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Commenti e riflessioni a questi articoli sul Forum

 

 

Articoli:

  • La trasformazione necessaria di Paolo Vittozzi   spacer
    Alla fine della Conferenza Rio+20, la dichiarazione condivisa dei capi di stato stata: "Rinnoviamo il nostro impegno per uno sviluppo sostenibile e per garantire la promozione di un futuro sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale per le attuali e le future generazioni. La prima volta che si parl di questi temi ufficialmente fu a Stoccolma nel 1972: 40 anni fa!!! Nel 1987 la commissione Bruntland forn la definizione, poi condivisa da tutti, di sviluppo sostenibile. Ma nessun seguito: sono passati 25 anni.

  • Forza, potenza e potere di Alessandro Bertirotti e Valeria Succi
    Quanto abbiamo utilizzato le parole che danno il titolo a queste brevi considerazioni nel corso della nostra vita quotidiana e quante altre volte le abbiamo lette? Non è certamente possibile fare un conteggio, anche se possiamo renderci conto che, in parecchie declinazioni, questi termini fanno parte del nostro linguaggio comune. Le sentiamo alla televisione con una certa frequenza, le leggiamo, sui quotidiani, le ascoltiamo alla radio, e noi tutti pensiamo di conoscere esattamente il loro preciso significato e, nello stesso tempo, la differenza che le caratterizza.
    Ecco perché vogliamo ora ragionare proprio su queste tre parole, che noi autori giudichiamo importanti, specialmente all’interno della crisi economica mondiale che stiamo attraversando.

  • Il disucane di Alessandro Bertirotti
    Mi è capitato, e spesso faccio in maniera che mi capiti, di fare notare, tanto agli studenti che ai partecipanti di una conferenza, che l’unica specie in grado, consapevolmente, di essere disumana sia appunto la nostra. È difficile trovare in natura qualche altra specie che sia, per così dire, disugatta, oppure ancora disucane.
    Al di là del sorriso che sicuramente avrete prodotto leggendo questi due nuovi termini, se ci pensate attentamente non ho poi detto nulla di così lontano rispetto alla nostra difficile realtà attuale. Sì, proprio noi, la specie dotata di coscienza e di linguaggio è quella in grado di allontanarsi, con attenzione e strategia davvero invidiabili, dalla sua dimensione naturale: l’umanità.
    Cerchiamo allora di capire meglio cosa possiamo intendere con il termine umanità.

  • Ricerca dell'Equilibrio (RDE)
    Teoria per la fondazione del nuovo Umanesimo Scientifico del Terzo millennio di Francesco Pelillo
    Per quanto riguarda le faccende umane, da sempre cerchiamo una spiegazione alle incongruenze e alle ingiustizie di questo mondo. Le disparità ci appaiono così macroscopiche e inconciliabili con il nostro senso di equità, da averci costretto a introdurre i concetti di premio/punizione nell'aldilà o di fortuna/sfortuna e di reincarnazione nell'aldiquà. A me queste giustificazioni non sono mai bastate, quindi, ho sempre cercato di scoprire le "necessità" che determinano gli accadimenti, per trovare una legge che garantisse la giustizia, già qui in questa dimensione, alla conclusione di ogni esistenza. In questa ricerca, che dura da quasi cinquant'anni, ho provato ad analizzare tutti gli accadimenti della mia vita e di quelle di chi mi circondava, spogliandoli da tutte le valenze sociali e culturali del momento e del luogo in cui avvenivano, per valutarne l'effetto soggettivo nella mente di coloro che li vivevano e con un metodo, diciamo così, di riduzionismo psicologico sono arrivato alla conclusione che tutte le sensazioni umane, fisiche e psichiche, provocate dall'ambiente esterno o dal nostro agire e pensare, siano classificabili, con maggiore o minore intensità, come negative o positive.

  • Lettera agli Spirituali sulla verità e sull’Equilibrio Evolutivo di Giancarlo Braido
    Dopo aver percorso una certa parte del proprio percorso di vita, ogni persona ritiene di aver avuto sufficienti insegnamenti dai suoi simili e dalla vita in generale da poter trarre delle conclusioni e ritenere tali conclusioni conseguenti ad un buon grado di consapevolezza raggiunto.
    Per quanto mi riguarda, ritengo di poter trarre alcune di queste conclusioni.

