Chi e’ Markino

Marco nasce un tot di anni fa, in un freddo inverno milanese. Va a scuola come tutti i bimbi e il suo sogno per quando sara’ grande e’ di guidare i treni. Passano gli anni e anche le aspirazioni cambiano: durante il periodo adolescenziale infatti entra in contatto con quelli che ai tempi venivano definiti “home computer”.

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Commodore 64

Si ritrova a scuola (era il prestigioso Istituto Radiotecnico A. Beltrami di piazza Mentana a Milano) a passare i pomeriggi con i suoi compagni di classe fantasticando sulle riviste che ritraevano i primi Sinclair ZX80W. Da li l’avventura crescente nel mondo dei microprocessori: durante gli anni infatti riesce a toccare ZX81W, ZX SpectrumW, Commodore 64W, TI-99/4AW, Colour GenieW (che nessuno conosce, ma che e’ stata per lui la prima grande scuola di programmazione), CPC 464W, vari MSXW, Apple IIW, TRS-80W, MacintoshW, Apple LisaW, fino ai primi PC-XTW, e da li in avanti e’ storia quasi moderna.

Durante quei periodi, si rende conto che non era l’elettrotecnica che stava studiando la strada giusta, quindi cambia percorso e si ritrova a studiare informatica. Questa nuova scuola, a differenza della precedente, lasciava qualche pomeriggio libero, che Marco impiega lavorando in un negozio/laboratorio nella periferia milanese riparando ZX Spectrum guasti e periferiche varie prodotte dall’azienda stessa (chi si ricorda le interfaccie Sandy per lo Spectrum alzi la mano). Un cliente di questa piccola azienda era una radio, ai tempi conosciuta solo nel milanese e nel varesotto, che piu’ avanti diventa famosa come Radio Deejay.

spacer Grazie a questo, Marco si ritrova spesso negli studi della radio, per installare piccoli computer (Apple II compatibili) e scrivere qualche piccolo software. Un giorno riceve una telefonata dalla radio. Lo stanno chiamando perche’ c’e’ un problema con il computer del centralino: l’orologio di un Apple II (gestito da una scheda RTC, rialzi una mano chi ne ha mai vista una) e’ un ora indietro, perche’ e’ appena stata introdotta l’ora legale. Marco abita a pochi metri dalla radio, quindi non e’ un problema per lui fare due passi e sistemare l’orologio dell’Apple II, ma certo non si aspetta quel giorno di ricevere un offerta di lavoro dall’allora amministratore della radio. Accetta dopo 20 secondi, senza neppure chiedere dettagli. Il mondo della radio era (ed e’ ancora…) per lui un mondo affascinante. A Deejay, compreso lui, l’organico e’ ora di ben 11 persone, delle quali 5 battezzate Marco. Essendo l’ultimo arrivato, essendo il piu’ giovane, viene naturale a tutti per distinguerlo dagli altri chiamarlo Marchino, nomignolo che viene immediatamente adottato e “modernizzato” per i tempi: nasce Markino.

