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Roberto Ciacci marzo 22, 2011 Note 0 commenti full post »
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10 cose che ho imparato su LinkedIn

… come community manager di BolognaIn.

Ne ho parlato ieri davanti agli studenti del “Laboratorio di marketing territoriale nel web 2.0” del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale (COMPASS) dell’Università di Bologna, o, per semplificare: il TagBoLab.

Riporto qui le slide, per condivisione e ulteriore commento:

10 cose che ho imparato come community manager

E allego le fonti a supporto di alcune slide:
# link
4. LinkedIn European Business Awards 2010
5. LinkedIn press center
6. Presentazione BolognaIn | Un po’ di numeri
7. ReadWriteWeb del 7 febbraio 2011

11. Merita un post a parte spacer
12. LinkedIn signal, lanciato il 29 settembre 2010

15. La regola del 90-9-1

18. Da un mio vecchio post del 17 marzo 2010
19. Uno spunto per la discussione sulla reputazione su LinkedIn
20. LinkedIn InMaps lanciato il 24 gennaio 2011

23. LinkedIn Direct Ads | Events | Company profiles

Commenti e integrazioni sono sempre ben accetti spacer


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Roberto Ciacci marzo 15, 2011 Video 0 commenti full post »
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Roberto Ciacci gennaio 21, 2011 Articoli 0 commenti full post »
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Giovani, startupper e “bamboccioni”

Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 22 novembre 2010 sul sito di BolognaIn. E’ stato ripubblicato successivamente su L’Informazione di Bologna, Affari Emiliani, del 20 gennaio 2011.

Cosa fanno oltre 70 startupper e giovani imprenditori in erba, quasi tutti bolognesi e tutti con una forte passione per il Web, riuniti in un BarCamp dal titolo “Provincia Meccanica”?
Scartiamo subito ogni riferimento alla tradizione industriale della nostra città. Non stiamo parlando del distretto dei motori. E scartiamo anche qualsiasi allusione al capolavoro di Kubrick. Semmai la citazione è da riferirsi all’opera prima di Stefano Mordini del 2005, un film ambientato in una provincia immobile e sempre uguale a se stessa.
Bologna, per gli imprenditori del Web, è davvero una “provincia meccanica”?

Prima di capire quali risposte sono emerse dal BarCamp, un passo indietro.
Un BarCamp è una non-conferenza in cui non ci sono ospiti o invitati, ma tutti sono partecipanti e , se lo vogliono, speaker.
L’evento si è tenuto martedì 16 novembre a Bologna ed è stato co-promosso da Spreaker.com, startup bolognese che ha lanciato l’idea della social web radio a portata di tutti, e da BolognaIN. Tema dell’evento: le difficoltà del fare impresa in Italia per un giovane imprenditore e startupper.

Presente il “gotha” dell’imprenditoria Web bolognese: Giacomo “Peldi” Guilizzoni di Balsamiq, Francesco Baschieri di Spreaker, Max Ciociola di MusicXmatch, Matteo La Rosa di Konkuri, Pietro Ferraris di Econoetica, Michele Zonca di Mashape. Assente giustificato: Nicola Vitto di Blomming.

Due cose mi hanno immediatamente colpito: il locale, gremito, di trentenni bolognesi – ingegneri, informatici, laureati o drop out, creativi del Web – impegnati a creare la “loro cosa”: chi ancora in fase di verifica della propria idea imprenditoriale, chi già al business plan, chi in fase di “bootstrap”, chi infine startup affermata.
Poi la preparazione, il talento e la passione per il fare che animava indistintamente tutti i presenti.

Baschieri ha aperto la discussione partendo dalla provocazione lanciata qualche settimana prima da Augusto Marietti, co-fondatore di Mashape, sulle pagine del blog Tagliaerbe.
Una discussione talmente accesa e partecipata da raccogliere 1395 “like” su Facebook, 273 citazioni su Twitter e 201 commenti.
Augusto, in conclusione del suo intervento, incitava i giovani talenti a lasciare l’Italia: “Lasciate l’Italia se l’amate veramente, diventate un cavallo da corsa, vincete tutto, e poi un giorno forse, potrete tornare da grandi, molto grandi e avrete il potere per cambiarla, voi”.
Lasciare l’Italia per dove? Nell’immaginario collettivo, è sottinteso, l’Eden è la California, la Silicon Valley e la baia di San Francisco.

