Un grande italiano

Inserito da admin il 21 mar 2013 6:27 pm. Categoria: Fiorentina.

Estate 1974 o 1975, non ricordo bene, ma tanto cambia poco.
Avevo fondato l’ennesimo giornalino che si chiamava Gazzettino Junior, lo seguivo con Massimo Lopes Pegna, mio amico fraterno, oggi corrispondente de La Gazzetta dello Sport da New York.
Ci piaceva tanto l’atletica, ricordo che eravamo quasi impazziti per l’italo-sudafricano Marcello Fiasconaro, che nel 1973 aveva fatto a sorpresa il record del mondo sugli 800 metri a Milano con 1.43.7 (lo ricordo a memoria, non ho bisogno di consultare archivi).
Poi c’era lui, un dio dell’atletica, inarrivabile, l’unico bianco con Borzov rispettato e temuto dagli americani: Pietro Paolo Mennea.
Io non so come fu e se ci penso oggi devo confessare di provare molta tenerezza per quel quattordi/quindicenne che già allora rompeva le scatole per fare cose, conoscere campioni, provare a scrivere qualcosa.
Il fatto è che riuscii davvero ad avvicinare Mennea e lo intervistai per il mio giornalino, dopo praticamente decollai in orbita e riuscii pure (non so come) a far mettere una foto del campione sul cartoncino che faceva da copertina alle sedici pagine ciclostilate che rappresentavano il centro della mia vita oltre alla Fiorentina e alla scuola (ragazze? Ma quando mai, quelle sarebbero arrivate nella testa e non solo qualche mese più tardi).
Quando ho letto la notizia, è stato un colpo allo stomaco.
Non sapevo niente della sua malattia e mi è anche venuto in mente di quella fantastica estate a Copenaghen, quando riuscimmo in qualche modo a capire che aveva vinto la medaglia d’oro a Mosca.
Un grande italiano, anomalo rispetto alla normale panoramica di campioni dello sport.
Un signore che ha sempre faticato, in pista e fuori, dove non so neanche quante lauree abbia conseguito.
Una vita finita troppo presto e che dovrebbe essere raccontata a chi va a fare le selezioni per il grande fratello o a chi partecipava alle cene eleganti di Arcore o ancora a chi vive da parassita all’ombra della politica e dell’affarismo.

[132] Commenti
 

132 Commenti su “Un grande italiano”

  1. giorgio giorgi ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:30 pm

    Niente da eccepire,però le ragazze non ti volevano,non è che tu non le guardavi!Non fare come la volpe e l’uva!!Ti s’è scoperto ‘mascherina. spacer
    Ciao Pietro!!

  2. claudia ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:36 pm

    Ciao grande !!!!!! Uno degli idoli della mia addolescenza insieme a Fiasconaro, per me che facevo atletica.

  3. il Duca ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:42 pm

    Grande Pietro, un grande professionista “scomodo” dello sport!

  4. Lucky63 ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:44 pm

    L’ho già scritto.
    Mennea è stato un esempio della volontà di raggiungere i propri obiettivi, anche i più impensati.
    La splendida carriera in atletica è nota a tutti, ma io che ho fatto sempre tanto sport non agonistico, ma un po’ ho studiato, apprezzo ancor di più il fatto che Pietro dopo il ritiro si è laureato in Legge ed è diventato avvocato, poi, non contento, si è laureato in Scienze Politiche, Lettere e Scienze Motorie.
    E’ stato pure eurodeputato ed ha fatto mille altre cose.

    Quindi un carattere inquieto, mai domo, sempre pronto a nuove avventure.

    Malgrado questo lo Sport italiano non ha saputo utilizzarlo, come preziosa risorsa per la sua competenza, esperienza, energia ecapacità.
    Ah si, forse aveva troppo di tutte queste cose.

    Addio Pietro e quando arriverai di corsa davanti a San Pietro, ricordati di fermarti un attimo a declinare le tue generalità.

    Lucky

  5. Uguccione della Faggiuola ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:45 pm

    ONORE..
    ad un’atleta unico nel panorama dello sport.
    Uno dei pochi che davvero ha raggiunto i risultati con la fatica vera,con la tenacia
    di chi sa che non gli verrà regalato niente
    col sudore e l’abnegazione ad oggi sconosciuta alla maggior parte degli sportivi.
    Una persona unica e particolare,magari introversa ed ombrosa,ma coerente con i suoi ideali anche fuori dello sport.
    Una figura di cui andare fieri e portare ad esempio a tutti quegli italioti che hanno
    avuto la vita sin troppo facile…
    UdF

  6. ombanchingh ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:51 pm

    Hai scritto tutto te e benissimo, straquoto.