Markino passa anni a Deejay, facendo sempre piu cose e crescendo professionalmente e culturalmente. Durante quegli anni Markino realizza il primo split pubblicitario automatico usato da un network, usando un Commodore 64 come hardware con un po’ di rele’ attaccati a comandare registratori 8 piste. E’ un periodo di forte evoluzione informatica ma soprattutto telematica: arrivano infatti i primi modemW a 300 baud. Markino mette per la prima volta le sue mani su uno di questi quando viene installato in radio dall’allora SIP per poter consultare la banca dati PGE, ovvero le Pagine Gialle Elettroniche. Quell’attrezzo giallo apre un nuovo mondo: il computer sulla sua scrivania (che era un Olivetti M24) non e’ piu’ solo sulla sua scrivania, ma puo’ interagire con un altro computer che sta da qualche altra parte. Era il periodo di Itapac, quando si girava ogni anno allo Smau con carta e penna in tasca chiedendo “Scusi, quello e’ un MODIM?” (chi c’era conosce bene il motivo…). Sempre in quegli anni Markino scopre SCO XenixW (che verra’ poi seguito dal “fratellone” SCO UnixW) e se ne fa padrone e maestro. Con il gruppo dei “soliti” amici, gli smanettoni (ora li chiamerebbero “geekW“, ai tempi hanno avuto anche il coraggio di chiamarli “huckers“) con cui si va tutte le sere da qualche parte a bere qualcosa o semplicemente a casa di uno o dell’altro, si decide di far fruttare queste esperienze comuni con Xenix, Unix e modem vari, e si trovano a fondare Sublink NetworkW (anche qui, un alzata di mano e’ gradita se questo nome ricorda qualcosa a qualche lettore). Parallelamente alla crescita di Sublink, Markino ha un nuovo amore: le BBSW. Spende mesi del proprio tempo scrivendo un software ad hoc, fino a quando si rende conto che il progetto e’ troppo ambizioso. Contatta quindi i primi sysopW delle prime BBS che stanno spuntando in Italia, e dopo non molto tempo ma tanta opera di convincimento presso i piani alti della radio, nasce Deejay Music Bank, nodo FidonetW 2:33/12. Il PC che la gestiva era a Deejay, e Markino ebbe l’ok dalla radio dopo aver convinto chi di dovere che si trattava di un modo estremamente moderno, estremamente giovane, per poter interconnettere gli artisti della radio ai propri ascoltatori, un posto dove potevano nascere discussioni dirette, domande e risposte. Markino aveva la vista lunga, perche’ DMB divenne in brevissimo tempo un punto di riferimento del panorama telematico amatoriale italiano. Purtroppo, anche le migliori storie hanno la parola fine, e nei primi anni 90, Markino, a causa di alcune divergenze di opinioni con la dirigenza, decide di lasciare Deejay.

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Netware console

La successiva attivita’ ruota sempre attorno alle solite cose: Pc, modem, scatole che interagiscono fra di loro e via dicendo. Tra un pc da modificare e l’altro da installare, cresce la “fame” di reti locali. Ai tempi era Novell NetwareW a farla da padrone, a Markino piace e ne diventa rapidamente esperto. La “moda”, la “bolla”, l’illusione italiana di quel periodo era Videotel, e proprio su Videotel Markino realizza “Shox4“, una chatline che voleva ricordare, almeno nel nome, la storica “shox” (il nome era la contrazione di shell mailbox) scritta negli anni ’80 dal solito gruppo di smanettoni gia’ citati prima, che girava in Germania, su di un server presso l’ufficio tedesco di Altos Computer Systems (026245890040004, se questo numero dice qualcosa a te che stai leggendo, alza la mano). Nel frattempo, dalle ceneri di Deejay Music Bank, Markino riapre una BBS, questa volta a casa: Energy! BBS (in Fidonet conosciuta come 2:331/304). L’infrastruttura tecnica non era certo banale: un server Netware, due server per gestire 3 connessioni ciascuno, 6 linee telefoniche, due Pc per l’ordinaria amministrazione. A Markino e’ sempre piaciuto tecnologicamente esagerare, e, considerando il periodo storico, quella era decisamente una grande infrastruttura per una BBS “casalinga”. Anche Energy BBS ha un successo pazzesco, tutte le linee sono costantemente occupate, c’e’ costantemente la fila, c’e’ chi pazienta per ore per potersi collegare e poter dire “io c’ero”.