Alla domanda “emigrare o restare?” hanno risposto prima Zonca, poi Ciociola, Guilizzoni, La Rosa e Ferraris.
Qualcuno ha mitizzato l’ecosistema americano, sottolineandone i punti di forza: la cultura del fare impresa, la burocrazia snella, la disponibilità di investitori privati (i Venture Capital) a finanziare i progetti anche e soprattutto di chi ha già un esperienza precedente (fallimentare o no) alle spalle. Perché nella Bay Area un principio è assodato: l’unico modo di imparare a fare lo startupper è FARE una startup.

Altri hanno dato una chiave di lettura differente. Secondo Ciociola ad esempio non è vero che è difficile trovare finanziatori in Italia. Il problema semmai è riconducibile ad una corretta (auto)valutazione economica dei progetti o all’individuazione di consulenti competenti capaci di supportare dal punto di vista fiscale e normativo le nuove imprese che lavorano sul Web.

C’è infine chi, come Guilizzoni di Balsamiq, pare aver trovato il compromesso migliore: nessun mega-progetto, meglio concentrare le proprie risorse per sviluppare un prodotto innovativo ma di nicchia (su un mercato internazionale), non ti serve un finanziatore esterno (anzi no, come lui stesso ammette: “Mia mamma ha l’1% di Balsamiq!”), semmai un team di lavoro internazionale. E ti puoi permettere di scegliere di lavorare dove vuoi. Anche a Bologna.
Anzi a Bologna (e in Italia), chiosa Ciociola, probabilmente c’è il miglior compromesso fra qualità della vita e opportunità di lavoro, ci sono grandi talenti sfornati dai nostri dipartimenti di Informatica e sono un punto di forza da valorizzare.

In sala, altri giovani imprenditori portano i propri personalissimi contributi e interviene anche Simone Feriani, docente di Imprenditorialità all’Alma Mater, che parla correttamente di falso problema. Secondo Feriani non si tratta di scegliere fra emigrare o restare, ma piuttosto di individuare i “roll role model”, cioè di capire quali sono i modelli per incubare innovazione e nuova impresa. Tenendo conto che spesso gli innovatori sono elementi di rottura e che il talento è difficile da riconoscere e da valutare da parte di chi è prigioniero (culturalmente) di schemi precostituiti.
Non a caso qualche anno fa Steve Jobs, ricevendo una laurea ad honorem dalla Stanford University, raccomandava nella sua famosa lecture: “Stay hungry, Stay foolish”.

Affamati e fuori dagli schemi. E aggiungiamo noi: tecnicamente preparati e con un’esperienza di lavoro e di vita, anche breve, all’estero. Per poi scegliere ognuno la propria provincia meccanica. Anche da lì, da martedì sera, è possibile cambiare il mondo.

Per leggere la versione pubblicata su L’Informazione di Bologna del 20 gennaio 2011: Scarica il pdf.


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Roberto Ciacci gennaio 10, 2011 Foto 0 commenti full post »
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Roberto Ciacci ottobre 28, 2010 Note 0 commenti full post »
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CV vs. Personal Branding

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Devo dire che ormai ci sono abituato spacer
Dopo oltre una ventina di eventi organizzati o co-promossi dall’autunno 2008 con la business community BolognaIN, ho capito che gli ingredienti fondamentali per la buona riuscita di un evento sono 4: un buon team, un tema “caldo” – magari con un titolo provocatorio, un format “leggero” e informale, ospiti brillanti.
A CV vs Personal Branding @JobMeeting Bologna non è mancato nulla (parlo di questo evento).

E infatti, nonostante i pochi giorni di preparazione, è stato un evento riuscito. Oltre le aspettative.

Vedere tanti giovani laureati o laureandi girare per gli stand, curricula alla mano – lo confesso – mi ha fatto tenerezza.
Se hai una minima conoscenza del “mercato del lavoro”, sai che le modalità di reclutamento sono cambiate.
Quelle due facciate A4 scritte riciclando un modello di Word o utilizzando lo stesso template Europass sono troppo limitate per descrivere chi sei e per valorizzarti al meglio.