  7. la primula viola ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:54 pm

    … dispiace !!!
    Avevamo un campione olimpico e lo abbiamo perso cosi… nessuno sapeva !!
    Eppure ha dato tantissimo all’atletica e allo sport italiano
    secondo me , con un campione come lui l’atletica poteva rinascere ( o nascere ) ed arrivare ad altissimi livelli ed invece da buoni italiani non abbiamo sfruttato questa occasione.
    Ad oggi … una medaglia di bronzo nel salto triplo all’ultime Olimpiadi !!

    19,72

    grazie !!!

    la primula viola

  8. avvKobayashi ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 6:55 pm

    Se non sbaglio poche settimane fa era intervenuto a Sportiva per parlare del suo libro su Bolt. Ottima e interessantissima trasmissione (come accade sempre quando vi discostate dall’abusatissimo mondo pallonaro).
    Ricordo bene la voglia con cui spiegava l’atleta e i limiti ancora lungi da essere avvicinati.
    Ciao Pietro

  9. claudio52 ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 7:08 pm

    Aveva la mia stessa età….come era possibile non amare ed ammirare un CAMPIONE cosi?? Quanti bellissimi ricordi, quante volte sono stato incollato alla tv ad aspettare che corresse lui. Anche io non sapevo che era malato e non mi aspettavo la sua morte cosi prematura. Se penso a come si comportano tanti uomini di sport…quanto marcio intorno a loro… Spero che la rai ci faccia rivedere tutte quelle grandi vittorie… GRANDE PIETRO riposa in pace

  10. cieloviola ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 7:10 pm

    riposto qua quanto erroneamente inserito nel thread precedente:

    …………

    Da quarantanni il tuo record è in cima alla lista in europa. Per trenta lo è stato nel mondo.

    La tua esplosività era pari al tuo malessere contro i poteri nello sport.

    Grande nel cuore e nella prestazione, la tua mancanza lascia dell’amaro in bocca a tutti quelli che amano lo sport e le persone genuine.

    Grazie Pietro! non dienticheremo mai le tue gesta … continua il tuo percorso in pace.

    Daniele da Gavinana

  11. giorgio giorgi ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 7:28 pm

    David,scusa l’OT in risposta ad un articolo del dr. Sconcerti su corriere.it,dove ad argomento Turone ed il suo goal annullato contro la juve,il nostro concittadino chiedeva di andare oltre e pensare che l’errore fosse solo uno sbaglio in buonafede,mi sono permesso di scrivergli ciò:
    La lontananza da Firenze le ha fatto perdere fiorentinità!Sicuramente per lei è un bene,ma mi creda,molti tifosi viola sono delusi dalle sue esternazioni(non solo quello che ha scritto oggi)!Sono sicuro che per lei non abbia molta importanza,abituato a palcoscenici come Roma e Milano,ma perdere la considerazione dei propri concittadini a me farebbe pensare!

  12. giorgio giorgi ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 7:30 pm

    Questa è la sua risposta:
    Amico mio, non si preoccupi della mia fiorentinità. E’ una cosa che ho imparato a gestire da solo. E comunque è la mia, non la sua. I miei concittadini hanno mandato via anche Dante e volevano arrestare Machiavelli. Sono in buona compagnia. Quanto ai miei grandi palcoscenici metropolitani le ricordo la mia età e la normalità che in pochi altri anni il mio lavoro finisca. Cosa vuole m’interessi di Roma, Milano o Calcutta! Mi piacerebbe poter parlare con gente che non ha pregiudizi, questo sì. Ma sembra sia quasi impossibile.
    Pensate,si paragona a Dante e Machiavelli!

  13. TonyManero ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 7:43 pm

    Uno dei miei idoli da ragazzino, unico e inimitabile Mennea.
    Penso che la velocità italiana uno come lui non lo avrà mai più.

  14. Zorro ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:02 pm

    Ero all’Arena quella meravigliosa serata del 1.43.7 di Marcello Fiasconaro

  15. Nippo ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:13 pm

    Da Mennea a Howe…
    Non dico altro spacer su cosa è successo all’atletica italiana.
    Nippo

  16. Fabio SF ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:29 pm

    Mennea è il prototipo dell’atleta vero; risultati venuti da tanto lavoro negli allenamenti, probabilmente niente farmaci nè esperimenti di laboratorio. Un eroe, una persona forse integralista nel “lavoro” ma quando un record regge per 17 anni, beh tanto di cappello… Ciao Grande!

