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Il grado di civiltà... - Gocce di Saggezza

06-02-2012 21:58

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Il grado di civiltà di un popolo si misura da come tratta i più deboli” (Mahatma Gandhi*)

Ogni volta che avete fatto del bene a uno qualunque di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me. Ogni volta che avete fatto del male a uno qualunque di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me” (Gesù di Nazareth*)

Non me ne vorranno i due autori degli aforismi che ho citato, se mi sono permesso di modificare leggermente le loro parole (è questo il motivo dell’asterisco * sulla firma).

In un caso perché, sebbene nell’originale Gandhi parlasse specificamente di “animali”, tutta la sua vita è sempre stata rivolta a tutti i più deboli, tutti gli emarginati, tutti gli sfruttati. Nel secondo caso (la frase di Gesù di Nazareth), la citazione è stata riassunta per evidenti motivi di spazio.

C’è forse bisogno di scegliere se aiutare un essere vivente in difficoltà piuttosto che un altro? Sento molto spesso dire “ti curi di questi, ma non vedi che anche quelli hanno bisogno” (ad esempio, rivolto ai missionari che vanno in Africa, piuttosto che aiutare i poveri in patria, oppure a chi si occupa di un cane randagio, piuttosto che pensare alla fame nel mondo). Io penso invece che la spinta emotiva ad aiutare qualcuno sia la stessa: si “sceglie” uno piuttosto che un altro solo perché magari il caso ci ha spinto più vicini a uno piuttosto che all’altro. Del resto, se ognuno aiutasse gli emarginati che gli capitano vicini (i “prossimi”) o quelli che sente più “facile” aiutare, a prescindere da chi siano e senza pensare se ci sono altri che hanno più bisogno, almeno una parte di questi bisognosi avrebbero un aiuto.

 

 




 
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