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Marò, patrioti e l’italietta che non vuol crescere

13/03/2013 - di Mazzetta

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Marò, patrioti e l’italietta che non vuol crescere

Non è tutta colpa del governo, il tradimento degli impegni presi con l’India ha un robusto gradimento tra gli italiani aggrappati a una concenzione infantile e calcistica dell’amor di patria.

Per l’ennesima volta abbiamo fatto la figura dei traditori e dei voltagabana e sembra proprio che agli italiani sia piaciuta. Vero è che molti non hanno la più pallida idea dei fatti dei quali si discute, ma altrettanto vero è che i media e la rete sono pieni di articoli e commenti che mentono sapendo di mentire sulla vicenda e che il resto della comunità parlante preferisce glissare sulla questione. Molti ancora non si sono resi conto che stiamo discutendo di:

“La morte dei due pescatori è stato un incidente fortuito, un omicidio colposo; i nostri marò non hanno mai voluto che ciò accadesse, ma purtroppo è successo” (fonte)”.

Questo lo ha dichiarato pubblicamente Staffan De Mistura, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri e diplomatico esperto che segue la vicenda. In sostanza i due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani. Secondo gli italiani i colpi sarebbero stati sparati in seguito a una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata. Secondo gli indiani la manovra della St. Antony nei confronti della Enrica Lexie era volta a dare la precedenza alla petroliera italiana, la reazione dei nostri poi sarebbe stata esagerata e non in linea le procedure previste in casi del genere, soprattutto perché i marinai della St. Antony non erano armati.

È bene notare inoltre che non c’è dubbio alcuno sul fatto che quelli fossero pescatori e che non abbiano mai visto un’arma in vita loro, a parte testimonianze postume che stanno emergendo ora (ad esempio dall’ufficiale in seconda dell’Enrica Lexie) e che lasciano abbastanza il tempo che trovano, visto che non hanno trovato riscontro nei fatti e nelle ben più numerose testimonianze di quanti conoscevano le vittime. Che non sono i selvaggi indiani pirati e complici dei pirati come delirano alcuni, ma le vere vittime di questa tragedia, dimenticate nelle ultime esternazioni governative e spesso insultate dai commentatori più razzisti tra i patrioti, tra i quali non mancano neppure quelli che ci vedono un complotto dei comunisti del Kerala.

L’Italia oggi ha deciso di rompere l’accordo con l’India e di contestarne la giurisdizione, rinnegando l’impegno preso con una dichiarazione giurata di un nostro funzionario e ribadito da un impegno pubblico degli stessi marò. Che, giustamente per averlo in un primo tempo rispettato, avevano avuto congratulazioni e riconoscimenti anche dagli indiani. Ma che ora vedono azzerato il valore della loro parola, e insieme alla loro quella dei militari italiani e non solo agli occhi degli indiani, visto che mezzo mondo ci ha preso in giro.

In una situazione del genere i patrioti per caso potrebbero essere considerati un disturbo minore, se non fosse che invece sono numerosi e sono lo zoccolo duro sul quale s’appoggiano i politici che prendono le decisioni che poi ci espongono a questo genere di pubblico disonore mondiale. Il ministro della Difesa che ha mandato i marò allo sbaraglio senza copertura legale è un sedicente duro e patriota, i media che hanno diffuso la ridicola “analisi tecnica” del finto ingegnere di Casapound erano tutti per la liberazione dei “nostri ragazzi” senza se e senza ma e in rete sono migliaia le persone che hanno manifestato un incomprensibile astio verso gli indiani, seguendo la linea inaugurata proprio da La Russa e Il Giornale secondo la quale sono vittime dei perfidi indiani e non di chi li ha mandati allo sbaraglio.

Proprio qui c’è il punto della questione, perchè i patrioti per caso, non avendo bisogno di fare riferimento alla realtà, possono poggiare su questa fantasia alternativa e concludere che chi non approva è anti-italiano o semplicemente un antimilitarista che vuole vedere i marò in galera. A parte che in galera non ci sono ancora stati, ci sarebbe da chiedersi perché i marò possano sopportare lunghi periodi in ambienti ostili e non il soggiorno in un resort di buon livello senza essere dipinti come vittime da questo genere di patrioti. Succede nell’interesse della nazione, succede perché qualche errore è stato commesso e due persone sono morte, non c’è nessun complotto e nessun accanimento, tanto più che sono state concesse loro licenze e la possibilità d’incontrare chiunque e i muoversi localmente quando “ristretti” in India. Proprio di una licenza hanno approfittato per evadere con il consenso del governo, che ora dice di volerli processare in proprio e che comunque non li rimanderà in India fino a che qualche corte terza non si pronuncerà su chi abbia giurisdizione.

La questione della giurisdizione però non cancella il delitto, tutti parlano di giurisdizione e sembra che risolto quel problema sia finita lì, ma se poi il tribunale italiano non riuscisse per qualche motivo a portare a termine il processo contro i marò per una prescrizione o qualche incidente tecnico? Il governo italiano impacchetterebbe i marò e li spedirebbe in India a fronteggiare una sentenza emessa in contumacia nei confronti dei due marò evasi dopo aver tradito la parola data? Difficile crederlo, più facile pensare che si possa finire per avere tra gli arruolati due condannati in India e ricercati dall’Interpol, altra bella figura da aggiungere al mazzo.

