In Italia 1.800.000 ragazze e ragazzi compiono gli studi universitari, 2.700.000 frequentano gli Istituti Secondari di Secondo Grado, circa 35 mila sono i dottorandi (di cui la metà senza borsa di studio). Per noi studiare dovrebbe essere un diritto, viceversa spesso risulta impossibile dal punto di vista economico e non solo. Per welfare studentesco intendiamo l’insieme degli interventi che direttamente o indirettamente contribuiscano a migliorare la condizione dei soggetti in formazione all’interno del territorio in cui vivono.
Oggi nelle città si gioca un’importantissima partita, uno scontro, spesso impari, tra i grandi interessi privati e speculativi e la volontà collettiva di partecipazione democratica dal basso, uno scontro che deciderà la via d’uscita da questa crisi. Come soggetti in formazione vogliamo giocarci fino in fondo questa partita, per costruire un welfare e una modalità di gestione dei beni comuni capace di favorire percorsi di vita rispettosi dell'autonomia del singolo nella propria progettazione umana, lavorativa e formativa.
In tutti i paesi dell'Unione Europea, tranne Italia e Grecia, esistono forme di reddito diretto per i soggetti in formazione. Il reddito permette la conquista di un'autonomia sostanziale dello studente dalla famiglia, e va quindi concepito come un sistema di servizi ed erogazioni monetarie su base universalistica, in grado di dare a tutti l'opportunità di costruire liberamente un proprio percorso di vita. Chiediamo quindi una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, che preveda il reddito di formazione, tramite la costituzione di un fondo per il futuro, finanziabile tramite il taglio delle spese militari, la tassazione delle rendite finanziarie e delle transazioni internazionali, la lotta all'evasione fiscale, l'emersione del vasto campo dell'economia sommersa e una nuova imposta di scopo, fortemente progressiva.
Gli interventi necessari per costituire un reale reddito di formazione (diretto e indiretto) e quindi garantire la cittadinanza studentesca si possono riassumere nei seguenti cinque punti:
1 - Diritto alla partecipazione
2 - Diritto allo studio e libero accesso ai saperi
3 - Diritto all’abitare
4 - Diritto alla mobilità
5 - Diritto alla salute
[Veneto] Tagli all'ESU, aumenteranno i prezzi delle mense
Lunedì 06 Febbraio 2012 20:09
Delgiu
In data 19/1/2010 il commissario straordinario dell'Esu Padova, Rocco Bordin, in un incontro con i rappresentanti degli studenti dell'Università degli Studi di Padova ha messo quest'ultimi a conoscenza della volontà dell'amministrazione regionale del Veneto di operare un taglio del circa 20% ai fondi destinati per l'anno 2012 al finanziamento del diritto allo studio regionale. Taglio che, sommato a quello del 10% dell'anno scorso, raggiunge quasi un terzo dei fondi di solito messi a disposizione dalla regione.
Due giorni fa abbiamo avuto la conferma del taglio di un milione di euro al bilancio dell'ESU Padovano. Sembra superfluo dire quanto questi ultimi tagli previsti dalla regione mettano in ginocchio un sistema già pesantemente colpito negli ultimi anni. Add a comment |
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