Il nostro appello
Gentile Sindaco Pisapia,
ci rivolgiamo a lei per chiederle di modificare il progetto dell’area Ex Enel nella
zona prospiciente il Cimitero Monumentale della nostra città approvato dalla sua
giunta e dal Consiglio comunale. Si tratta di un progetto architettonico di scarsa,
o nulla, qualità architettonica in una zona così importante del centro di Milano.
Il recupero di quest’area, abbandonata e da bonificare, è essenziale, ma non a
costo di sacrificare la qualità a vantaggio della quantità.
Il comitato Area Ex Enel vuole porre al sindaco e all’impresa Porta Volta SPA
alcune questioni che non vogliono per sua natura essere antitetiche, polemiche
o pregiudiziali, ma che si pongono come proposta costruttiva ragionevole e
migliorativa del progetto:
1. Chiediamo di rivedere le altezze dei volumi edilizi, cercandone di più consone
al tessuto preesistente, compensando eventualmente questa riduzione, se
necessario, con un aumento della superficie.
2. Attuare un progetto di conservazione e riuso architettonico dell’edificio storico
prospiciente la fabbrica del Vapore, memoria storica della Milano operaia del
’900.
3. Trasferire la proprietà degli oneri urbanistici (piazze, parcheggio e edificio
dell’Adi) in mano pubblica, come tra l’altro è obbligo per legge in caso di
scomputo degli oneri. Evitando l’ambigua definizione di “uso pubblico” lì dove è
proprietà privata.
4. Nel caso non fosse possibile per legge e tempistiche indire un concorso,
nominare un architetto di riconosciuta e acclarata professionalità. Usare
comunque lo strumento del concorso di idee per gli spazi pubblici, alimentando
un circolo virtuoso che stimoli i talenti di una città che vuole candidarsi a
capitale Europea. La qualità architettonica e progettuale è una condizione
irrinunciabile per il futuro di una città e di un territorio.
Nella sua giunta comunale vediamo l’opportunità che Milano possa diventare
un laboratorio innovativo, progressivo e inedito in cui combinare sostenibilità
finanziaria, trasparenza, consapevolezza delle scelte, equità sociale e qualità
diffusa dei manufatti e dei luoghi che abiteremo, in vista dell’approvazione del
nuovo Piano Governo del Territorio. Perché oggi la battaglia per la qualità dei
luoghi è strategica, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista etico,
cioè politico. È una battaglia di progresso e futuro, che salvaguarda da una parte
la memoria vera, attiva e non malinconica dei luoghi, e dall’altra chiede progetti
innovativi, diversi, che facciano scuola, ambiziosi nel loro desiderio diffuso di
qualità sociale e ambientale.
Lei come Sindaco ha la forza, se lo vuole, di ridiscutere tutto questo con i
proprietari dell’area prima dell’ultima approvazione.
Proviamo insieme a trovare una soluzione di concordia, costruttiva e positiva per
tutte le forze in campo: i cittadini, il comune e l’impresa.
Marco Belpoliti, Marco Biraghi, Gianni Biondillo, Luca Molinari, Roberto Marone,
Alberto Saibene
Hanno firmato l’appello:
(per firmare l’appello lasciare un commento a questo post)
Biba Acquati, architetto
Giovanni Anceschi, docente universitario
Annalisa Angelini, doppiozero.com
Rosellina Archinto, editore
Bruno Arpaia, scrittore
Gae Aulenti, architetto
Paola Avigdor, relazioni esterne Guanda
Marina Ballo Charmet, fotografa
Camilla Baresani, scrittrice
Gabriele Basilico, fotografo
Emilio Battisti, architetto
Carlo Bertelli, storico dell’arte
Giovanna Bertelli, storica dell’architettura
Alessandro Bertante, scrittore
Dino A. Betti Van der Noot, compositore
Giorgio Bigatti, docente universitario
Gentucca Bini, stilista
Giorgio Boatti, scrittore
Stefano Bocchi, docente universitario
Andrea Boschetti, architetto
Laura Bosio, scrittrice
Mario Botta, architetto
Luigi Brioschi, editore
Michele Brunello, architetto
Ampelio Bucci, imprenditore
Giovanna Calvenzi, fotoeditor
Paola Calvetti, scrittrice
Mara Campana, docente
Gianni Canova, critico cinematografico
Cesare Maria Casati, direttore rivista l’Arca
Lorenzo Castellini, Esterni
Francesco M. Cataluccio, saggista
Giulio Cavalli, attore
Gherardo Colombo, presidente Garzanti
Editore
Renata Colorni, direttore editoriale
Carlotta Cristiani, montatrice
