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Allarme iTunes: vendite in calo

Forrester mette il naso tra le transazioni economiche registrate sull'iTunes. E scopre che lo stato di salute del servizio non è così buono come verrebbe da pensare

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iTunes Store: in 10 anni da zero a 25 miliardi di brani venduti

di Luciano Lombardi

Sui conti economici del suo iTunes, Apple ha sembre mantenuto un certo riserbo. Accentuanto così ancora di più la curiosità di quanti osservano le dinamiche dell'era digitale. Tra questi anche Forrester Research, che ha rotto gli indugi provando a tastare il polso al servizio attraverso un escamotage, conducendo cioè un'analisi sulla base dei movimenti delle carte di credito registrati su iTunes nei 27 mesi di attività del servizio. Ad emergere è stato innanzitutto un dato: i numeri del 2006 risultano tutt'altro che positivi. A fronte di una salita nelle vendite pressoché costante, nel gennaio di quest'anno ci sarebbe stata una flessione, con una caduta del giro d'affari mensile di ben 65 punti percentuali e con un calo nella dimensione media delle transazioni di circa il 17 per cento.InternetD'altra parte, leggendo i risultati dell'analisi nel contesto generale del download musicale, le performance di iTunes risultano allineate, giacché le entrate di quasi tutti i servizi del settore si sono appiattite o, nel peggiore dei casi, sono scese in modo non indifferente. L'anomalia di tutto ciò va rintracciata nel fatto che sull'altra metà del cielo, quella delle vendite di lettori musicali, il clima è sereno, per non dire splendente, soprattutto in casa Apple, dove - per lo stesso periodo analizzato - Forrester ha rintracciato una diffusione dell'iPod pressoché quadruplicata. Se però il dato viene incrociato con i dati di iTunes, emerge come per ogni iPod venduto sono state acquistati 22 brani soltanto. Girovagandoancora tra i dati dell'indagine Forrester si scoprono poi altri interessanti dettagli sulle abitudini d'acquisto degli utilizzatori di iTunes. Per esempio che il 3,2 per cento della popolazione online complessiva ha acquistato almeno un brano, spendendo in media 3 dollari. Tra le ragioni addebitabili al calo, Forrester - e al suo coro si aggiunge quello dell'altra specialista Nielsen - ci sarebbero in primo piano quelle che riguardano le restrizioni tecnologiche che caratterizzano molti music store, quello di Apple in testa. A fronte di questo scenario, dichiarare la morte della musica digitale dell'era Drm - come velatamente Forrester paventa - è davvero molto prematuro, così come il sentore che la sua fine si stia avvicinando è scarsamente condiviso. Per farsene un'idea basta leggere anche solo qualche estratto della conversazione che si è sviluppata su Wired subito dopo che la notizia del report di Forrester è stata diffusa.

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