E questo lo sai bene tu, che hai preparato il CV, e lo sa bene il tuo selezionatore, che è una persona impegnata, divisa fra varie attività, per definizione ha SEMPRE poco tempo e una montagna di curricula da vagliare.

Quello che mi sorprende ogni volta è l’incapacità, da parte dei candidati, di prevedere le logiche di selezione.
E’ OVVIO che il CV da solo non può bastare. Se il il template Europass ha avuto il merito di omologare le informazioni da inserire in un CV, dall’altro ha reso tutti i curricula terribilmente identici.
In queste condizioni, fare emergere i punti di forza del proprio profilo è più difficile.
Qualcuno sopperisce allegando una lettera di presentazione: è intelligentemente il 50% di spazio in più, ma con lo stesso font Times New Roman 12.

E’ un altro il punto di vista interessante: quello della persona che ti sta selezionando!
La prima cosa che fa il recruiter, dopo aver letto i tuoi dati anagrafici, è cercare informazioni su di te in Rete.
Google in questo può essere un giudice inclemente, oppure un valido alleato del tuo CV. Dipende da quanta attenzione e consapevolezza hai riposto nella tua presenza in Rete.

Ecco allora che ho pensato di parlare di personal branding. Il personal branding – cito la Wikipedia – “è l’arte di vendere se stessi con modalità simili a quanto avviene con altri prodotti commerciali“. In altre parole, come ho scritto anche nella mia presentazione: per promuoverci dobbiamo imparare dai brand.

CV vs. Personal Branding

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All’incontro di Bologna ho provato a dispensare qualche consiglio e a riassumere in 4 tip come usare la Rete per la carriera, che poi erano anche gli spunti per la piacevolissima conversazione successiva, in compagnia di Giovanni Scrofani (a.k.a. Jovanz74), Simone Tornabene (in arte mushin), Matteo Bianconi di Pragmatiko blog, Rudy Bandiera (geniale Mr. LovaLova spacer e Sabrina Mossenta di Viadeo Italia.

Nella mia pur limitata esperienza di selezionatore di profili IT, un dettaglio che ha sempre catturato la mia attenzione è l‘account email.
Il tuo provider email racconta di te molto di più di quanto non pensi.
Un candidato che si presenta con un account @libero.it attira la mia attenzione negativamente, mentre è più che adeguato se utilizza Gmail, o addirittura brillante se ha investito 15 EUR di una pizza per un @nomecognome.qualcosa
E’ un dress code, a suo modo. Che si potrebbe riassumere in: come non si va generalmente ad un colloquio in scarpe da tennis e jeans, così non ci si presenta con una mail troppo “casual” spacer
Mi piacerebbe sapere se sono l’unico a pensarla così o se anche chi mi legge ripone attenzione a questo ed altri dettagli.

Infine i Tip:

  1. #1 – Dedica cura, tempo ed attenzione a presentare chi sei e quello che hai fatto o che sai fare.
    Puoi farlo in vari modi, il più scontato è un sito personale. Può essere anche un blog, un video interattivo, una presentazione su Slideshare. Il format dipende anche dal messaggio che vuoi che arrivi al tuo interlocutore: professionalità, creatività, etc.
  2. #2 - Cura il tuo profilo e le tue relazioni sui social network professionali
    E che te lo dico a fare? spacer
  3. #3 – Controlla le tracce che lasci in Rete
    Ricorda: “Everything is forwardable“! Qui la dualità nickname e real name è quanto mai utile. E si intreccia con il tema della privacy. Sperperare i tuoi dati personali ed esibire la tua egosfera su tutti i social networks forse non è una buona idea. Se sei molto giovane, il nickname per te è come una “palestra” in cui si può giocare senza farsi troppo male.
    Se sei un professionista affermato può essere il tuo Mr.Hyde, con cui concedersi qualche libertà espressiva in più senza metterci la faccia. Google in entrambi casi non ti dimenticherà spacer
  4. #4 – Monitora la tua reputazione
    Se lo fanno i brand, perché non dovrebbero farlo le persone?
    Un Google Alert con il tuo nome + cognome può già essere sufficiente spacer

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Roberto Ciacci ottobre 19, 2010 Note 0 commenti full post »
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JobMeeting Bologna

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Si intitola “Personal branding vs. curriculum vitae: le relazioni pericolose tra name e nickname” il talk che ho organizzato, assieme al buon Matteo Bianconi di Pragmatika, come evento del mese BolognaIN in occasione della tappa bolognese di JobMeeting.

