• Home
  • 10×100
  • Contatti/contacts
  • Download
  • Firma l’appello
  • Materiali processi
    • Devastazione e saccheggio
    • Diaz
    • Processo Sud Ribelle
  • Multilanguage
    • DEUTSCH
      • 10×100 unterschriftenappell
    • ENGLISH
      • 10×100: sign the call
      • The fundamental rights of shop windows
    • ESPANOL
      • 10×100: firma el apelaciòn
      • Los derechos fundamentales de los escaparates
    • FRANCAIS
      • Dix, aucun, trois cent mille
    • GREEK
      • Yπέγραψε την έκκληση
  • Newsletter
  • Rassegna Stampa
    • Parlano della campagna
  • Sostieni/Subscribe

15 ottobre: sulle ordinanze di custodia cautelare

spacer Comments (0)
di admin, 22 novembre 2012 18:08

Questa mattina il gip del Tribunale di Roma Riccardo Amoroso ha firmato cinque ordinanze di custodia cautelare per altrettanti manifestanti presenti a Roma il 15 ottobre dello scorso anno. Rischio di reiterazione del reato è la motivazione, probabilmente in vista delle numerose manifestazioni anche studentesche che stanno proseguendo in tutta italia.

Due compagni sono agli arresti domiciliari, uno di Savona e uno di Magenta (Milano, anche se si trova già in carcere), tre invece hanno gli obblighi di firma (2 a Roma e uno a Cosenza). I reati che gli vengono contestati insieme ai precedenti indagati in varie città d’Italia sono l’art. 419 devastazione e saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Gli episodi  riguardano l’assalto all’ufficio postale di via Cavour, il danneggiamento del distributore del carburante ENI di Largo Corrado Ricci, delle vetrine dell’agenzia Man Power di via Labicana, della filiale della Banca Popolare del Lazio di via Merulana, l’incendio della caserma dell’Esercito e di quella della Guardia di Finanza di via Labicana. Da un minimo di 8 ad un massimo 15 anni di reclusione è la pena prevista per i reati di devastazione e saccheggio. Dopo la cassazione di luglio sui fatti di Genova 2001 che vede un compagno e una compagna in carcere, questo sembra oramai lo strumento normativo per reprimere il dissenso in piazza accanto alla resistenza pluriaggravata che prevede una pena che va da un minimo di 3 ad un massimo di 15 ani di reclusione.

I media continuano a parlare di anarchici e tifoserie violente senza rendersi conto che alla manifestazione del 15 ottobre 2011 era sceso in strada un movimento che si oppone a queste logiche economiche di sfruttamento. Si conferma una tendenza che è quella di elevare al massimo la repressione per i fatti di piazza per conseguire due obiettivi: dissuadere i cittadini dal partecipare alle proteste di piazza (le notifiche di questa mattina ne sono una conferma visto che in questi giorni le piazze sono piene di proteste soprattutto studentesche); convincere tutti e tutte coloro che vanno in piazza che bisogna protestare educatamente nei recinti e nei percorsi prestabiliti dalle forze di polizia.

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer 15 ottobre | spacer 15 ottobre, devastazione e saccheggio

G8-2001, Diaz: chiesti 3 anni per il questore del G8

spacer Comments (0)
di admin, 22 novembre 2012 10:50

Non risulta ancora uscita la sentenza..

di Checchino Antonini da Popoff

Tre anni e senza attenuanti per aver mentito in Aula per “accomodare” la posizione del suo capo d’allora, il potentissimo Gianni De Gennaro. E’ arrivata oggi la richiesta di pena per l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, accusato di falsa testimonianza nell’ambito del processo per i fatti della scuola Diaz.
A pronunciarla il pm Enrico Zucca, lo stesso pm che, assieme al collega Francesco Cardona Albini, ha avuto l’ardire di accusare i vertici della polizia per la mattanza di quella notte di luglio 2001 nel dormitorio dei no global che erano andati a Genova a contestare il G8.

L’ex questore Colucci, a capo in quei giorni della centrale operativa delle forze dell’ordine, avrebbe ritrattato in aula la sua testimonianza su diversi punti chiave della sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, per la quale la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva per falso, calunnia e lesioni 25 funzionari di polizia. Prosegui la lettura 'G8-2001, Diaz: chiesti 3 anni per il questore del G8'»

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer diaz | spacer diaz, Francesco Colucci, Gianni De Gennaro

