googlare da soli? spacer

PS nelle 2 ordinanze (una e due) si parla sia di sospensione che di chiusura. Alemà…deciditi eh

Aggiornamento: mi pareva strano che i Presidi non avessero detto nulla…

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Ciao Splinder e grazie. Son blogger per colpa tua…

31/01/2012 catepol 7 comments
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18 novembre 2002. Il mio primo post sul mio primo blog, aperto su Splinder. Cercavo una roba per fare un sito gratis, incappai nella parola blog. Cercai come fare un blog gratis arrivai a “il tuo blog in 5 minuti”. 5 minuti dopo avevo un blog.

Poi un altro e un altro ancora. Ne risultano 10 aperti da me, nell’account Splinder (aperti prima che decidessero che se ne potevano aprire solo 3 a testa, come sono anziana). Tematici, personali, di lavoro, di cazzeggio. Non cercateli, son tutti lucchettati da quando mi son trasferita su un dominio mio. Alla fine e-learning e succedeacatepol son stati fusi tutti qua su Catepol 3.0 (e questo vi spiega anche il 3.0 del titolo).

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31 gennaio 2012 Splinder chiude. Potevi arrivare fino a novembre 2012 per i miei 10 anni da blogger, ma tant’è.
Splinder chiude e si porta con sé una fetta consistente della blogosfera italiana. Quella che ha accolto anche me da subito, la grande famiglia di cui ti sentivi parte pur non conoscendo nessuno.
Ricordo quando i blog erano veramente pochi. Persone, nomi, nickname di Splinder. Gli incontri di persona, i Barcamp, sono venuti dopo.
Amicizie nate in rete, conosciute poi spesso di persona o ancora no. Si commentava, si chattava quasi, nei commenti di alcuni blog di Splinder, ci si riconosceva dalla scrittura, ci si amava o ci si odiava.

Poi vennero le classifiche, ma questa è già un’altra storia, molto più recente. E un blog di Splinder non si doveva permettere di scalarle, un blog di Splinder era troppo sfigato, la blogosfera che conta aveva traslocato su un dominio suo…

Non ho niente da esportare da Splinder o da reindirizzare. Quello che dovevo portarmi dietro l’ho portato già qui su catepol.net. Lascio morire l’account così, con quello che contiene e con una marea di ricordi.

Un pezzo di rete (intesa come relazione più o meno forte tra la gente che ha qualcosa da raccontare online, ancor prima dell’avvento dei social network e della partecipazione di massa) si chiude.

Ciao Splinder e grazie. Se sono blogger e continuo imbrattare questo blog con le mie cose è anche colpa tua.

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