La più prestigiosa organizzazione mondiale nell’ambito della social entrepreneurship conferisce al master promosso in Kenya dall’Università Cattolica l’Innovation Award 2012. È la prima volta che il riconoscimento viene assegnato a un ateneo non statunitense
Lo studio condotto da OssCom, in collaborazione con Vodafone, mette in luce consigli e rischi per le famiglie nel controllo sull’uso della Rete, con particolare attenzione all'uso degli smartphone, da parte dei propri ragazzi
Il primo Libro Bianco sulla salute dei più piccoli, promosso da Osservasalute della Cattolica e Sip, delinea un'Italia con pochi bimbi, complessivamente sani ma sempre più grassi e dai comportamenti sregolati. Ancora disomogenea l’assistenza all’infanzia lungo lo Stivale
Entrambi lucani, lo scrittore Giuseppe Lupo e l’attore e regista Rocco Papaleo dialogano sul senso delle narrazioni del Mezzogiorno. Tra mito e modernità, parole e immagini sul destino di un luogo periferico e fino a pochi decenni fa lontano dalle rotte della civiltà occidentale
Il Presidente emerito della Repubblica, recentemente scomparso, si era laureato presso la facoltà di Giurisprudenza della Cattolica. Il 29 gennaio '97 da Capo dello Stato inaugurò l'anno accademico
Scalfaro, il ricordo della Cattolica-->Presentato a Montecitorio il progetto su Internet e minori in Europa, che ha come nodo italiano OssCom e capofila la London School of Economics. L'intervento di Giovanna Mascheroni, docente di Scienze Politiche e referente del progetto per il nostro Paese
Eu Kids Online alla Camera-->«I ragazzi hanno bisogno di protezione, ma soprattutto di empowerment. In altre parole, bisogna metterli in grado di sapersi tutelare da soli. Anche nel loro rapporto con il web». È questa la strategia da adottare secondo Piermarco Aroldi e Giovanna Mascheroni, che ieri hanno presentato - nella sede di largo Gemelli - i risultati di una ricerca dal titolo La mediazione genitoriale nell’uso di Internet e dello smartphone. Entrambi fanno parte di OssCom, il Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica (di cui Aroldi è vicedirettore), che ha condotto lo studio in partnership con Vodafone. Al centro dell’indagine, il ruolo educativo del genitore nell’uso di Internet e delle nuove tecnologie da parte delle giovani generazioni. All’incontro hanno partecipato anche Francesco Belletti, presidente Forum Associazione Familiari, Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia dei new media all’Università di Urbino, e Marco Valerio Cervellini, sostituto commissario della Polizia Postale. Sono intervenuti inoltre Maria Cristina Ferradini, responsabile di Sustainability and Foundation a Vodafone Italia, Jolanda Restano, partner di Fattore Mamma, e Antonio Dini - giornalista del Sole24ore - nel ruolo di moderatore.
A pochi giorni dal Safer Internet Day 2012 (che cadrà il prossimo 7 febbraio), la ricerca fa un ritratto dei genitori italiani alle prese con i cosiddetti nativi digitali, ma non sempre li trova all’altezza delle aspettative. I modi in cui si cerca di promuovere nei figli un uso responsabile del web sono i più svariati. Si va dalla condivisione di alcune attività online (come la creazione di un profilo Facebook comune) a restrizioni sull’uso di Internet a seconda delle fasce orarie o delle circostanze (durante lo studio o a scuola, per esempio). In altri casi si va a controllare la cronologia dei siti visitati, o si cerca il confronto con altri genitori. «Il monitoraggio dei siti - ha spiegato Giovanna Mascheroni - non è sempre efficace, perché è vissuto come una mancanza di fiducia, ed è facilmente aggirabile. Basta cancellare la cronologia». In pochi ricorrono a filtri e software di parental control, che richiedono un grado di alfabetizzazione tecnologica spesso assente negli stessi genitori.
«Come adulti - ha commentato Maria Cristina Ferradini - ci sentiamo in dovere di educare i nostri figli. Normalmente, siamo in grado di farlo perché abbiamo una maturità che ci deriva dall’esperienza. Ma si può dire lo stesso di Internet? Siamo davvero pronti al confronto con i nostri ragazzi?». Spesso dunque sono gli adulti a dover imparare dai più giovani, in un ribaltamento dei ruoli tradizionali. Per i genitori, allora, il problema non è solo saper usare la nuove tecnologie, ma anche comprendere in che modo sono vissute dai figli. «Una volta ero in autobus, e ho sentito un ragazzo che mentre scendeva diceva all’amica ‘finisco di raccontartelo su Facebook!’ - racconta Giovanni Boccia Artieri -. Mi sono reso conto che, al di là di tutti gli allarmismi (del tipo, ma con chi chattano questi ragazzi?), i social network restano per i giovani uno spazio in cui fare gruppo. Si tratta di uno spazio che appartiene solo a loro, una sorta di cameretta virtuale in cui chiudersi con i propri amici».
Un altro aspetto che emerge dallo studio riguarda la diffusione degli smartphone: consentendo l’utilizzo di Internet anche fuori di casa, ne rendono ancora più arduo il monitoraggio da parte dei genitori. Inoltre, se da un lato ispirano sicurezza, perché permettono un contatto immediato con i figli, dall’altro si teme che possano creare dipendenza, e che isolino i giovanissimi in una realtà parallela. «Una volta ero in pizzeria con mio figlio - ha raccontato Cervellini -, non ci eravamo neanche seduti a tavola, che aveva già localizzato la posizione del ristorante per postarla su Facebook». Nulla di strano, come ha spiegato Artieri: «Quelle di oggi sono generazioni per cui fare esperienza significa prima di tutto condividerla». Sta ai genitori, allora, cercare di partecipare a questa condivisione.
Chiara Panzeri
Presentazione - "La mediazione genitoriale nell’uso di internet e dello smartphone" [PDF] (401.24 KB)
IL PROGETTO SMART TUTOR
Vodafone ha commissionato ad OssCom questa indagine, al fine di offrire un supporto sempre piu’ mirato ed idoneo alle esigenze delle famiglie. Vodafone è infatti da tempo impegnata attivamente a livello nazionale ed internazionale nella promozione di un utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie e nel colmare la distanza fra i nativi digitali e gli utenti meno esperti, promuovendo iniziative rivolte ad entrambi gli estremi del divario generazionale. Lo scorso dicembre ha siglato un protocollo di intesa con altre aziende attive nel settore delle telecomunicazioni per l’impegno a soddisfare la richiesta avanzata dal Commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, per rafforzare gli interventi per la sicurezza dei minori online.
Inoltre recentemente Vodafone Italia, in partnership con la Polizia di Stato – Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha lanciato Smart Tutor, l’applicazione per smartphone ideata per un uso sicuro e consapevole del telefono da parte dei minori.
In questo suo impegno, Vodafone, scegliendo Osscom come partner, si è assicurata la collaborazione del centro di ricerca universitario che da anni e in modo continuativo svolge ricerca sulla relazione tra media e minori sia per enti istituzionali che per soggetti privati e che dal 2007 è il nodo italiano di EU Kids Online, progetto finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea.
di Luisa Conti Camaiora, EDUCatt, Milano 2011, pp. 106, € 6,00
a cura di Giovanna Salvioni, Educatt, Milano 2011, € 3,00
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