Quando la Severino elogia il codice Rocco

spacer Comments (0)
di admin, 22 ottobre 2012 12:32

di Checchino Antonini

«Se da venticinque anni non si è provveduto ad abrogare il codice Rocco non è perché sia mancato il tempo necessario ma solo per una precisa volontà politica di mantenerlo in vigore al fine di utilizzare gli aspetti più repressivi, soprattutto contro le lotte popolari».
Già nel 1971, i detenuti in rivolta alle Nuove di Torino denunciavano il contrasto tra lo spirito della Costituzione e il Codice Rocco e anche tra questo e la Convenzione internazionale dei Diritti dell’Uomo.
Quarantuno anni dopo quella rivolta, Paola Severino, ministra della Giustizia pro tempore ha colto l’occasione del dibattito al Senato sulla legge per la corruzione per un incredibile elogio del Codice Rocco per il suo valore insuperato. Orgogliosa, la Guardasigilli di Monti, ha spiegato che pure Alfredo Rocco era un tecnico. Rocco, però, finge di non saperlo, fu il teorico dello stato etico e il suo Codice fu il fondamento teorico del fascismo e della dittatura. Era per Mussolini, quello che la Severino è per Monti. In quel che resta dei circuiti di sinistra c’è chi ha parlato di una «provocazione rivelatrice».
Proprio a metà luglio, grazie al Codice Rocco, è stato possibile condannare dieci manifestanti del G8 2001 a dieci anni di galera solo per aver rotto una vetrina mentre per gli alti papaveri coinvolti nella macelleria messicana della Diaz le pene sono state molto più miti e la galera nemmeno per idea visto che le prescrizioni sono fioccate puntuali. Avverte Cesare Antetomaso, portavoce dei Giuristi democratici di Roma e membro dell’esecutivo nazionale Gd, che «Occorre particolare prudenza quando si maneggia la tecnica. Perché essa di rado è neutra.
Se è vero che l’impianto del codice Rocco è tuttora valido, è altrettanto vero che la parte speciale è indubitabilmente figlia della cultura giuridica dell’estensore, teorico e propugnatore dello Stato etico e tra le massime figure intellettuali del regime fascista. Ce n’è abbastanza per pretendere le dimissioni della Ministra Severino e invocare la rapida approvazione della bozza Pisapia di riforma del codice penale».

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer 10x100 | spacer codice Rocco, Severino

10×100: e’ il momento di partecipare

spacer Comments (0)
di admin, 14 ottobre 2012 12:45

Alla fine di luglio scorso avevamo dichiarato di voler continuare la campagna 10×100. Non solo perché i processi non sono finiti ma anche perché siamo convinte e convinti che solo così potremo mantenere viva la nostra memoria sulle giornate di Genova e imparare da oggi in poi a fare fronte alle vicende giudiziare con la solidarietà e la forza che attraverso il web ci avete dimostrato.

Se un compagno e una compagna sono oggi in carcere, presto riprenderà il processo per i cinque che dovranno tornare in appello, un altro capitolo della storia giudiziaria di Genova che sta per riaprirsi.

Le spese totali dei processi ad oggi ammontano a circa 80 mila euro, cifra destinata a crescere con l’imminente ripresa dell’appello. Una cifra insostenibile per chiunque di noi, che eravamo lì nel 2001.

Insostenibile perché mette una ipoteca sulla vita delle persone, che si aggiunge alle misure detentive.

Pensiamo che sia importante far sentire la forza dei 300 mila che erano a Genova sostenendo le spese legali delle e degli imputati, per questo invitiamo tutte e tutti a sottoscrivere attraverso il sito di supporto legale www.supportolegale.org, o direttamente quiwww.buonacausa.org/genovag8,
per far sentire a tutte e tutti la nostra solidarietà.

Se riusciamo a versare tutti anche un simbolico euro,
riusciremo a coprire le spese che gli imputati si trovano a sostenere da soli.
Altrimenti no.

Vorremmo poi, che la campagna diventasse uno strumento per ragionare su quanto accade nelle piazze e sul reato di “devastazione e saccheggio”, su cosa significhi per lo Stato e i suoi apparati il termine “ordine pubblico”, quello stesso ordine pubblico che i 10 imputati per Genova 2001 avrebbero turbato.

E’ tempo, pensiamo, di capire da che parte stare..
se dalla parte di chi ruba nei supermercati o rompe i bancomat delle banche o
dalla parte di chi le costruisce.