Denis Curti, curatore
Michele Dantini, critico d’arte
Lorenzo Degli Esposti, direttore dell’Architectural & Urban Forum
Paola Di Bello, artista
Nino di Majo, regista
Giuseppe Di Napoli, saggista e docente
Luca Doninelli, scrittore
Giulio Ernesti, docente universitario
Titti E. Fabiani, designer
Gian Arturo Ferrari, Centro per il libro
Beppe Finessi, designer
Umberto Fiori, poeta
Walter Fontana, scrittore
John Foot, University College of London
Luca Formenton, editore
Francesco Franceschi, imprenditore
Francesco Fresa, architetto
Giuseppe Genna, scrittore
Mario Gorni, Careoff-DOCVA
Luigi Grazioli, scrittore
Joseph Grima, direttore Domus
Claudio Guenzani, architetto
Camilla Invernizzi, agenzia fotografica
Fulvio Irace, storico dell’architettura
Francesco Jodice, fotografo
Helena Janeczk, scrittore
Roberto Koch, fotografo
Stefano Laffi, sociologo
Vincenzo Latronico, scrittore
Paola Lenarduzzi, grafica
Armin Linke, fotografo
Rolando Mastrodonato, Vivi e progetto un’altra Milano
Martina Mazzotta, Fondazione Mazzotta
Sergio Menichelli, grafico
Paolo Mereghetti, critico cinematografico
Silvia Micheli, storica dell’architettura
Laura Montedoro, docente universitario
Lucio Morawetz, libraio
Guglielmo Mozzoni, architetto
Melina Mulas, fotografa
Fabio Novembre, designer
Bruno Oliviero, regista
Gloria Origgi, docente universitario
Maria Pace Ottieri, scrittrice
Eva Pattis, psicoanalista
Filippo Pagliani, architetto
Giacomo Papi, scrittore
Tim Parks, scrittore
Mario Piazza, direttore Abitare
Gianfilippo Pedote, produttore
Giacomo Polin, architetto
Oliviero Ponte di Pino, editore
Italo Rota, architetto
Beniamino Saibene, Esterni
Guido Scarabottolo, disegnatore
Ferdinando Scianna, fotografo
Antonio Scurati, scrittore
Salvatore Settis, docente universitario
Giovanna Silva, fotografa
Francesca Simone, restauratrice
Ranuccio Sodi, regista
Chiara Somajni, giornalista
Marina Spada, regista
Pier Paolo Tamburelli, architetto
Marco Travaglio, giornalista
Luca Vitone, artista
68 Responses so far.
Sottoscrivo. E’ ora di finirla di deturpare il nostro patrimonio storico-urbanistico.
sottoscrivo l’appello
sottoscrivo
imprenditore
sottoscrivo questo appello
sottoscrivo
sottoscrivo
sottoscrivo
architetto
sottoscrivo
Troppo cemento in una città con poco verde. Destiniamo quell’area a spazio pubblico con molto verde. Se proprio si deve costruire lo si faccia fare a un architetto nel rispetto dell’ambiente e secondo le più avanzate tecniche di risparmio energetico. Si faccia un edifico “passivo” a consumo zero. E’ così difficile Sindaco e Giunta?
sottoscrivo
Artista
Sottoscrivo e farò sottoscrivere
fotografo
Basta cemento: ce ne è fin troppo.
Sottoscrivo
Ma lo pensate davvero?
Architetti, stilisti, docenti universitari, fotografi, artisti, direttori di riviste e intellettuali vari, tutti stimatissimi (almeno da me): siete davvero tutti d’accordo con quello che avete scritto?
È sorprendente.
Davvero pensate che la qualità urbana sia questione di altezze? Davvero pensate il mediocre edificio del Dopolavoro Enel sia meritevole di conservazione? Davvero pensate che la soluzione sia che la Pubblica Amministrazione nomini “un architetto di riconosciuta e acclarata professionalità”? Davvero non vi eravate accorti di nulla prima, quando il piano è stato pubblicato a norma di legge?
Nulla da eccepire sulla totale inadeguatezza urbana del progetto approvato e sulla mediocrità dell’architettura che sembrerebbe proporre; quindi, massima solidarietà a chi si spende per promuoverne un radicale miglioramento. Ma, da qui a condividere affermazioni confuse, antiurbane e populiste…
Bravo, l’edificio ENEL è una schifezza!! Che lo si butti giù il più velocemente possibile.
1 – La qualità urbana non è questione di altezze, o meglio, non è SOLO questione di altezze. Ma comprende anche la questione delle altezze …soprattutto se ciò che è alto e più visibile è di qualità assai discutibile.
Una ingombrante e dozzinale volumetria residenziale a libro alta fino a otto piani, a miope saturazione di un isolato di forma regolare, non mi sembra una grande trovata architettonica …ma una banale speculazione da espansione anni ’60, degna di bocciatura in qualunque facoltà di architettura. Spero.
