Ma gli androidi sognano le Pecore Elettriche?

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Da quando nel 1982 Ridley Scott ha portato sugli schermi il celeberrimo “Blade Runner”, il nome de “Il Cacciatore di Androidi” è diventato quasi di dominio pubblico. Conosco poche persone nella mia cerchia di amicizie che non abbiano visto il film.

Eppure pochi sanno che il titolo del libro al quale “Blade Runner” liberamente si ispira non è quel “Il Cacciatore di Androidi” della versione italiana, ma un ben più poetico e profondo “Do Androids Dream of Electric Sheep?”, letteralmente “Ma gli androidi sognano le pecore elettriche?”.

Non ci tengo a svelarvi, qualora vogliate leggere il meraviglioso volume di Philip K. Dick, il motivo che sta dietro a questa particolare frase, ma mi ha sempre affascinato il concetto del Cyborg come essere non così differente dall’umano: l’Androide – l’essere cibernetico – magari così simile nei pensieri e nei modi all’essere biologico, si addormenta contando pecore vere o pecore cibernetiche? L’uomo e la macchina contano le stesse pecore o differenti e imparagonabili pecore?

Capisco che non sia proprio il genere di domanda che uno si pone quotidianamente, ma per me è differente: cresciuto all’interno di una sottocultura digitale, quella che se non fosse divenuto modaiolo potrei ancora chiamare “dell’Hacking”, la domanda ha un valore importantissimo. Perché stabilisce se i modelli della rete e dei cittadini della “rete delle reti” siano applicabili e trasferibili nella realtà tangibile o meno. Significa capire se i “cittadini digitali” rappresentino o meno un genus differente e imparagonabile o siano semplicemente cittadini come gli altri con qualche chance in più di mostrare le loro opinioni.

Significa anche, all’opposto, capire se è possibile o meno utilizzare l’analisi delle reti sociali, del sentiment, della online reputation, dei trend (tutti termini che fanno parte del mio quotidiano lavorativo) per delineare i contorni della realtà off-line, utilizzarli a modello per la proiezione e l’analisi dei contesti sociali del mondo reale.
 Significa, infine, capire se sia possibile o meno comprendere la realtà sociale complessiva sulla base della realtà parziale che conosco, quella della rete digitale, e che so analizzare con cura.

In questo piccolo spazio che mi è stato proposto e con questo nome peculiare ad accompagnarmi, voglio provare ad analizzare contesti di realtà con le tecnologie e le competenze che ho affinato negli anni e sulle quali ho costruito un’azienda e una metodologia.

Per scoprire se, effettivamente, gli Androidi Digitali sognino o meno pecore elettriche.

Per maggiori info:

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Estote parati.

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Autore: Matteo Flora
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