JobMeeting apre i battenti domani 20 ottobre presso il Padiglione Polivalente del Palazzo dei Congressi di Bologna (Piazza della Costituzione 4). BolognaIN, media partner della manifestazione, avrà a disposizione l’Arena Job Teller (mappa stand) e curerà una non conferenza di circa 1 ora, prevista intorno alle ore 15,00.

L’obiettivo è di analizzare le nuove modalità di presentazione/promozione della propria carriera e del proprio profilo professionale grazie alla Rete, toccando i temi del personal branding, della gestione della privacy sui social media, delle opportunità e dei problemi dell’essere e dell’apparire nell’era di Facebook e Google.

Ecco la line-up aggiornata degli ospiti, oltre al sottoscritto: Simone Tornabene, CMO di Viralbeat e Strategy & Social Media Advisor di NinjaMarketing; Rudy Bandiera, giornalista, professionista dell’ IT e consulente in ambito Web; Giovanni Scrofani, giurista d’impresa presso un primario Gruppo industriale e appassionato di nuove tecnologie; Sabrina Mossenta p.r. di Viadeo Italia.
Chairman: Matteo Bianconi, copywriter & Social Media Strategist di Pragmatika.

La conversazione è già cominciata sul numero di Spot&Web di questa settimana, che ti invito a leggere.


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Roberto Ciacci settembre 22, 2010 tutti 0 commenti full post »
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La Notte dei Ricercatori 2010

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Torna a Bologna per la seconda edizione la Notte dei Ricercatori, venerdì prossimo 24 settembre.

Sarà l’occasione per parlare della difficile situazione della ricerca in Italia, per conoscere i ricercatori e i progetti in cui sono coinvolti.

Ne avevo parlato anche lo scorso anno, e non posso fare a meno di bissare, perché quest’edizione è … speciale.

Le novità sono tante e faranno sicuramente piacere a chi, come chi scrive, frequenta la Rete ed è abituato a partecipare ed essere coinvolto.

In primo luogo, il blog ufficiale, integrato socialmente con la rete e le comunità degli stakeholders.

Poi la copertura su Twitter.
Come descritto in questo post, si va componendo una squadra di Twitter Reporters che racconteranno la Notte dalle varie piazze della Regione e in particolare da Bologna.
Io stesso darò il mio piccolo contributo (in regalo una maglietta!).

Non solo.
E’ prevista anche la diretta online in streaming, sia audio (con Radio Città del Capo), che video (grazie ad AltraTV) e le adesioni si stanno moltiplicando.
Da Bologna, un network di micro Web TV italiane e Web TV universitarie diffonderà sul Web le immagini della Notte, commentate in tempo reale su Twitter (hash tag ufficiale #ricerca).

L’appuntamento, a partire dalle ore 20,00, è sul blog della Notte dei Ricercatori, oppure sulle altre micropiattaforme che aderiscono all’iniziativa.
La trasmissione partirà dal Dipartimento di Discipline della Comunicazione di Bologna e vedrà il collegamento via Skype con le altre realtà universitarie.

Ci vediamo venerdì a Bologna! Dalle 21,00 sarò a La Scuderia di Piazza Verdi, per il talk show di e con Enrico Bertolino.
Fra l’altro, è un’ottima opportunità per fare check-in tutti assieme e guadagnare l’ambitissimo Swarm Badge di Foursquare spacer


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Roberto Ciacci luglio 20, 2010 Audio 0 commenti full post »
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Intervista a Radio TP

Ecco la registrazione dell’intervista che ho concesso a Francesco Cataldo Verrina per Radio TP. Si parla di marketing digitale, aziende e social media. E di cosa sennò? spacer


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