  17. Filippo ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:32 pm

    “Siee, e chi tu sei? Mennea?”; “Vienvia nemmeno Mennea…”, ” L’e'corso a casa parea Mennea”. Frasi che durante la mia infanzia e la mia giovinezza ricorrevano spesso nei nostri dialoghi. Pietro Mennea col suo 19’72 non batte’ solo un record.

  18. gabriele mecacci ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:33 pm

    Neanche io sapevo nulla della sua malattia. Non so se sia stato più grande da atleta o da uomo…durante o dopo la carriera agonostica,e questo,parlando di uno dei più grandi sportivi di sempre,dice davvero tutto di lui…Ciao Pietro…grazie di tutto!!!

  19. Ale il Cappottaio ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:52 pm

    “Un grande italiano, anomalo rispetto alla normale panoramica di campioni dello sport.
    Un signore che ha sempre faticato, in pista e fuori, dove non so neanche quante lauree abbia conseguito.
    Una vita finita troppo presto e che dovrebbe essere raccontata a chi va a fare le selezioni per il grande fratello o a chi partecipava alle cene eleganti di Arcore o ancora a chi vive da parassita all’ombra della politica e dell’affarismo”.
    Ecco il sale nel piatto , ho riportato le parole di David che corrispondono esattamente al mio pensiero .
    Vorrei sottolineare un aspetto che ritengo importante : Mennea era allenato da Vittori e se ricordate bene fu il professore marchigiano a rimettere in piedi il nostro Robertino Baggio . E chi lo spedì da Vittori ? Piercesare Baretti .
    Amici carissimi la figura di Mennea e dellessere spiegate alla gioventù odierna

  20. Rocco Riffredi ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:56 pm

    C’è stato uno strano episodio questa sera a cena.

    Eravamo Io, Mentana , mia moglie, lui nel tubo, noi a casa a cena.
    Mi separano circa 22 anni da Mentana, ne corrono 10 tra me e mia moglie. Le tre reazioni significativamente diverse mi hanno dato un quadro abbastanza chiaro del concetto di “tempo” e di quello di “ricordo”.

  21. Ale il Cappottaio ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 8:59 pm

    “Un grande italiano, anomalo rispetto alla normale panoramica di campioni dello sport.
    Un signore che ha sempre faticato, in pista e fuori, dove non so neanche quante lauree abbia conseguito.
    Una vita finita troppo presto e che dovrebbe essere raccontata a chi va a fare le selezioni per il grande fratello o a chi partecipava alle cene eleganti di Arcore o ancora a chi vive da parassita all’ombra della politica e dell’affarismo”.
    Ecco il sale nel piatto , ho riportato le parole di David che corrispondono esattamente al mio pensiero .
    Vorrei sottolineare un aspetto che ritengo importante : Mennea era allenato da Vittori e se ricordate bene fu il professore marchigiano a rimettere in piedi il nostro Robertino Baggio . E chi lo spedì da Vittori ? Piercesare Baretti .
    Amici carissimi la figura di Mennea sportivo dovrebbe essere tramandata alle giovani generazioni . Basterebbe leggere di cosa si occupasse per capire lo spessore dell’uomo . Aveva addosso l’onore della pulizia morale , dote rara e appartenente a uno stampo ormai perduto . Fu il nostro orgoglio nell’atletica non aveva ne tatuaggi ne piercing , non indossava tute ultraleggere ne scarpe di strano colore . Soprattutto conosceva bene il significato della parola dedizione e con il sacrificio riusciva a portare a casa risultati straordinari . Riguardate la finale dei 200 a Mosca e capirete . Se per ben 17 ha congelato il record sui 200 c’é un motivo. Grazie Pietro , orgoglio italico , freccia del sud di una intelligenza al di sopra della norma .

