Testo di presentazione della campagna.
sMONTIamo la manovra: ecco il testo completo
Martedì 06 Dicembre 2011 12:00
Lorenzo
La manovra varata dal governo Monti è ben lontana delle promesse di equità e di discontinuità rispetto a Berlusconi con cui il nuovo presidente del consiglio si era presentato tre settimane fa. Il repertorio delle misure adottate è il solito, quello a cui ci aveva abituato Tremonti, quello delle finanziarie del risanamento degli anni '90: blocco delle rivalutazioni delle pensioni, aumenti vari di accise e tariffe, tagli alle regioni, alla sanità, agli enti locali. Metodi semplici e rapidi per fare cassa, a cui si aggiungono la nuova imposta sugli immobili e soprattutto l'attacco ai lavoratori, tramite l'innalzamento dell'età pensionabile fino a 66 anni (record in Europa) e il passaggio al contributivo, con la conseguente diminuzione netta delle pensioni. Insomma: tutte le belle parole sull'equità, sull'innovazione, sulla volontà di mettere in campo riforme coraggiose per l'uscita dalla crisi si sono dimostrate, almeno per ora, solo chiacchiere. Alla prova dei fatti, il governo Monti ha fatto, con minore approssimazione e maggiore credibilità, più o meno quello che hanno fatto i governi che l'hanno preceduto: fare cassa in fretta con provvedimenti che mirano ai segmenti più facilmente raggiungibili della ricchezza nazionale, cioè il lavoro dipendente, la pensione, la casa di proprietà, la spesa sociale. Restano intoccati, ancora una volta, i grandi privilegi di questo paese: le spese militari, le grandi rendite patrimoniali, i beni della chiesa, l'evasione fiscale. E soprattutto non c'è traccia delle tanto strombazzate riforme per guardare al futuro. L'urgenza è fase cassa, per raggiungere il miraggio del pareggio di bilancio entro il 2013, tanto che la riforma delle pensioni, giustificata strumentalmente come riequilibrio generazionale tra giovani e anziani, si riduce di fatto a un gigantesco trasferimento di denaro dai contributi dei lavoratori al bilancio dello stato, con una logica di progressività al contrario mai vista prima. Insomma: intanto si alza l'età pensionabile dal 2012 a livelli che oggi nessun paese europeo raggiunge (al massimo c'è chi sta prevedendo di arrivarci nel giro di dei prossimi due o tre decenni) e si abbassano le pensioni di chi oggi lavora, mentre sul fronte della vera emergenza previdenziale, cioè la contribuzione bassa e discontinua dei giovani precari, ci si limita all'abolizione (finalmente, lo chiedevamo da tempo!) del limito minimo di 3 anni di permanenza nello stesso posto di lavoro per la totalizzazione dei contributi pensionistici Quest'ultima è una delle poche luci, insieme ala conferma degli incentivi per il risparmio energetico e a poco altro, in una manovra che vede soprattutto ombre. Il governo Monti si dimostra, almeno per ora, schiavo della logica dell'austerity, incapace di mettere in discussione i dogmi del pareggio di bilancio e di immaginare una via d'uscita alternativa alla crisi, che sappia mettere al centro i saperi, la riconversione ambientale dell'economia, il welfare, i beni comuni. Noi non abbiamo pregiudiziali contro alcun governo, ma non siamo neanche disposti a fare sconti né a farci abbindolare dal coro ipocrita di una politica che si limita ormai ad applaudire decisioni prese altrove. Noi, studentesse e gli studenti della Rete della Conoscenza, continueremo a mobilitarci contro ogni manovra di austerity che scarichi su di noi i costi della crisi. Parteciperemo insieme a tutti i soggetti sociali organizzati ai presidi e alle assemblee dei prossimi giorni, saremo in piazza il 12 dicembre in tutta Italia con i lavoratori e le lavoratrici nello sciopero generale proclamato dalla CGIL, e il 17 e il 18 dicembre ci riuniremo in una grande assemblea nazionale studentesca, a Roma, per discutere di un'AltraRiforma di scuola e università, di come rendere le nostre città vivibili in maniera attiva, di come costruire un'altra Europa, consapevoli che dalla crisi si esce solo mettendo le nostre idee e i nostri saperi al servizio di un nuovo modello di sviluppo, basato sulla giustizia sociale e ambientale e sulla partecipazione democratica. ---------- Ecco il testo completo della manvora: Open publication - Free publishing - More crisi |
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