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I due PC di gestione di Energy BBS e un giovane Markino (foto M.Bini per una dimenticata rivista milanese)

Intanto gli anni avanzano, e Markino decide ancora una volta (ma non sara’ certo l’ultima) che e’ ora di cambiare mestiere. Ravanare fra PC e reti e’ bello ma alla lunga diventa sempre uguale. Accetta quindi un offerta da parte di una societa’, parte di un grosso gruppo editoriale, nata da poco per sviluppare il business dei servizi telefonici a pagamento, nominato Audiotel, i famigerati 144. I tempi non sono sospetti, la societa’ in questione neppure; e’ l’alba per quel business e quel maledetto di Grillo ancora non e’ arrivato a distruggere tutto con le sue altosonanti menzogne. Markino in questa nuova avventura ricopre due ruoli, collegati fra loro ma ben diversi: da una parte, grazie all’esperienza accumulata in anni di radiofonia, si occupa dello studio di produzione, dove viene creato tutto l’audio utilizzato nei servizi e dove vengono gestiti collegamenti live con postazioni esterne da dove arrivano risultati sportivi. Nell’altro ruolo invece prende parte alla creazione dei vari software e alla gestione del traffico telefonico: un ottima occasione per aumentare il proprio bagaglio di esperienze con nozioni, anche particolarmente avanzate, di telefonia digitale. Il tempo intanto sta continuando a passare, siamo ormai alla fine della prima meta’ degli anni ’90.

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Lo studio di registrazione (dalla rivista King, ottobre 1993)

Il grosso gruppo editoriale accennato qualche riga piu’ sopra commissiona alla societa’ per la quale Markino sta lavorando una ricerca, un progetto di fattibilita’ per qualcosa che davvero in pochi hanno finora sentito nominare: Internet Service ProviderW. La ricerca viene messa nelle mani di Markino che, molto volentieri, inizia a tracciare i pro ed i contro, a mettere per iscritto come si fa e cosa serve. Ne esce un voluminoso malloppo, che mesi dopo l’iniziale richiesta viene consegnato a chi di dovere. Chi di dovere fa poi sapere che il progetto e’ interessante, ma non e’ convinto che l’investimento possa portare a casa qualcosa di serio, nonostante le note riassuntive della ricerca dicano chiaramente e con molto entusiasmo “Questa e’ la strada verso il futuro“. Il gruppo editoriale non ci crede, Markino pero’, dopo mesi spesi in ricerche e meditazione su quell’argomento, proprio non ce la fa a vedere un niente di fatto, vuole quantomeno sapere se le sue previsioni erano esatte. Decide quindi di fare la pazzia, una delle tante: Energy! BBS viene chiusa, nonostante il successo ancora molto forte. L’hardware viene recuperato e destinato ad usi diversi, le linee telefoniche gia’ ci sono. Markino investe tutto il suo stipendio (molto di piu in realta’, ma lui dice che certe cose e’ meglio dimenticarle) in una connessione fissa ad Internet, e nasce “Energy“, uno dei primi ISP in Italia, quando Video On Line ancora non esisteva, Italia On Line men che meno. 6 linee, con 6 bei modem veloci (ai tempi la parola “veloce” era rappresentata dai 28.8 del V34W) e un uplink verso Internet.

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La homepage di Energy nel 1996

Il tutto funzionava in casa, per i fatti suoi, Markino era impegnato tutto il giorno nel lavoro che gli dava i soldi per pagare la Sip e il provider. Chi voleva abbonarsi non aveva quindi altra scelta che mandare un fax con un modulo compilato. 220 mila lire per un anno di abbonamento. A dimostrazione che i calcoli fatti per il progetto tempo addietro erano piu’ che corretti, addirittura sottostimati, e grazie all’abbondanza di ormai ex-utenti della BBS, tanti dei quali tecnologicamente avanzati e vogliosi di novita’, Markino ricorda un periodo dove doveva arrivare a casa in anticipo perche’ il rotolo di carta del fax sostituito al mattino prima di uscire era finito. Non e’ servito molto tempo per capire che la gestione “casalinga” di un ISP non poteva funzionare a lungo, ma ha ampiamente dimostrato la teoria della “strada verso il futuro”. Parlando in giro di questa “meraviglia” che era Internet e di quanto era stato realizzato in casa, uno dei contatti di allora si offri’ di fondare una societa’ per portare Energy verso il gradino successivo. Cosi’ fu, ed Energy entra a pieno titolo nell’allora piccola rosa di provider internet italiani. Nuovo cambio di vita: ora Markino ha una societa’ da curare e crescere, che gli regalera’ un sacco di soddisfazioni. Energy fu un gioiellino prestazionale: rispetto agli altri provider era nota per costare un po’ di piu’, ma essere assolutamente affidabile e veloce. In quel periodo Markino introduce Internet ovunque gli sia possibile: crea il primissimo sito di Radio Deejay, registrando “deejay.it”, crea siti e servizi per un vasto numero di organizzazioni, personaggi, societa’.

