15 gennaio alle 9:10
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10 gennaio alle 9:47
I temi regolatori e di crescita della rete Internet non si sono esauriti con il sostanziale fallimento della Conferenza di Dubai. Ne avevamo discusso poco tempo fa in occasione della pubblicazione del libro di Franco Bernabé, Libertà vigilata. Si tratta del resto di argomenti importantissimi che non possono essere lasciati ai soli addetti ai lavori (e questo è uno dei grandi meriti del libro di Bernabé) per la semplice ragione che incideranno profondamente sulle vite future di tutti.
Certo è sempre possibile sostenere che si tratti in molti casi di un mosaico di difficile composizione nel quale gli interessi dei diversi soggetti coinvolti sono spesso diametralmente opposti. Eppure a ben vedere il tema è esattamente quello della composizione di istanze differenti: nel caso di Internet per esempio i temi della libertà di espressione, della concorrenza, della sostenibilità dell’infrastruttura devono per forza trovare una composizione. Per forza. E ogni volta che invoco questa necessità ripenso ad una frase di Franco Carlini che su Eraclito ho citato anche in passato, questa:
Per non crollare. e ancora di più per progredire, le società umane hanno bisogno di essere continuamente alimentate da idee nuove ed utili. Queste possono “emergere” (usiamo ancora, volutamente, questo termine) solo attraverso processi di altruismo e cooperazione: è qualcosa di profondamente diverso dal riduzionistico perseguimento dei propri singoli interessi materiali.
La cosa complicata, che rende il nostro mondo umano così difficile, e spesso anche terribile, è che la cooperazione non è così facile da far fiorire come quella nella società degli insetti: è innervata di conflitti e guerre proprio perchè ogni singolo automa cellulare “pensa” anzichè puramente eseguire. E’ questo il prezzo che la specie umana paga al suo successo: avendo evoluto un grande cervello, non può affidarsi solo all’istinto e ai geni per produrre il proprio ambiente e per regolarsi. Deve rassegnarsi a collaborare. Deve rassegnarsi alla pace.
In questi giorni il Financial Times ha diffuso la notizia secondo la quale i grandi player delle TLC europei starebbero cercando un accordo per costruire una sola infrastruttura continentale. Anche in questo caso come per Dubai i temi che incrociano una ipotesi del genere sono moltissimi. Esiste un tema economico delle telco ovviamente, esiste una questione antitrust, esiste – importantissimo – un interesse diffuso dei cittadini che possono essere favoriti o meno da simili ipotetiche riorganizzazioni.
Rassegnarsi alla pace – per usare le parole di Carlini – significa comprendere che l’infrastruttura di rete è oggi la linfa delle nostre vite, non è più solo un tema di business o un argomento di indirizzo tecnologico puro e semplice. Se la rete ha raggiunto ogni ganglio vitale delle nostre esistenze nulla, fra le molte complicate questioni che la riguardano, potrà essere affrontata senza l’ampia visuale che riunisce la quotazione azionaria di Telecom Italia al futuro scolastico di mia figlia decenne e a un milione di altre cose lontanissime. Abbiamo un grande cervello, condannato a soluzioni difficili.
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8 gennaio alle 9:30
Lenovo sta esplorando nuovi format di utilizzo delle interfacce tecnologiche. Non è detto che non possano funzionare, per ora servono molti muscoli e parecchia attenzione.
(via daring fireball)
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3 gennaio alle 8:36
Si discute da anni con argomenti e punti di vista differenti sulla fine dei blog. Le opinioni e le evidenza al riguardo sono varie e contrastanti. Invece per quanto riguarda i Netbook pare non esitano dubbi. Il 2013 sarà l’anno della loro scomparsa.
Actually, the number sold in 2013 will be very much closer to zero than to 139m. The Taiwanese tech site Digitimes points out that Asus, which kicked off the modern netbook category with its Eee PC in 2007, has announced that it won’t make its Eee PC product after today, and that Acer doesn’t plan to make any more; which means that “the netbook market will officially end after the two vendors finish digesting their remaining inventories.”
