Penso sia dovuta ad entrambi i fattori. Da un lato la situazione economica attuale ha portato i ristoratori a dover rivedere i costi di gestione, tra cui anche la cantina, riducendo le scorte a magazzino e facendo ordini di minori quantità per aumentare la rotazione. Allo stesso tempo, la crisi economica e la regolamentazione sui controlli alla guida hanno indotto i consumatori a diminuire i consumi di vino al ristorante.
Personalmente non ho notato un aumento sostanziale di vini stranieri se non come “bollicine”; mi sembra che le nostre scelte restino legate al territorio nazionale, prediligendo un abbinamento cibo-vino di tipo regionale. Non credo sia una strategia per rivitalizzare i consumi, ci vorrebbe ben altro, forse piuttosto una scelta per cercare di differenziarsi e andare incontro ai gusti dei consumatori più evoluti che grazie ad una maggior cultura sono pronti e curiosi di degustare anche vini non italiani.
Penso sarà una tendenza del futuro, dopo anni di vini molto strutturati e alcolici, i cambiamenti nello stile di vita e una maggiore attenzione alla salute, la tranquillità di poter mettersi alla guida dopo pranzo o cena hanno riportato la consapevolezza che la qualità di un vino non è strettamente legata alla gradazione alcolica. Ecco quindi il ritorno e la richiesta di vini più bevibili e godibili a tavola, ma sempre di alta qualità. Il grande successo del Prosecco e degli spumanti italiani in generale ne è la prova.
Credo che un sommelier preparato possa aiutare nella scelta del vino, specialmente se il consumatore si trova a dover scegliere tra un’ampia gamma di vini o ad abbinarlo ad un menu particolare di cui non conosce le caratteristiche. Credo però che questo non sia sufficiente a determinare un’evoluzione del gusto. Consideriamo che oggi, e in futuro lo sarà sempre di più, il consumatore di vino è più consapevole e che anche grazie alle nuove tecnologie ha molti più strumenti per informarsi e scegliere da solo. Pensiamo alle APP sul vino per IPhone e IPad che diventano sempre più di uso comune; basta fotografare o solo puntare il proprio cellulare sulla bottiglia per vedere in tempo reale informazioni di qualsiasi tipo sul vino e volendo anche acquistarlo. Dicono che i ristoranti più all’avanguardia a Londra usino già l’IPad al posto della carta dei vini tradizionale. Forse in futuro prenoteremo il tavolo al ristorante e anche la bottiglia che vorremo bere e poi decideremo cosa abbinare? Una cosa è certa, se vogliamo mantenere e promuovere il consumo di vino in Italia che è in continua diminuzione serve ripensare al ruolo del vino al ristorante. Bisogna capire che proporlo in modo diverso, con un approccio moderno e creativo può avvicinare anche i giovani consumatori, oltre a rappresentare per il ristorante un elemento di attrazione in più. Penso all’utilizzo delle mezze bottiglie, alla possibilità di portare a casa la bottiglia non finita o di potersi portare la propria bottiglia da casa pagando il servizio.
Commenti
Qualita intrinseca del prodotto,competenza ,nel saper abbinare
Il vino al cibo,ovvero saper ascoltare il silenzio del vino x poter dar voce al cibo.