  • La mente può davvero conoscere se stessa? di Luciano Peccarisi

    Molti credono di conoscersi ma in realtà, quando dicono "io so chi sono”, “io mi conosco”, non dovrebbero esserne invece così sicuri. Che la mente può conoscere meglio se stessa delle altre cose, è un giro di parole, che non porta da nessuna parte. Spesso invece conoscere il resto del mondo è più semplice che conoscere noi stessi. Del resto non siamo tanto certi nemmeno di possedere un "mentale". Nessuno lo ha dimostrato. Tuttavia gli altri, in effetti, potrebbero essere tutti degli automi ma, noi sentiamo di non esserlo per niente, di agire perché lo vogliamo, di fare cose senza impedimento alcuno.

  • Perché la filosofia? di Domenico Pimpinella
    E’ dai tempi di Aristotele che si crede che l’"amore per la sapienza" ci derivi indubitabilmente dalla meraviglia, da quel primordiale stupore sgorgato come acqua di fonte da una consapevolezza che, a differenza degli altri animali, ci consente di starcene sul davanzale del mondo a scrutale l’inessenziale. Così da questa condizione, da una nuova e più ampia coscienza sarebbe nata per alcuni l’esigenza di spiegare, a volte ricorrendo a complicati ragionamenti, enti, relazioni, situazioni, emozioni che non ci sono immediatamente comprensibili, ma delle cui spiegazioni si potrebbe, tutto sommato, anche fare a meno.
    Ma allora, perché la Filosofia?

  • Quale amore? Quale felicità? di Domenico Pimpinella

    Questo lavoro è una proposta, un’ipotesi mirata che si pone lo scopo di farci prendere coscienza di come ci stiamo allontanando sempre più da una logica vitale necessaria alla sopravvivenza dell'uomo.
    Quale amore? Quale felicità? Vuole esplorare soprattutto due domande:
    - Perché non possiamo preoccuparci solo delle nostre singole sopravvivenze, soprattutto se pensiamo di perfezionarle e portarle alla massima agiatezza?
    - E di conserta: perché non può esserci felicità senza amore?
    A chi, quindi, non si è ancora rassegnato, a chi non riesce a credere all’attuale meschino modo di vivere, all’egoismo, alle illusioni che ci sono state proposte come rimedi da ciarlatani di ogni specie, l’autore si sente di dire che ci sono modi che ci consentono di impiegare senz’altro meglio le nostre enormi potenzialità mentali.
    Possiamo senz’altro, con una diversa consapevolezza, capire cosa dovrebbe fare praticamente ognuno di noi per avviare una trasformazione interiore verso la crescita di una socialità autentica e incamminarci fiduciosi verso un destino migliore.

  • Cristianesimo esoterico di Norman D. Livergood
    All’incirca tra il 25 e il 30 e.V. un maestro mistico di nome Gesù iniziò a parlare alla gente di un regno dello Spirito in cui il sovrano si fa servo e della possibilità di una rinascita in una Coscienza Superiore.
    Gesù inoltre spiegò che il suo messaggio constava di una insegnamento pubblico (essoterico), rivolto a chiunque, e di uno superiore (esoterico) riservato agli iniziati.

  • Il Cristo Eterno. Gesù o il dio sole? di autori vari
    La vita di Gesù narrata nei Vangeli coincide con gli antichi miti, un fatto che ha dato adito a un dibattito ancora aperto, tanto nel seno della cultura cristiana che di quella profana. Qual è il significato della ripetizione di questa storia sacra? Perché sorge in modo spontaneo in tutte le civiltà del mondo?

  • Islam e ragione di Nomask Cesarscoin
    Una riflessione intellettualmente onesta sull’Islam. L'autore tratta l’argomento riconoscendo la genialità di Maometto e allo stesso tempo i segni evidenti del suo invecchiamento dopo tanti secoli. Qualsiasi mentalità cambia, se vive. Se una civiltà rifiuta il progresso perde l’originalità del tempo in cui è nata e ne trattiene solo la barbarie. E chi giudica la validità o meno di un’idea? Solo la ragione umana che è l’unico corrispondente di Dio o interprete della realtà. Questo è il solo strumento che i credenti e non credenti posseggono, e perciò se l’usano razionalmente e ragionevolmente concludono in sintonia per agire rettamente. L’Islam è trattato in modo “appassionatamente” spassionato.

  • Se Dio è uno, perché tante religioni? di Franco Capone
    Nel nome di uno stesso Dio ebrei cristiani e musulmani pregano amano, guardano al futuro, ma può accadere che si facciano anche la guerra. Negli ultimi tempi si tende a rimarcare differenze piuttosto che somiglianze: molti utilizzano luoghi comuni, scambiando tradizioni locali per vera religione, senza risparmiarci qualche “leggenda metropolitana”.

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