(Via The Guardian)
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21 dicembre alle 16:37
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19 dicembre alle 11:55
Neelie Kroes, il Commissario Europeo all’Agenda Digitale, ha 71 anni. Ma è come ne avesse 20.
Io dico a chi non crede in questa agenda: se volete avere speranza non passate tutto il vostro tempo negli uffici di Bruxelles, andate a vedere i nostri imprenditori, le startup: stanno costruendo il futuro e lo stanno facendo più velocemente della Cina. (…) Io lavorerò senza fiato nel 2013 e nel 2014 per dare ai nostri giovani, i nostri imprenditori, le condizioni e gli incentivi che si meritano, in modo che tutti possano condividere i loro successi.
(via webnews)
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17 dicembre alle 8:53
Escono alcuni numeri di fine anno sull’utilizzo dei social network in Italia. Colpisce in particolare, nei dati prodotti dall’Osservatorio di Vincenzo Cosenza, la frenata di Twitter che negli ultimi 6 mesi avrebbe perso circa l’8% degli utenti attestandosi attorno ai 3.367.000. Impressionante anche il tempo medio di permanenza mensile rispetto a Facebook, 17 minuti Twitter contro le quasi 8 ore di Facebook. Si tratta di dati parziali e grossolani che basandosi sui numeri Nielsen per esempio non tengono conto degli accessi da dispositivi mobili ma sono comunque in grado di disegnare una tendenza. E anche l’analisi di Pierluca Santoro, basata su questi e su altri numeri (quelli della ricerca di Human Highway) sembra sposare l’idea di una marginalità molto forte di Twitter raccontata dal tipo di utilizzo da parte dei suoi 3,3 milioni di utenti italiani. Il nucleo saldo degli utenti quotidiani di Twitter sarebbe attorno al 25% del totale. Poco più di un milione di persone che aprono Twitter ogni giorno.
Sembra verificarsi una situazione analoga a quella che riguardò la santificazione dei blog verso il 2005. Molto citato sui media e assai autoriferito nei temi e nelle prassi il mondo di Twitter appare ai suoi utilizzatori assai più centrale nella comunicazione del Paese di quanto non sia in effetti. Mentre al di fuori gli si riconosce un ruolo di frontiera innovativa da parte di quanti, fra gli addetti ai lavori, a questa frontiera non sono troppo interessati.
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13 dicembre alle 9:06
Cattive notizie da Agcom. Il numero di abbonati alla rete fissa nel corso dei primi 9 mesi del 2012 si è ridotto di circa 500.000 unità. Una migrazione che ha molte cause (la crisi economica, l’aumento degli accessi in mobilità, i costi fissi delle linee casalinghe) ma che ostacola fortemente uno sviluppo ampio dell’accesso alla rete Internet in Italia. Se vogliamo sperare di rientrare nel gruppo dei Paesi digitali questo flusso va invertito.
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12 dicembre alle 16:29
La lista delle parole più cercate su Google in Italia nel 2012 racconta molto cose di noi. E come ogni anno suggerisce contemporaneamente due atteggiamenti solo apparentemente contrapposti. Quello di non immaginare la rete come un luogo elitario e alto e quello di cercare di non sprecare uno strumento di crescita tanto potente ed ampio.
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8 dicembre alle 8:48
All’inizio del 2013 Sony smetterà di produrre lettori musicali a cassette. L’inizio della fine avvenne nel 1998 quando un tribunale americano rigettò la prima causa intentata dall’Associazione degli industriali della musica, contro il Rio Diamond, il primo lettore di mp3.
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Massimo Mantellini è uno dei più noti commentatori della rete italiana. Blogger, editorialista per Punto Informatico, L'Espresso e IlSole24ore, si occupa da oltre un decennio dei temi legati al diritto all'accesso, alla cultura informatica e alla politica delle reti.