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LUNI TRA STORIA E DESIDERIO

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La "splendida civitas nostra lunensis"


[citazione proviene da un'iscrizione lunense in bronzo conservata al Museo di Bologna]


La cittadina di Luni nasce come colonia romana nel 177 a.c. a circa 2 km di distanza

 dal mare. Il nome deriva dalla dea Lunae per la linea falciforme del territorio

che sembra voler confermare l'analogia con la luna.
La particolare ubicazione di Luni, al confine tra Etruria e Liguria, garantiva ai romani

 il possesso dei Liguri. Nel 155 a.c. i Liguri furono vinti da Claudio Marcello e definitivamente assoggettati a Roma (dentro il museo conservata un'iscrizione sull'abaco di una colonna di marmo, su cui si sarebbe dovuta trovare la statua del vincitore).
La cittadina tagliata dalla via Aurelia detta, in quel punto, via Aurelia Scauri dal censore che la costru nel 109 a.c.
Le numerose iscrizioni lunensi testimoniano la presenza di vari culti divini

o riportano la vita e le gesta di illustri personaggi appartenenti a strati sociali elevati come magistrati, industriali e commercianti. La maggior ricchezza del luogo era rappresentata dal marmo. Il marmo di Luni veniva trasportato a Roma e in altre regioni italiane per essere impiegato nella creazione di statue e altre suppellettili. Monete di zecche orientali e occidentali, in uso tra III e IV secolo, testimoniano una certa floridezza economica.
Nel periodo tardo imperiale (275 d.c.) la cittadina divenne sede vescovile, sotto la guida di Eutichiano che esercit un forte potere politico oltre che religioso e, fu eletto poi papa. Dopo la caduta dell'Impero d'Occidente, Luni rimase in un felice isolamento, lontana dalle rotte dei barbari, e importante centro marittimo dei bizantini, fino all'avvento dei Longobardi che la distrussero (con il re Rotari) e la dominarono.
Piu' tardi, subi' numerose incursioni da parte di normanni e saraceni. Queste, assieme a catastrofi naturali (alluvioni), malattie e lotte feudali, provocarono alla cittadina un declino inarrestabile e definitivo. Nel 1204 la sede vescovile fu trasferita a Sarzana e Luni cadde nell'oblio, divenendo un "nudo e vano nome" [F.Petrarca].
GLI SCAVI
Il Rinascimento, con il suo desiderio di riscoperta della classicit, port alla luce Luni dall'oblio in cui era caduta.
Tale eredit rinascimentale pass direttamente al gusto settecentesco dell'erudizione che spingeva gli studiosi a ricercare fonti e reperti archeologici insoliti (non dimentichiamo poi che cominciava a nascere nell' Italia - divisa e assoggettata agli stranieri - un mito nazionale basato sul recupero di un patrimonio culturale comune rappresentato dai classici, pertanto ogni scoperta del mondo antico consolidava quel senso di appartenenza). L'Ottocento, con mezzi adeguati, diede il via alla ricerca archeologica e ad intensificare l'opera di scavo, e naturalmente anche Luni ne fu coinvolta.
Ma per Luni, fu importante e decisiva l'opera di recupero di un imprenditore locale di fine secolo, C. Fabbricotti: la sua collezione pass al Museo Civico di Spezia e, in parte, all'Accademia di Carrara. Dopo il Fabbricotti, l'impegno nei confronti della cittadina si fece piu' serio e puntuale: nel 1950 hanno avuto inizio gli scavi della Soprintendenza alle Antichit della Liguria, approfonditi poi, a partire dal '70, con i contributi del CNR di Milano.
Della citt si conservato il nucleo centrale e alcuni monumenti: la porta orientale, resti di mura, la casa romana con pavimenti a mosaico che rappresentano Ercole con l'arco, le stagioni, qualche figura danzante. A ridosso della cinta muraria si trova il maggior rudere della citt: il Grande Tempio, simile al Capitolium per le sculture fittili frontonali (conservate al Museo Archeologico di Firenze, si possono vedere i modelli fotografici nel museo di Luni).
Tali sculture, seppure di origine neo - attica, recano qualche tratto di influenza etrusca, a riconferma della vicinanza e degli scambi fra le due civilt: la ligure - lunense e l'etrusca.
In questa parte centrale della citt lo scavo ancora in corso e porta alla luce ora resti di appartenenza all'epoca di fondazione della colonia, ora resti di epoca repubblicana e imperiale.
Tuttavia l'Odeon, l' Anfiteatro che, soprattutto colpisce e impressiona il visitatore. Esso si presenta per forma e struttura, come il calco in miniatura dei grandi anfiteatri di epoca classica e conserva basi in muratura per statue, la cavea anche se malridotta, il portico su tre lati. Risultano riconoscibili la zona del pulpitum e della scena. Altri resti sono rappresentati dai ruderi del campanile e delle absidi della basilica.
Dall'opera di scavo piu' recente emerso il complesso del Foro, con il colonnato e i portici laterali e il Capitolium modellato sul Capitolium di Roma. In corso di scavo ancora una Domus con pavimenti in marmi policromi a motivi geometrici, affreschi ed ampio giardino.

IL MUSEO
Negli anni '60 fu edificato il Museo, al centro della citt antica, dove sono esposte le piantine degli scavi, la foto aerea, la pianta della citt (riprodotta anche in pietra serena all'esterno del Museo), un riassunto delle vicende storiche della citt e pannelli con una scelta fotografica dei resti emigrati altrove. Nel salone ci sono alcune statue rappresentanti un togato, una principessa giulio - claudia con cornucopia, le iscrizioni di Claudio Marcello, Acilio Giabrione e altri personaggi, caapitelli e un mosaico geometrico di et repubblicana. Nella galleria vi sono elementi di decorazione architettonica e teste marmoree mentre nelle vetrine: bronzetti, frammenti di affreschi, una coppa in vetro 'millefiori' dalla splendida villa romana di Bocca di Magra, capitellini marmorei, cornici in bronzo, ambre, vetri, gemme, testimonianze di produzioni diverse e di vivaci scambi commerciali.
Non mancano decorazioni in terracotta provenienti dal Capitolium e dal Tempio. Infine, vi sono i ritratti di Augusto, Agrippina Maggiore e il busto di Gemello, figlio di Tiberio Imperatore che ci sono pervenuti dagli ultimi scavi

 

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Museo di Luni

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