Quello che gli infantili patrioti non riescono a capire è che non c’è niente di patriottico nel fare i tifosi a oltranza, si peggiora anzi l’immagine del proprio paese e la stessa causa che si pensa di difendere. Nessun italiano vuole i marò in galera, nessuno vuole per loro meno di un giusto giudizio e nessuno complotta con i comunisti indiani alle spalle dei paranoici di casa nostra.

La realtà è banale, i fatti sono noti e ci stiamo facendo una brutta figura come non se ne registravano da tempo, i patrioti imporvvisati sarebbero pregati di adottare un basso profilo e di non aggiungere infamie alle infamie, non c’è niente di patriottico nel coprire di vergogna il proprio paese insultandone altri o accusando i proprio concittadini di essere complici del nemico, è solo un’esibizione sterile di celodurismo. Ci siamo appena resi responsabili collettivamente di una terribile vigliaccata e dell’ennesimo tradimento, certe esibizioni non fanno che aggiungere danno al danno, oltre che a suonare come un ulteriore oltraggio alle due povere vittime, che dal nostro paese hanno raccolto migliaia d’insulti e di calunnie, perché per i patrioti per caso offendere i morti  è sempre un ottimo sistema per sminuire le rsponsabilità di chi li ammazza. Funziona così sempre e ovunque, ma ora il problema ce l’abbiamo in Italia e sarebbe il caso di rendercene conto e cercare di porvi rimedio.

 

90 Commenti

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  1. spacer Klement scrive:
    16 marzo 2013 alle 11:28

    Se in Italia si sparasse a un Indiano perché col turbante può sembrare un terrorista, sarebbe un incidente?
    Chi protegge la nave di un armatore non è diverso da un sorvegliante dei grandi magazzini, abbia pure tutte le uniformi militari che vuole.
    All’inverso, negli anni 30 gli operai e ingegneri che costruivano le strade per l’invasione dell’Etiopia da parte dell’esercito facista esercitavano funzioni di genio militare, per quanto dipendenti dell’impresa civile Gondrand

    Rispondi
    • spacer inklement scrive:
      16 marzo 2013 alle 13:33

      sparare a persone col turbante? che cazzata, mai provato a vedere le cose da TUTTI I PUNTI DI VISTA:
      sei in mezzo al mare, fuori delle acque contigue alle acque territoriali, e non vedi più la costa
      sei in un tratto di mare dove pirati attaccano ogni giorno anche se i media non lo riportano, qualcuno spara per allontanare barche che si avvicinano troppo
      sei su una delle navi più grandi e lente che esistano
      arriva un peschereccio (che ci fa così lontano dalla riva ?)
      è molto più veloce e agile di te, e ti vede quando sei a più di 7 km di distanza
      si avvicina, si avvicina, lo chiami non risponde ma si avvicina, ad una velocità relativa di 20km/h
      20 minuti dopo che ti ha visto ancora non risponde, ma è abbastanza vicino da poterti sparare con un fucile
      tu spari in aria ma lui continua ad avvicinarsi senza rispondere
      che fai?
      molti di quelli che non fanno nulla o non hanno fatto abbastanza sono ancora in ostaggio nell’attesa che le loro compagnie paghino milioni in riscatto
      in altri tempi magari erano solo ingenui che non hanno una radio e volevano venderti del pesce (in mare??)
      ma di questi tempi, dove tutte le petroliere hanno fucilieri a bordo, è da un po che nessuno vende nulla
      se c’è stato un omicidio, era colposo
      e quei pescatori sono stati ingenui, incoscienti e stupidi a detta di qualsiasi marinaio che navighi in quelle acuqe

      Rispondi
  2. spacer ricapitolando scrive:
    24 marzo 2013 alle 11:49

    Ricapitolando, la situazione potrebbe essere questa:

    - L afccenda si stava mettendo bene per due persone accusate di omicidio.
    -Alcuni nostri politicanti per pura propaganda ed interesse elettorale , assecondando l’orgoglio patriottico di alcuni coglioni che non si rassegnano a vedere di essere un misero paesotto in decadenza davanti ad un gigante emergente ed approfittando del vuoto di governo, hanno deciso di tirare fuori le palle , convinti di avere più testosterone del nemico: complimenti per il senso di realtà!
    - Il nemico era più forte di loro, e si sono dovuti subito ricredere, con la coda fra le gambe.
    - Ora la situazione per le due persone in questione è molto peggiorata e l’immagine del paese che loro dicono di amare si è ulteriormente indebolita.
    .
    Se avessero, almeno in questo caso, ascoltato le parole che il Grande Gandhi scrisse ad Hiltler, e che sono più o meno così :”Voi volete vincere la guerra col potere delle armi, ma mi stupisco che non vediate come tale potere non sia prerogativa di nessuno. Prima o poi arriverà qualcuno che si procurerà armi più potenti delle vostre, e vi batterà con i i vostri stessi strumenti”.

    Rispondi
    • spacer sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo scrive:
      24 marzo 2013 alle 18:12

      Più o meno come la lotta fra lupi , per la conquista del territorio e della femmina…

      Rispondi
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