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La homepage di deejay.it nel 1996

I clienti (clienti - Markino si e’ sempre rifiutato di chiamarli “utenti“) che acquistano un abbonamento dialup, o successivamente ISDN (siamo ancora parecchi anni distanti dall’era DSL) sono tutti quanti contenti, quello che comprano e’ un po’ piu’ caro rispetto alla media ma quei soldi li vale tutti. Il patrimonio di conoscenza di Markino in quegli anni si arricchisce soprattutto nel campo delle reti geografiche. BGP non e’ piu’ solo una sigla gia’ sentita ma e’ un concetto ben preciso e a fuoco e Cisco diventa la parola che Markino pronuncia piu’ spesso durante le sue giornate. Energy si evolve, nascono POP in tutta Italia e quella strada sembra davvero messa li per camminare fino al futuro.

Ma non tutte le ciambelle escono col buco, no? E citando un altro detto: il numero dei soci in una societa’ dovrebbe sempre essere un numero dispari inferiore a tre. Markino, oltre che per altre cose, e’ noto per avere la testa dura: quando si convince di qualcosa e’ molto improbabile che cambi idea, e questa e’ una miscela esplosiva quando hai a che fare con altre persone che ragionano nello stesso modo. Alcuni equilibri si vengono quindi ad alterare: nonostante dal punto di vista produttivo tutto andasse per il meglio, la gestione dei rapporti interpersonali con il resto della dirigenza era complessa. Mentre Markino cercava disperatamente un modo per gestire al meglio queste divergenze, gli si e’ presentata una di quelle occasioni che solitamente si definiscono “da non perdere”. Sulla nostra virtualissima timeline siamo ora a fine anni 90, internet e’ sulla bocca (e nei computer) di tutti quanti, nella Silicon Valley siamo in piena “bolla dot-com“, e’ appena nato Google; Yahoo e Lycos impazzano e Hotmail (o, per essere precisi nello scrivere, HoTMaiL, mixup fra HTML e mail) e’ la prima web-based mailbox gratis e disponibile a tutti, ed e’ un tale successo che e’ appena stata acquisita da Microsoft, che dopo la disfatta qualche anno prima di MSN come rete alternativa ad internet, vuole rifarsi di corsa con tutta una serie di servizi sulla rete, primo tra tutti l’e-mail via web. E proprio in Hotmail lavora un amico di lunga data di Markino che, nessuno ricorda esattamente come, gli dice “ma sai che qui assumono un sacco di persone, le fanno arrivare da tutto il mondo perche’ non c’e’ n’e’ mai abbastanza… Non e’ che la cosa ti interessa?” A Markino sembra una soluzione ai suoi problemi, e quindi accetta. L’ennesima pazzia. Interview prima telefoniche, poi di persona a Mountain View e alla fine il contratto da firmare. Un po’ di attesa per i visti e la burocrazia, e quindi valigie.

