Perché il blog

spacer Ma perchè mai di questi tempi dovremmo occuparci di Africa? Con l’Italia che rischia di uscire dall’Eurozona, con lo spettro della Grecia che aleggia sulla nostra economia, con una classe politica che rischia di farci finire come l’Argentina di qualche anno fa, con le banche che non davano più soldi anche a chi ce li aveva depositati per anni. Insomma, di problemi impellenti che riguardano la nostra vita ce ne sono in abbondanza. Perché l’Africa? La mia risposta è che ci conviene. L’Africa è più vicina alla nostra vita e alla nostra attualità di quanto sospettiamo. Non lo dobbiamo fare per buonismo o per correttezza politica, ma per opportunismo.

Buona parte delle materie prime che usiamo quotidianamente vengono dall’Africa (oro, rame, bauxite…ma non solo minerali: cotone, caffè, cacao, thè…) e di solito le abbiamo pagate molto meno di ciò che valgono.

Se le pagassimo il giusto prezzo quante aziende della trasformazione che risiedono in Europa non starebbero più sul mercato?

Noi buonisti politicamente corretti difenderemmo poi i posti di lavoro…

E poi ci conviene perché ormai l’Africa è qui da noi, nelle nostre città, nelle nostre imprese, nelle nostre scuole. E gli africani prima o poi saranno i vincenti: sono giovani, belli, hanno una voglia di vivere formidabile mentre l’Europa che li ospita (spesso molto male) è un continente decadente, anziano, timoroso e prudente. Arginare gli africani significa fare una guerra… che perderemo. Conviene conoscerli, accoglierli, collaborare

Insomma questo blog vuole contribuire a fare emergere contraddizioni. Come? Parlando di Africa, della sua società civile, delle sue crisi, delle sue guerre, delle sue onnivore classi dirigenti e delle nostre che spesso le sostengono.

10 comments for “Perché il blog

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    stefano gandolfi
    16 giugno 2012 at 13:00

    condivido pienamente; l’ Africa e’ dentro di noi ed e’ tutti noi, abbiamo origine dall’ Africa e forse il “mal d’ Africa” che contagia in modo incurabile chiunque, anche solo frettolosamente, abbia visitato il continente, deriva proprio da un atavico desiderio e istinto di “ritorno alle origini”; e’ un paese meraviglioso e struggente, per le persone, la natura, gli animali.
    Dopo un viaggio turistico viene spontaneo, per chiunque abbia ancora qualche sentimento ed emozione che riesca a perforare la corazza di cinismo ed indifferenza di noi occidentali benestanti, il desiderio di fare qualcosa di piu’ e di approfondire la conoscenza di quei luoghi in modo meno superficiale e banale…..complimenti per il vostro lavoro

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    Paola pastacaldi
    29 giugno 2012 at 09:03

    Carissimo sono una collega ho visto il tuo sito e mi faceva piacere conoscerci.
    Sono stata anche consigliera dell’Ordine dei Giornalisti, responsabile per la cultura e ho scritto molto di deontologia. Ora ho un sito (www.paolapastacaldi.it) dedicato all’Africa e in particolar modo ad Etiopia ed Eritrea del periodo coloniale, il motivo è familiare. Ho avuto due nonni, uno morto e sepolto ad Harar nel 1921 e l’altro vissuto ad Asmara sino al 1960. Nel sito trovi tutte le informazioni.
    Mi piacerebbe inserirti nell’elenco dei miei link e magari presentarti prima in homepage. Sperando di farti cosa gradita….Ricordo una frase di Pasolini che disse a proposito di perchè l’Africa (Appunti per una Orestiade africana): l’Africa siamo noi!
    paola pastacaldi
    www.paolapastacaldi.it

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    Elena
    21 luglio 2012 at 12:57

    Ciao Raffaele, bel pezzo, bel blog
    Ottimo punto di vista.
    Sono appena tornata da Addis Ababa, dove ho vissuto 1 anno per fondare la sede nazionale di AIESEC [www.aiesec.org], la + grande organizzazione internazionale per studenti universitari e far consulenza all’università per lo sviluppo di programmi di mobilità per gli studenti.
    Adesso sto per ripartire per un altro Paese, un po’ più ricco ma sempre in Africa, perché come scrivi tu, c’è un po’ di Africa in ognuno di noi.
    Ma soprattutto perché l’Africa conviene, senza fare finta di voler esser buonisti e dover provare uno spirito caritatevole verso i “poveri Africani”. Considerare l’Africa innanzitutto un Continente e non un Paese, e al suo interno considerare ciascun Paese un potenziale partner economico. Questa è la via per lo sviluppo, uno sviluppo vero e duraturo. Hai letto Dambisa Moyo, “Dead Aid” [tradotto: La carità che uccide]? Che ne pensi?

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    antonella sinopoli
    22 agosto 2012 at 15:07

    Un blog che si avvicina a quello che penso (da tanto), vivo (quando sono in Africa), racconto (in articoli o in un e-book – www.quintadicopertina.com/index.php?option=com_content&view=article&id=200:white-arrogance&catid=1:ultime – da poco pubblicato).
    Grazie per il tuo lavoro, grazie per gli spunti di riflessione, grazie per la possibilità di fare conoscenze di valore sfogliando le tue pagine.

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    Massimo Fanelli
    5 settembre 2012 at 09:47

    Buongiorno Raffaele.
    Certamente un pò d’Africa è dentro ognuno di noi, ora anche lungo le strade ed i centri dei nostri paesi.

    Da alcuni anni aiuto gli studenti ed insegnanti di un villaggio di pescatori in Sierra Leone e dove abbiamo un centro di sostegno ai bambini più poveri ed uno per farli studiare.

    La situazione del paese è chiara a chi conosce il continente.
    Se sarete interessati a quel paese particolarmente devastato ed in qualsiasi modo pensate utile, potete benissimo contattarmi.

    Massimo Fanelli
    I Compagni di Jeneba-ONLUS
    info@compagnidijeneba.org

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    nella
    13 ottobre 2012 at 10:30

    Bellissimo articolo, Raffaele, rispecchia proprio ciò che penso da sempre, da quando, nel lontano 1973, sono tornata in Italia con la la mia famiglia dalla Somalia che si stava inesorabilmente avviando verso la guerra che deflagrò in pieno nel 1990! E’ vero, l’Africa è qui, ed abbiamo il dovere di collaborare con gli africani, il meno che si possa fare, visto che in passato non ci si è comportati bene (per usare un eufemismo e non dire altro)!
    Ti faccio tanti auguri per il tuo lavoro !

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      Elena Gennaro
      25 aprile 2013 at 15:35

      Grazie Nella, hai risposto per me.

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  7. spacer
    Daniela
    25 ottobre 2012 at 10:46

    Buongiorno, sono andata in varie librerie per acquistare i suoi libri, ma non sono reperibili. Sono in ristampa? Può indicarmi il modo per averli?
    Grazie. Cordialmente.

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    renzo chiesa
    24 maggio 2013 at 10:01

    Raffaele, mi permetto il tu perché ti seguo da Radio Popolare da, credo, una trentina d’anni. Volevo solo dirti che ho scoperto il tuo blog solo ora e me ne scuso, lo trovo fatto molto, molto bene e, naturalmente, molto interessante, sarà un appuntamento costante…buon lavoro

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  9. spacer
    Germano
    3 novembre 2013 at 14:32

    Buongiorno, come si fa’ ad iscriversi al blog ?
    Grazie

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