2 – Certo che non stiamo parlando di Santa Maria delle Grazie …ma davvero penso che il “mediocre” edificio del Dopolavoro Enel sia meritevole di conservazione: soprattutto se sarà sostituito da un edificio ancora più mediocre.
E’ un segno urbano consolidato e riconoscibile, testimone di un passato, è un efficace argine volumetrico a una propaggine di città di matrice berutiana …e non è poi così mediocre.
Esiste anche una terza opzione tra la totale demolizione e la totale conservazione e cioè un riuso ragionato che non abbia paura di intervenire in modo consistente ma puntuale sul manufatto.
L’architettura, se è davvero tale, dovrebbe essere in grado di intervenire sull’esistente con intelligenza e fantasia.
3 – Non sarà “un architetto di riconosciuta e acclarata professionalità” la soluzione? Perchè no! …Certo non è una soluzione quella attualmente adottata.
Si potrebbe, più semplicemente e linearmente, percorrere la via del concorso: farebbe così schifo? E’ uno dei pochi sistemi per tentare di ottenere qualità urbana. Inoltre l’area in oggetto è un snodo importante del tessuto urbano.
4 – Io me ne sono accorto adesso, altrimenti mi sarei espresso prima. Purtroppo il tempo non mi consente di controllare tutto ciò che che l’amministrazione, in ambito urbanistico-edilizio, approva.
5 – Perchè non ti firmi?
Non posso far altro che sottoscrivere queste parole.
Sottoscrivo
Sarebbe un obbrobrio urbanistico e una disgrazia per i residenti per non parlare della diminuzione patrimoniale degli immobili di chi ha avuto la ‘sfortuna’ di comprare lì la propria abitazione in tempi non sospetti in cui nessuno pensava che l’amministrazione pubblica potesse diventare un nemico del cittadino e il sindaco un satrapo dittatore. Non parliamo poi del verde urbano e della vivibilità cittadina. Sottoscrivo
Sottoscrivo
Sottoscrivo, non i può costruire proprio qualunque cosa di fronte al Cim Monumentale. Recuperiamo il tutto. Grazie.
basta cemento
SOTTOSCRIVO!
A Milano abbiamo demolito ormai buona parte dell’interessantissimo patrimonio archeologico industriale con totale insensibilità per la nostra storia sociale, architettonica, urbanistica. Penso a via De Castillia, la Bovisa ecc. L’area prospicente al Monumentale è una rara rimanenza perfettamente organica al tessuto abitativo. Mi meraviglia che le sopraintendenze permettano ancora questo scempio. Stanno costruendo edifici anonimi trasformando Milano in una affollata piccola Dubai di provincia. Questa giunta ha il dovere di cambiare segno.
sottoscrivo l’appello e spero!
sottoscrivo
Sottoscrivo con ferma convinzione l’appello, confidando che una persona come il sindaco Pisapia non rimanga indifferente alle osservazioni sollevate.
Non vivo a Milano ma sono comunque contro a tutto ciò che mira al deturpamento della qualità di vita e all’abbattimento di edifici simboli di memoria storica senza la quale non saremmo nulla. Riguardatevi Blade Runner. Perciò sottoscrivo l’appello !
Basta cemento e speculazione edilizia ho votato Pisapia per una Milano Ciclabile e verde
Sottoscrivo con convinzione l’appello!
A prescindere dalla mal celata matrice speculativa (in termini volumetrici e di dinamiche funzionali) individuabile con una semplice visione dei rendering, emerge platealmente la deteriore qualità morfologica del progetto.
Ed emerge con tanta forza (si pensi all’albergo!) anche per il suo trovarsi in un’area caratterizzata da pregevoli manufatti architettonici inseriti in un contesto urbano frutto di stratificazioni e storicamente consolidato.
Io da suo sostenitore mi auguro che Lei, Gentile Sindaco Pisapia, voglia almeno fare proprie le condivisibili proposte di revisione formulate dal comitato Area Ex Enel:
non vorrei mai che il mancato ascolto delle stesse, e la conseguente realizzazione del progetto nella sciagurata versione attuale, generasse delusione, scoramento …ripensamento in coloro che finora L’hanno sostenuta con sincera convinzione.
Cordiali Saluti.
PS Suscita tra l’altro forti perplessità la contraddittoria scelta dell’attuale amministrazione di perseguire, contemporaneamente, la sacrosanta revisione del PGT ereditato (attraverso la valutazione puntuale delle osservazioni e la drastica riduzione delle volumetrie) e la realizzazione di questa versione del progetto “Area Ex Enel”, anch’esso ereditato dalla precedente giunta.