  22. NON VI DICO CHI SONO ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 9:13 pm

    GIACCHERINAO PRANDELLAO

  23. Silvio C. ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 9:51 pm

    All’epoca facevo atletica anch’io: ricordo con tantissima nostalgia quegli anni d’oro dell’atletica, con campioni “veri” che erano tali anche fuori dalla pista: Mennea, la Simeoni, Juan Alberto Juantoreña, Sebastian Coe, la Comaneci e quell’italiano esile con i baffetti che correva i 5000 e i 10.000 e di cui purtroppo non ricordo il nome…
    Addio Pietro, la tua corsa non era certo un capolavoro di estetica, ma ogni tuo muscolo e il tuo sguardo riflettevano la tua volontà di ferro, il tuo duro lavoro e la tua grande passione.

  24. Silvio C. ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 9:52 pm

    …la Comaneci faceva ginnastica artistica e non atletica, ma era un’emblema di quegli anni…

  25. Filippo ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 9:59 pm

    Si uno dei pochi signori dello sport italiano . Gran lavoratore umile . Mi piaceva molto .

  26. Lorenzo Trento ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 10:41 pm

    Per Silvio C. -23-
    Alberto Cova, penso che il baffetto esile che correva i 10000 metri fosse lui.

  27. MORK ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 10:43 pm

    Ciao Pietro, orgoglio italiano, grandissimo nella tua umiltà.
    CAMPIONE VERO.

  28. Luca - Pisa ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:04 pm

    Un colpo allo stomaco anche per me caro David. Come mi è capitato di scrivere in altra occasione, ho anch’io fatto atletica a livelli giovanili proprio attirato da Mennea e Fiasconaro, atleti straordinari. Un anno mi è capitato in sorte di partecipare ai campionati italiani di staffetta all’arena di milano. Ero solo un categoria allievi, praticamente un ragazzo in gita premio. Mi stavo riscaldando quando te lo vedo arrivare e mi aggrego, sentendomi subito atleta vero. Lui lascia fare perchè era molto più disponibile di quanto sembrasse. Non aveva niente del velocista. Fisico abbastanza minuto, tranne due cosce potentissime, le spalle asimmetriche, non riuscivi a capire come facesse a correre come il vento se non per il grande e puntiglioso lavoro giornaliero con il suo grande allenatore Vittori. La curva dei 200 era la sua forza, una curva perfetta dove risucchiava e schiantava gli avversari, come alle olimpiadi di Mosca. Quel giorno a Milano me lo porto nel cuore. Grande Pietro, peccato che te ne sia andato così presto cogliendoci di sorpresa come facevi sempre quando correvi.

  29. Fuffao ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:05 pm

    Copio Sara Simeoni:”Se n’è andato un pezzo della mia vita”. Penso che sia una frase che identifica molti di noi che abbiamo più o meno la sua età e abbiamo vissuto istante per istante la sua ascesa ai vertici mondiali e i suoi trionfi. Preferisco dirla con Guccini: “Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”. Ciao, Pietro, grazie di tutto.

  30. Filippo ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:14 pm

    La Juventus ci da campioni e cultura del lavoro . Parole testuali di Cesare prandelli post Brasile Italia : dopo la farsa pasqual questo signore x quanto mi riguarda ha finito di esistere .

  31. Lucia ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:23 pm

    Un campione vero, autentico, schivo eppure sempre disponibile! Quanto lontano era dagli atleti di oggi , bisognerebbe far studiare ai giovani la sua vita ed onorare la sua memoria in maniera degna.
    Riposa in pace Campione, per noi rimarrai sempre colui che ci ha resi orgogliosi quando ha fatto salire la bandiera sul pennone più alto!