Markino arriva in California, si sistema e inizia a lavorare. Si occupa principalmente della gestione delle macchine che ricevono la posta in ingresso: tanta posta e tanti server, a perdita d’occhio. In questa occasione fa stretta conoscenza con Solaris, che disprezza anche attualmente, ed ha l’opportunita’ di applicare tutte le sue conoscenze sistemistiche e di networking in un ottica molto diversa da tutto quanto fatto in precedenza. Tutto qui e’ tanto, tutto e’ grosso. Una cosa e’ installare e mantenere qualcosa su una manciata di server, e’ tutto un altro discorso quando i server si contano in migliaia. Le keyword tecnologiche del periodo sono scalability, availability e redundancy.

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Hotmail a fine anni 90

Markino ha inoltre il privilegio di partecipare in prima persona al progetto di migrazione dell’intera piattaforma di inbound da Solaris su hardware SUN a Windows Server su hardware vario. Un grosso progetto che Markino ha seguito molto da vicino, sporcandosi le mani in prima persona, che ha dato molte soddisfazioni. L’ambiente lavorativo e’ favoloso, un geek in Silicon Valley e’ come un bel pesce rosso paffuto nella sua vasca grande dopo che gli e’ stata data pappa abbondante, ma nella vita non si puo’ essere solo geek e servono solo tre anni perche’ Markino realizzi che la sua vita e’ tutta computer a casa e computer al lavoro. La differenza culturale fra popolo mediterraneo e statunitense e’ palpabile, fare nuove amicizie e’ molto complesso e Markino riesce a vedere per il proprio futuro solo una stupenda crescita professionale ma uno stop completo di qualsiasi altra cosa. Con molto dispiacere quindi rientra in Italia, dove si occupa inizialmente di Professional Services presso un grosso ISP per poi balzare in Microsoft Italia a seguire un progetto nuovo nuovo fortemente voluto da Steve Ballmer per aumentare la competenza dei partner Microsoft fuori dagli USA. Interessante nei contenuti, ma decisamente lento a prendere forma, talmente lento che alla scadenza del primo anno di contratto Markino decide di non rinnovare e cercare nuovi sbocchi professionali. La sua potenzialita’ ed il suo curriculum sono all’apice di un immaginaria curva verso l’alto, e non riesce, non puo’ starsene con le mani in mano aspettando che le cose si mettano in moto. Fortunatamente, i contatti a Markino non sono mai mancati e la professionalita’ neppure. Ci vuole quindi proprio poco per trovare il prossimo lavoro da seguire con anima e cuore, un lavoro che, dopo tanto tempo, riesce a fondere insieme tutte le conoscenze tecnologiche con la passione nata tanti anni addietro per la radiofonia. Sembra un cerchio che si chiude: non solo si trova a sviluppare progetti di sistemi e network applicati all’ambiente radiofonico, ma ritrova tante vecchie conoscenze del mondo radiofonico, tra le quali anche l’amministratore dei tempi di Deejay, colui che allora decise di assumerlo, che lavora proprio nella scrivania a fianco… Il mondo tante volte e’ davvero piccolo. In questa nuova posizione c’e’ estrema confidenza. Tanti bei progetti e tante belle cose fatte e da fare. Server, router, switch, firewall, banchi e matrici audio, regie automatiche, tutti a “parlare” fra di loro. Networking globale, bellissimo concetto. Uno dei progetti piu’ complessi e vistosi e’ la realizzazione della piattaforma tecnologica di Radio R101.

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Davanti alla sede di R101, con un carrello pieno di tecnologia

Quante notti e quanto sudore spesi sotto i banchi e fra i rack pieni di roba, ma ne e’ valsa totalmente la pena. Vedere mesi di fatica prendere forma, accendere la radio in macchina e sapere riconoscere ogni singola impercettibile cosa che si sente, immaginare nella proria mente i bit che si spostano da questo a quel punto, il poter consciamente dire fra se e se “questo l’ho fatto io” e’ per Markino impagabile. Ed e’ proprio fra una nottata spesa a Milano a R101, un salto a Kiss Kiss a Napoli, un giro a Roma a vedere

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