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ArsKey Magazine | ArticoloBruno Munari, Opere.
Autore: Rebecca Mombelli
Data: 23.05.2012
Vai alla sede: Dep Art Gli artisti correlati: Bruno Munari Mentre in tutta la città impazzava il Fuori Salone e il design tornava ad avere la meglio sulla moda, alla DepArt Gallery inaugurava la nuova mostra, dedicata a Bruno Munari. Non si può pensare ad un artista dell’ultimo secolo più milanese di Munari, e nemmeno uno più poliedrico; a Milano è regola che la sua figura sia associata alla didattica, per il ruolo da lui assunto alla Pinacoteca di Brera e agli studi in questo campo. Ma è proprio nel design che invece Munari vedeva la possibilità espressiva della sua creatività: il progetto è stato per lui ricostruzione in una nuova chiave di qualcosa di già esistente o riqualificazione di qualcosa di già usato. Ripensare, trovare che nulla è da buttare e che invece in ogni oggetto (e in ogni idea) esiste sempre un’applicazione, una vita. Le vie battute da Munari sono così eterogenee che anche definirle risulta difficile. Studi per Negativi-Positivi, 1950 tecnica mista su carta cm 35x50 Xerografia originale, 1968 cm 37x25 È proprio questo momento di transizione dalla pittura a qualcos’altro che la mostra proposta da Antonio Addamiano sottolinea: innanzi tutto una serie di Positivo-Negativo dove sono in atto le ricerche ottiche che negli stessi anni legano gli artisti dell’Arte Programmata (di cui il nostro ha fatto parte per un periodo); ma sono anche un superamento dell’arte astratta, in quando mettono in evidenza ogni parte del dipinto allo stesso modo, in dipendenza dallo sguardo dello spettatore. In galleria tre opere sono presentate con il loro bozzetto originario (Negativo-Positivo 1989 e Negativo-Positivo 1959-89), oltre ad un Negativo-Positivo Curvo raramente ricordato altrove. Novità assoluta è l’autoritratto in xerografia, originale, del 1968, che accompagna le altre xerografie, sia in bianco e nero sia a colori. E infine, più vicine ad un concetto di design a noi più prossimo, le Ricostruzioni, idea che Munari perseguì per quarant’anni, affidando al caso la costituzione di un oggetto, appunto immaginato, da ricavare attraverso i materiali più svariati. A concludere la visita anche una vasta rappresentazione per la serie Curve di Peano alcuni pezzi scultorei. La DepArt Gallery presenta Munari in una nuova ottica, slegato da qualsiasi complicazione esterna, slegato da qualsiasi correte gli sia capitato di frequentare, slegato da qualsiasi teoria abbia mai enunciato, per far luce su un momento chiave della sua ricerca che ha segnato poi lo sviluppo futuro della sua carriera d’artista, di designer e anche di teorico. Tutto questo con la stessa chiarezza e semplicità che caratterizza gli spazi espositivi e con la disponibilità e accoglienza di sempre. In copertina: Ricostruzione teorica di un oggetto immaginario, 1971 cm 60x80
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