La campagna 10×100

www.10×100.it

info@10×100.it

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer 10x100 | spacer 10x100, supporto legale

Dal Messico per Alberto e contro il carcere

spacer Comments (1)
di admin, 3 ottobre 2012 21:57

Ho un amico che si chiama Alberto che sta in galera

Ho un amico che si chiama Alberto che sta in galera

Alberto l’hanno rinchiuso perchè s’è ribellato a un ordine ingiusto e cieco

Alberto sta pagando un caro prezzo per difendere la potenza dei nostri sogni

Alberto ha gli occhi scuri e profondi e una scintilla s’accende veloce quando parliamo di resistenza

Alberto ha sempre odiato il carcere, giorno dopo giorno

Alberto quando l’hanno arrestato l’hanno torturato, l’hanno umiliato…

…l’hanno braccato decine di agenti e l’hanno costretto a camminare solo verso la cella

Il potere, per accanirsi contro Alberto, ha montato un processo farsa e l’ha condannato a marcire in galera per troppi, troppi anni…
Una sentenza spropositata per un capro espiatorio, una infame vendetta di Stato
Fanno pagare ad Alberto le lotte di tutti e tutte…
…vogliono così intimorire la gente, farla rassegnare al presente perpetuo del capitalismo.
Alberto è uno, nessuno, è trecentomila.
Alberto è uno, nessuno, è trecentomila.
Alberto è un indigeno tzotzil del Chiapas
Alberto è un libertario romano Prosegui la lettura 'Dal Messico per Alberto e contro il carcere'»

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer testimonianze | spacer Alberto, Messimo, Renato, renoize

Bolzaneto e Ponte Galeria i torturatori sono sempre gli stessi

spacer Comments (2)
di admin, 5 settembre 2012 13:39

Continuiamo a parlare di Genova di quello che successe in quel luglio del 2001 quando venne ucciso Carlo Giuliani, quando fu aperto quel luogo di tortura chiamato Bolzaneto. Di quelle giornate a pagare sono 10 persone, compagne e compagni accusati di devastazione e saccheggio che hanno preso dai 7 ai 14 anni di carcere. Due di loro si trovano rinchiusi a Perugia e a Milano mentre i torturatori continuano a torturare e a far carriera nella polizia. Proponiamo questo articolo preso dal blog laparoladegliultimi che ci ricorda chi era ed è Massimo Pigozzi, torturatore a Genova, a Bolzaneto e nel lager per migranti senza documenti Ponte Galeria, condannato recentemente per stupro. Ci soffermiamo su di lui non perchè pensiamo sia la solita mela marcia. Episodi di stupro, violenze, abusi è ormai risaputo sono l’ordinario in caserme, cie e carceri. Quello che ci preme è continuane a ricordare e voler sapere se questo personaggio è ancora nella polizia. Così come dovrebbero essere stati sospesi Gratteri e Luperi condannati per i fatti della Diaz, i cui nomi invece troviamo ancora nelle cronache. 11 anni sono passati da quel luglio del 2011 e la storia è sempre la stessa i compagni e le compagne in galera e i torturatori a far carriera.

Angela racconta cosa significa vivere in un lager di stato

Le persone che conoscono direttamente i Cie (centri di identificazione ed espulsione) e non si esprimono per sentito dire, hanno imparato che non sono luoghi dove poter fantasticare a occhi aperti. Anzi, sanno benissimo che sono posti dove i sogni vengono spezzati e dove si puo’ incontrare una delle più crudeli realtà del XXI secolo. E’ un accumulo di esseri umani, gettati in una fogna, dove ogni diritto è sospeso.Lo sa benissimo Miguel, che afflitto dalla disperazione, ingoia due pile e della candeggina. Non riesce a sopportare di sottovivere in prigione, senza aver commesso nessun reato. Compie un atto estremo e spera che qualcuno si accorga di lui, della sua storia, delle sue aspirazioni spezzate. Eppure, le istituzioni chiamano “ospiti” le persone che entrano all’interno di questi centri. Qualcuno si sorprende quando vengono chiamati Lager di stato. Qualcun’altro non resta turbato quando viene a conoscenza di storie raccapriccianti, perché sa cosa succede all’interno di quelle celle e qualcun altro ancora, è indifferente e accetta quel che può subire una persona colpevole di non avere un documento a portata di mano. Prosegui la lettura 'Bolzaneto e Ponte Galeria i torturatori sono sempre gli stessi'»
Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer testimonianze | spacer bolzaneto, Massimo Pigozzi, ponte galeria, tortura

Dal carcere di Perugia su Genova 2001

spacer Comments (0)
di admin, 2 settembre 2012 18:48

Ciao sono un detenuto ristretto nel carcere di Perugia

vi scrivo perché in tanti anni di carcerazione ho visto molte cose che vanno oltre la costituzione italiana. Un particolare che mi ricordo è stata la manifestazione del G8 del 2001.

