Tomb Raider

Pubblicato il da G.M.

Nel nuovo titolo Lara non è una delle più poderose eroine della storia videoludica, è una ragazzina sopravvissuta a un naufragio, costretta gioco forza a compiere azioni inumane per campare. L’idea di fondo è intrigante, ma sarà riuscito il team di sviluppo a costruirvi attorno un gioco capace di riportare miss Croft agli antichi fasti? L’avventura comincia con una giovanissima Lara Croft a bordo della Endurance, nave impegnata in una spedizione archeologica e capitanata da Conrad Roth, vecchio lupo di mare amico di suo padre. Su consiglio della ragazza l’equipaggio decide di seguire la strada meno battuta, visti i fallimenti delle precedenti spedizioni, ma tutto prende improvvisamente una pessima piega quando una terribile tempesta innaturale spezza la nave in due e trascina l’intera ciurma su un’isola misteriosa. Persa in un lembo di terra in mezzo al nulla e separata dai suoi amici, Lara dovrà imparare a cavarsela da sola e a difendersi dalle insidie dell’isola, molto più numerose e pericolose di quanto si possa immaginare. Il nuovo Tomb Raider prende a piene mani dal gameplay visto negli Uncharted. La struttura è molto simile a quella vista nelle scorribande di Nathan Drake: si affronta una breve fase esplorativa, poi una sparatoria, poi un’altra fase esplorativa condita da qualche enigma, poi un altro scontro a fuoco, e via così fino alla fine. In primo luogo la mobilità di Lara è nettamente superiore a quella di Drake, perché la ragazza non solo può scalare qualunque muro presenti degli appigli, ma balza come un gatto, può arrampicarsi su ripide pareti rocciose usando il suo picchetto e aprire numerose nuove vie con l’ausilio di frecce cordate e armi da fuoco. Il gioco tende automaticamente a dirigere l’eroina verso gli appigli vicini dopo un balzo, un sistema molto comodo che facilita non poco la navigazione delle complesse mappe. Le tante capacità della protagonista hanno permesso alla software house di ambientare la campagna in una sola grande isola, navigabile a piacere in più fasi grazie a speciali “falò” che fungono da campo per il salvataggio e da trasporto rapido. Ogni locazione è circoscritta da barriere naturali, ma tutte sono estremamente estese, ed è un piacere scoprirne i tanti segreti. Tra questi i più riusciti sono le tombe opzionali, il collegamento più diretto ai precedenti capitoli e forse l’elemento più peculiare e apprezzabile della produzione Crystal Dynamics. Abbandonando momentaneamente la struttura lineare della campagna, gli sviluppatori hanno inserito numerose grotte nascoste, tutte contenenti enigmi di difficoltà variabile. Lara potrà risolvere questi puzzle utilizzando una modalità chiamata “istinto di sopravivvenza”, che evidenzia gli elementi interattivi della zona, i nemici, e gli obiettivi della missione principale. I rompicapo sono presenti anche nell’avventura normale, ma quelli delle tombe sono più ispirati e complessi, al punto che avremmo apprezzato qualche tomba obbligata in più durante il nostro avanzare. E’ comunque un’aggiunta pregevole, che aumenta la già buona longevità dell’opera e costringe a spremere le meningi di tanto in tanto. Gli altri elementi distintivi di Tomb Raider risiedono nel gameplay. Il gioco presenta numerosi sistemi correlati alle sparatorie e allo stealth, ma li inserisce fluidamente nel gameplay automatizzandoli. Precisiamo meglio la cosa: il titolo ha dei momenti stealth, ma non ha meccaniche attivabili manualmente legate al movimento silenzioso, Lara si limita a muoversi sempre senza far rumore e ad avere a disposizione uccisioni silenziose alle spalle o la possibilità di eliminare nemici ignari con il suo arco. Gli avversari però rispondono a sollecitazioni predefinite, reagiscono ai rumori, hanno campi visivi piuttosto estesi, chiamano attivamente i compagni una volta scoperta la ragazza e possono venir individuati più facilmente usando l’istinto di cui abbiamo parlato prima. La stessa cosa vale per il cover system, attivato automaticamente dalla protagonista in vicinanza di qualunque copertura. E’ il gioco a scegliere se Lara può entrare in cover o deve avanzare quatta quatta per non essere scoperta, una mossa che riesce a rendere il tutto più fruibile senza togliere il controllo al giocatore, visto che sta sempre al suo tempismo e all’uso di una speciale schivata direzionale decidere come e quando agire. Concentrandoci sulle sparatorie, bisogna elogiare il feeling delle armi utilizzabili. Tutte hanno una specifica potenza di fuoco e una rosa precisa, che le rende particolarmente indicate a determinate tipologie di nemici. L’arsenale non è particolarmente esteso e si limita a un fucile automatico, uno shotgun, una pistola e un arco, con la possibilità aggiunta di usare il picchetto nel corpo a corpo. Ogni arma è tuttavia potenziabile ai falò, con parti di ricambio che possono venir raccolte da ogni vittima o da numerosi resti sparsi per l’isola. Sempre ai falò Lara ha modo di migliorare le sue skill, sfruttando  l’esperienza ottenuta per abilità dedicate alle armi, alla sopravvivenza o alla caccia, utili per facilitare l’esperienza.

Tra armi ben studiate, elementi gdr, esplorazione delle mappe e struttura solida, Tomb Raider offre una campagna di altissimo livello, peraltro ricca di momenti cinematografici e di scene dal forte impatto. Tecnicamente Tomb Raider stupisce. L’isola dove l’avventura è ambientata è splendida e offre paesaggi magnifici di ogni tipo, da montagne innevate ad antiche rovine. Lodevole anche la qualità dei modelli e delle texture, con ottime animazioni e una buona espressività dei volti dei personaggi principali. Qualche bug correlato alla mobilità della protagonista e al ragdoll dei modelli non basta a sminuire un comparto grafico sopraffino. Questo non è un gioco per pischelli, visto che i Crystal Dynamics non ci sono andati leggeri con la violenza delle circostanze. Lara ha continuamente a che fare con momenti capaci di frammentare la psiche del più duro tra gli uomini, e mentre vedere un protagonista maschile subire tali angherie fa poco effetto, constatare le loro conseguenze su un personaggio femminile difficilmente lascia indifferenti. Ottime le musiche e il doppiaggio, e lodevole la longevità. Parliamo di una campagna principale da circa 10 ore, che crescono di molto se si decide di cercare ognuno dei tantissimi collezionabili sparsi nelle varie aree e di affrontare ogni singola tomba opzionale.

VOTO FINALE: 9.5

HOT SPOTS:
Ricco di scene spettacolari

COLD SPOTS:
Intelligenza artificiale dei nemici bassa

Produttore: Square Enix
Sviluppatore: Crystal Dynamics
Genere: Azione

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