ROMA - Si fa sempre più palpabile il disagio dei cattolici davanti agli scandali sessuali che coinvolgono la politica ai più alti livelli, dal 'caso Ruby' legato al premier Silvio Berlusconi all'inchiesta sui festini a base di escort. Se ne fa interprete, tra gli altri, il segretario delle Settimane Sociali della Cei, Edoardo Patriarca, che parla ormai di "declino" delle istituzioni e di "coloro che le rappresentano".
"Siamo sommersi da un fluire continuo di notizie scandalistiche, di cronaca nera, di gossip volgare e di rissosità senza limiti", e "fa male quando il declino tocca anche le istituzioni e coloro che le rappresentano" scrive Patriarca sul sito dell'associazionismo cattolico Piuvoce.net, in un editoriale dal titolo "L'Italia si liberi dalla mala-educazione". A proposito del "declino" che tocca le istituzioni e i loro rappresentanti, Patriarca fa specifico riferimento alle "ultime vicende", con chiara attinenza al 'Rubygate' e all'inchiesta di Palermo sui festini.
"Sembra che l'Italia si stia avvitando su se stessa - scrive il segretario delle Settimane Sociali dei Cattolici italiani -, e scivoli su un piano inclinato che l'allontana da quel civismo costituzionale delle regole e della buona educazione che forse in altre stagioni l'hanno resa un 'bel paese'".
Patriarca chiama in causa anche "quella società civile che talvolta sopporta benevolmente, o si volta dall'altra parte, permettendo che la mala-educazione contamini i cuori di molti, soprattutto quello dei giovani". "Le bestemmie - elenca -, il linguaggio dei vaf o delle barzellette da vespasiano, le pessime frequentazioni, l'esaltazione della trasgressione, l'egoismo intransigente che si fa diritto, l'accettazione benevola delle proteste cosiddette esemplari (candelotti fumogeni lanciati con nonchalance, le molotov contro i cassonetti, la bandiera bruciata davanti alle telecamere...), gli ululati in cellulare, il turismo dell'orrore, il trash di molte trasmissioni televisive, sono ormai parte quotidiana del nostro paesaggio civile". Per l'esponente del laicato cattolico, "il declino verso l'inciviltà, peggiore di quello economico, va contrastato con decisione e senza indugi perchè richiede più tempo", il tempo di "un'educazione civica" che "riprenda la pratica delle virtù e dei buoni comportamenti".
Una profonda inquietudine traspare anche dalle parole dette stamani dal capo dei vescovi italiani, card. Angelo Bagnasco, durante la messa al Cimitero di Staglieno in suffragio dei caduti di tutte le guerre. "Il mondo di oggi è infelice", ha scandito nell'omelia, "rincorre mete che tali non sono, vive di illusioni e di apparenze", mentre "gli stessi valori spirituali perdono consistenza, il sacrificio diventa insopportabile comunque si presenti". "Spesso i doveri sono piegati al successo personale - ha insistito il presidente della Cei -, il tempo appare come qualcosa da spremere per cavarne il più possibile di piacere e di soddisfazione".
Incalzato dai cronisti sul 'caso Ruby', Bagnasco a margine della cerimonia ha risposto: "Questo è un momento di riflessione e preghiera ed ogni elemento ci deve aiutare a riflettere, a pregare, e a guardare con fiducia al futuro, sempre per il meglio di tutti".
Da parte sua, l'arcivescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe, nell'omelia per la Commemorazione dei Defunti al cimitero di Poggioreale, ha lanciato un vero e proprio appello, esortando a puntare su "impegno civile, umano, sociale, perchè tutti noi dobbiamo cercare di rendere più vivibile la nostra società che affonda sempre più in situazioni vergognose in cui si respira un'aria di immoralità in cui annegano i valori cristiani". Il ha fatto anche riferimento alla nuova emergenza rifiuti in corso a Napoli e provincia: "Non possiamo continuare a respirare aria cattiva di un sudiciume che ci sporca e ci inquina".
(02 novembre 2010) © Riproduzione riservata