Mi trovavo ristretto nel carcere di Pavia in una sezione di alta sicurezza. Una mattina venivamo convocati nell’aria di socialità dove il comandante dell’Istituto ci riferiva che aveva avuto una comunicazione dal Ministero di Grazie e Giustizia che 25 detenuti dovevano essere trasferiti in un carcere in Sardegna perché gli serviva la sezione libera perché dovevano portare 8 detenuti che secondo lo stato avevano preso parte alla rivolta del g8.

Io per mia fortuna sono riuscito a rimanere nello stesso carcere in quanto svolgevo la mansione di spesino e cioè il lavorante che consegnava il sopravvitto che i miei compagni possono acquistare con i propri fondi disponibili, ma a una condizione che io dovevo recarmi davanti alle celle di questi ragazzi tra cui una donna e mettergli delle condizioni sulla loro spesa.

Io naturalmente mi rifiutai e venni minacciato di un eventuale trasferimento. Ma dato che ero uno dei più vecchi che lavoravano ai conti corrent sono riuscito a farmi bloccare il trasferimento e quindi il mio compito era solo quello di ritirare le loro richieste e consegnarle.

Ricordo che questi ragazzi non potevano avere nessun tipo di contatto se non altro con la presenza di un agente di polizia penitenziaria, ma la cosa che mi ha sorpreso è che la ragazza ha dovuto passarmi la sua richiesta da sotto il blindato e che la spesa gli venisse consegnata direttamente da un agente.

Posso solo dire che sono stati trattati peggio dei detenuti che sono a regime di 41bis.

Non potendosi acquistare niente al di fuori di generi che non potevano essere usati con i fornelli che possiamo acquistare all’interno di qualsiasi istituto, potevano solo acquistare acqua, sigarette, biscotti e latte il resto erano costretti a sopravvivere con il vitto che passava l’amministrazione penitenziaria. Posso farvi immaginare cosa si possa mangiare in un carcere, la tortura nella tortura.

La cosa più impressionante è che il lavorante che portava il vitto l’avevano obbligato a mettersi un passamontagna in testa in modo che non si poteva riconoscere il viso, cosa che il lavorante stesso si rifiutava di indossarlo e di conseguenza è stata costretta una guardia a passare il vitto mai aprendo il blindato ma da un piccolo spioncino. La fortuna di questi ragazzi è stata che sono riusciti ad uscirne nell’arco di 20 giorni perché noi detenuti comuni capivamo che erano trattati peggio delle bestie e che la sofferenza dentro un carcere è già insopportabile se sei un detenuto comune, loro l’hanno passata nel peggior modo che si possa trattare un essere umano.

La contentezza di tutti noi detenuti del carcere di Pavia è stata la notizia della loro scarcerazione facendogli sentire la nostra solidarietà sbattendo le sbarre per più di un’ora!

Concludo dicendo che nelle galere dovrebbero farci passare solo anche un giorno a quei signori politici per provare la sofferenza quella vera e non solo parole parole parole!!!

Ragazzi io sono con voi fino alla morte!!!

Un detenuto che ha vissuto questa brutta esperienza in prima persona,

ciao ragazzi!!

Share this:
spacer spacer spacer spacer spacer

spacer testimonianze | spacer carcere, genova2001, Perugia

Dal carcere di Perugia una lettera di Fagiolino

spacer Comments (2)
di admin, 2 settembre 2012 18:47

Ciao,

Malgrado gli 11 anni trascorsi è ancora ben chiaro nella mia mente il ricordo che ci portò in quelle giornate a Genova, eravamo felici e pieni di speranze, eravamo più di 300.000 mila, tutte e tutti con la voglia di contestare i potenti, tutti e tutte con la voglia di costruire un mondo diverso (nel nome di un così detto movimento dei movimenti). Poi purtroppo qualcosa è andato storto, se così vogliamo dire, ed è successo quello che è successo: le violenze, i massacri e la morte (omicidio di Stato) di uno di noi, il nostro caro Carlo. Mi ricordo anche molto bene l’ipocrisia di chi giù in quei giorni cominciava a cavalcare l’onda dividenti i buoni da cattivi.

Il dopo Genova fu poi caratterizzato da quell’accanimento, da quella caccia alle streghe da parte della magistratura nei confronti di 25 tra compagni e compagne con l’accusa assurda del reato di devastazione e saccheggio.

A seguire poi il buio più completo, fino a quel 2008 quando la Corte d’Appello portò da 25 a 10 i compagni e le compagne accusate per quell’abominevole reato e, ricordo ancora bene quello che si percepiva dalla dichiarazione (in rete) rilasciata da Casarini dopo la sentenza, i “suoi 15″, i manifestanti modello e per questo giustamente assolti (alla faccia della solidarietà militante!).

gipoco.com is neither affiliated with the authors of this page nor responsible for its contents. This is a safe-cache copy of the original web site.