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IL MIO COMUNE

Campania

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La cucina era una stanzetta piena di profumi indimenticabili, dove si cucinavano: il sart di riso, i maccheroni al forno con le uova sode e le polpette e le melanzane, la frittata di spaghetti con le olive nere, i peperoni imbottiti, la testa di capretto al forno con pangrattato, capperi e olivelle, la scarola imbottita, il pesce arrosto bagnato con ...

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LE 10 RICETTE PIÙ VOTATE
  • 1

    Spaghetti con vongole al limone

  • 2

    Babà

  • 3

    Tortino di melanzane e pomodoro con mozzarella

  • 4

    Baccalà al gratin

  • 5

    Coviglia al cioccolato

  • 6

    Sartù di riso

  • 7

    Spaghetti alle vongole

  • 8

    Polpo in insalata

  • 9

    Acciughe crude

  • 10

    Gattò di patate

Aromi tra il Golfo e il Vesuvio

  • Mozzarella in carrozza
  • Sart di riso
  • Baccal al gratin
  • Sfogliatelle ricce
  • Melannurca campana
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Il limone, la mozzarella di bufala e la pizza

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DIZIONARIO

Campania

Babbà

Secondo la tradizione, il dolce sarebbe originario della Lorena, creato dall’intuizione di un re polacco qui in esilio.

Brucchiéra (vròcca)

È il termine napoletano che indica la forchetta d’uso quotidiano, ideata nel 1700 da Gennaro Spadaccini, ciambellano alla corte di Ferdinando II di Borbone.

Caverciere 'a 'nzalata

Si tratta del cavolfiore consumato in insalata, di semplicissima preparazione: l’aromatica varietà di cavolo viene dapprima ridotta a pezzi e cotta in acqua salata, poi condita con olio, capperi e acciughe e, una volta fredda, completata con olive, peperoni affettati e aceto.

’na tazzulella 'e cafè

È sempre il momento per una buona tazzina di caffè, ma che sia fatto con la caffettiera napoletana, quella che si volta quando l’acqua prende l’ebollizione perché passi attraverso il filtro con il caffè.

Pippiare

Altrimenti detto “pensare”, il termine indica un tipo di cottura prolungata e a fuoco lento di un umido, un intingolo o una salsa.

Provolone del monaco

A dispetto del nome, non ha nulla a che vedere con gli ordini monastici, ma richiama alla memoria un personaggio, pare realmente esistito, che compariva di tanto in tanto per commerciare il suo provolone e che, per via del mantello che lo ricopriva, veniva indicato come “il monaco” dai ragazzini dei vicoli.

Purpetielle affucate

Sono i polpetti (quelli “veraci” presentano su ogni tentacolo due file di ventose) cucinati in un umido di pomodoro e perciò, di fatto, affogati.

Puttanesca

Il termine si riferisce a un condimento per la pasta tipicamente partenopeo.

Timpano do' Vesuvio

È un tipico e saporito timballo di pastafrolla, imbottito con bucatini conditi con “rraù”, salsiccia, formaggio e passato in forno.

Zeppole

Un tempo, durante la festa di San Giuseppe (19 marzo), queste squisite frittelle diventavano cibo da strada: tutti i friggitori napoletani, infatti, invadevano le vie della città con padelle e casseruole per preparare in pubblico le zeppole.

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