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di Chiara Moriondo - 6 giugno alle 10:08
L’ISOC (Internet Society, l’ente la cui missione è promuovere lo sviluppo aperto, l’evoluzione e l’uso di Internet a beneficio di chiunque nel mondo www.internetsociety.org/) sta monitorando da tempo e con apprensione lo sviluppo della rete Internet. Con il sempre crescente consumo di indirizzi IPv4, la preoccupazione sale. Come poter continuare a garantire lo sviluppo costante della Rete?
Ogni computer connesso alla rete viene identificato con un indirizzo numerico, che può essere statico (sempre lo stesso) oppure dinamico (quando ci si connette, ce ne viene dato uno temporaneo). Il default in questi decenni è dato dal protocollo IPv4 (IP versione 4): un indirizzo è formato da quattro byte esadecimali, 32 bit, e permetterebbe in teoria di avere quattro miliardi di indirizzi diversi, anche se in pratica se ne possono usare molti meno dato che gli indirizzi sono assegnati a gruppi. Purtroppo ormai non ci sono più indirizzi IPv4 di scorta: una soluzione è necessaria nel più breve tempo possibile.
La soluzione identificata è quella che prevede il passaggio al protocollo IPv6. IPv6 ha a disposizione uno spazio di indirizzamento infinitamente più elevato di quello IPv4, si passa infatti da 32 bit a 128 bit: da poco più di 4 miliardi a circa 3,4 x 1038 indirizzi!
Nonostante i molti anni di vita di questo protocollo (è stato introdotto a livello di standard internazionale già alla fine degli anni ‘90), la sua diffusione è tuttora molto ridotta, sia presso i Service Provider siatra i Content Provider, anche perché non è compatibile con l’attuale IPv4. Tuttavia recentemente l’esaurimento degli indirizzi IPv4 è diventato una minaccia concreta, e lPv6 è prepotentemente diventato di attualità.
Telecom Italia ha seguito fin dall’inizio la nascita e la crescita di IPv6: lo CSELT è stato uno tra i primissimi, se non addirittura il primo, nodo industriale IPv6 in Italia. Traendo spunto dall’evento di oggi, Telecom ha predisposto una soluzione tecnica che consente a un qualsiasi cliente residenziale di poter sperimentare la connettività IPv6. Tra le varie soluzioni possibili, se ne è scelta una che privilegia la velocità di dispiegamento in campo e la possibilità di essere utilizzata da tutti gli utenti, indipendentemente dall’area geografica e dalla tipologia di attestazione alla rete (mediante DSLAM Ethernet e/o ATM).
Lo schema della rete è riportato nella figura seguente.
Nello specifico sono stati configurati due BNAS (Broadband Network Access Server) centralizzati con funzione LNS (L2TP Network Server) all’interno di due PoP di Telecom Italia, che sono in grado di gestire in contemporanea sia traffico IPv4 sia traffico IPv6. Il cliente che vuole utilizzare IPv6 può farlo in modalità Routed o in modalità Bridged. Per poter attivare una sessione Routed IPv4 e IPv6, deve disporre di un AG (Access Gateway) Dual Stack e di un PC dotato di un sistema operativo che lo supporti (Windows 7, MacOS X o una versione recente di Linux); per attivare una sessione Bridged direttamente dal PC è sufficiente un PC con i sistemi operativi sopraelencati, senza requisiti particolari per quanto riguarda l’Access Gateway. Seguendo le procedure manuali pubblicate al link assistenzatecnica.telecomitalia.it/at/Informazioni_privati/ipv6 si può procedere alla configurazione del modem o del PC. Tale configurazione dovrà essere manuale: in questa fase non sono ancora disponibili procedure automatizzate di pre-provisioning o provisioning, che tuttavia saranno predisposte non appena il servizio sarà consolidato.
Tra gli Access Gateway commercializzati da Telecom Italia, il Fritzbox 7270 di AVM con le release in usodispone di tutte le funzionalità necessarie per poter garantire il collegamento alla rete in Dual Stack. Tra i prodotti acquistabili liberamente sul mercato, alcuni sono già predisposti per il supporto della modalità Dual Stack(DLink, Netgear, Zyxel e Linksys), ma il cliente deve procedere ancora in maniera autonoma alla configurazione.
Il modello di servizio è molto semplice: consiste nell’apertura di una sessione PPP (come avviene oggi), ma con il supporto per IPv4 e IPv6. Il BNAS di attestazione, riconosciuta la richiesta, prolungherà la sessione verso i BNAS centralizzati in grado di offrire il servizio. In questo modo, nel caso della sessione Routed, l’AG otterrà un indirizzo IPv4 pubblico per la connessione punto-punto con il BNAS (come succede già nelle attuali connessioni) e due prefissi pubblici IPv6, uno per la connessione punto-punto e uno per la home network. Inoltre saranno comunicati e configurati automaticamente una coppia di server DNS (Domain Name System) IPv4 e una coppia IPv6. Il PC del cliente affiancherà quindi all’indirizzo IPv4 (che appartiene allo spazio di indirizzamento privato e che viene “nattato”, cioè trasformato in indirizzo pubblico, dall’Access Gateway per la connettività Internet) anche un indirizzo IPv6 pubblico (per il quale non saranno necessarie le funzioni di NAT dell’AG), che consentirà di accedere direttamente alla rete Internet IPv6. Nel caso invece della sessione Bridged il PC del cliente otterrà due indirizzi pubblici, uno per IPv4 e uno per IPv6.
A seconda della destinazione inserita nel browser, il PC dell’utente utilizzerà il protocollo IPv4 o quello IPv6 per la visualizzazione della pagina richiesta, in modo trasparente all’utilizzatore.
Sono inoltre stati aperti all’accesso IPV6 anche alcuni portali istituzionali, www.telecomitalia.com, www.avoicomunicare.it e www.telecomitaliahub.it. Il cliente si potrà accorgere di essere collegato in IPv6 grazie alla presenza di un Pop-up che indica il prefisso IPv6 utilizzato.
Chiara, un articolo esemplare per la chiarezza e soprattutto la tempestività, proprio nel giorno in cui la industry delle tlc fa “ufficialmente” debutto nel supporto duale. Ottimo anche il richiamo ai dispositivi residenziali.
@hronir, grazie per la precisazione, è esattamente quello che intendevo!
@piersantelli, grazie per il commento. Effettivameente la scelta della data di pubblicazione del post non è stata casuale
@Hronir: la colpa in realtà è mia e non di Chiara. Non ho qui con me il testo che avevo rivisto, ma temo di avere aggiunto io quella frase, e se non l’ho aggiunta comunque non l’ho corretta…
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Cos’è un byte esadecimale?
ERRATA:
“quattro byte esadecimali, 32 bit, ”
CORRIGE:
“quattro byte, 32 bit, scrivibili come stringa di 8 caratteri esadecimali (ma più spesso rappresentati come sequenza di 4 interi da 0 a 255 ciascuno) ”