  32. Simo V.C Alta Garfagnana ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:33 pm

    Ci sono rimasto molto male perchè Mennea era uno di quelli che richiamava allo sport vero, quello nobile, quello fatto con le proprie forze. Da ragazzino, insieme ad altri 5 inseparabili amici, passavamo insieme intere estati al paesello. Di ragazzi ce n’erano un altra decina, ma quel gruppetto per una passione eravamo veramente speciali. Insieme a tutti gli altri ragazzini e ragazzine, in tutto una quarantina, coloravamo con le nostre grida quel paese, dove tra infinite partite a subbuteo, tornei di calcio con la squadra e altri giochi, che oggi sono ritenuti banali o peggio ancora stupidi, come nascondino, guardie e ladri o costruire fortini a terra o sugli alberi, non stavamo veramente mai fermi. Le nonne e le mamme, disperate e indaffarate, ci buttavano fuori di buion grado al mattino alle 9, così, allo stato brado, per poi chiamarci urlando per il paese soltanto verso le 12 perchè era pronto desinare e allo stesso modo alle 16,30, ma per fare merenda. Alle 19 la tromba dell’autobus, che da lontano annunciava il suo arrivo in paese, sanciva la fine del pomeriggio e tra mille minacce della mamme e qualche mestolata nelle gambe, queste povere donne ci raccattavano sudici come maiali e, rigorosamente a forza, ci mettevano sotto l’acqua. Due bestemmie del nonno durante la cena ci rammentavano che c’era il Tg1 e che io e mio cugino dovevamo parlare più piano ma soprattutto spazzolare il piatto perchè buttare la roba era peccato. Alle 20,30 uscivamo nuovamente per recarci in piazza fino alle 24 perchè in quel posto le mamme avevano qualche ora di pace e poi i pericoli non esistevano, era un altra Italia, la nostra Italia, non quella di oggi priva di tanti valori. Era una vita intensa quella degli anni settanta, una vita con pochi fronzoli ma tanta sostanza e le nostre giornate erano vive, piene e movimentate ma fino a un certo punto. Infatti, come arrivava il momento delle Olimpiadi e/o le varie competizioni di atletica e, vi dirò, anche l’immancabile tennis da Wimbledon, noi 6 salutavamo la compagnia e ci isolavamo per ore e ore a guardare Mennea e la Simeoni e tutti gli altri atleti. Addirittura organizzavamo le Olimpiadi del paese! La passione era tanta e a tal punto, che con i pochi e ridicoli mezzi che avevamo a disposizione riuscimmo a mettere su diverse discipline. Mennea era gettonatissimo e anche l’improvvisato giudice di gara, con al polso il tipico Casio della prima Comunione, uno dei primi al quarzo con tanto di bottoni, cronometro etc, gridava come fosse unto imitando bisteccone: Mennea, Mennea, Mennea, rendendo così onore a chi dei ragazzi vinceva la gara.
    Quella passione ci è rimasta incollata addosso, è intatta, e quando c’è l’atletica non stacchiamo gli occhi dal video; personalmente alle olimpiadi vado in estasi. Tutto grazie a un piccolo grande uomo di nome Mennea, un uomo che piangiamo amaramente e che purtroppo da oggi non c’è più ma a cui resteranno indelebilmente legati per sempre i migliori ricordi della gioventù di 6 scalmanati ragazzini ormai diventati dei signori ben oltre i 40 anni oltrechè un po’ canuti, qualcuno anche pelato e con la trippa ma questo è un altro dicorso.
    Grazie infinite e un dolcissimo addio Mennea, non ti dimenticheremo mai, grazie di averci insegnato ad apprezzare il fatto che oltre al calcio c’è anche altro.

  33. Immonda Bestia ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:43 pm

    Daviddino, quando ci dai di questi ossi e di questo lesso , si fa un brodo che è uno spettacolo.

    Mennea, un campionissimo di sport e di vita.
    Un uomo che non si è insudiciato neppure quando è stato eletto onorevole.
    E i fratelli D’Inzeo?
    E Di Biasi?
    Gli Abbagnale ?
    E Bruno Arcari?
    Via ragazzi, altra gente.
    E Moser quando fece il record dell’ora?
    Eppure gl’eran tutti fissati con Saronni.
    Ora io vi faccio un nome.
    Ditemi se c’è nì mondo emerso uno più serio di lui : Gustav Thoeni.

    Di quelli esteri avevo un rispetto estremo per Edwin Moses , Eddy Merckx ,Stenmark e Jimmy “jimbo” Connors .
    Ma ve ne ricordate delle sfide con John McInroe ?
    Un cagnaccio ringhioso contro un gatto che gli graffiava sempre il naso con quelle palle sottorete da spezzargli la racchetta sul muso.
    E oggi ci si tocca puppacci gente come quella bella fhia di quella fighetta che fa le reclamine al kinder bueno.

    Basta, regalo tutto ciò che ho a chi mi inventa una macchinario per tornare a quando avevo 15 anni.

    Immonda Bestia

  34. Fabfab ha scritto:
    marzo 21st, 2013 alle 11:47 pm

    Post 23
    COVA!

  35. Luca - Pisa ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 12:34 am

    @Sailvio C.
    Quello con i baffettini era lo splendido Alberto Cova, altro grande atleta.
    Ciao.

  36. par ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 12:57 am

    Grande Mennea anche con te la vita ha voluto mostrare il conto troppo presto!! Ti ringrazio per le gioie e l’ orgoglio che ci hai fatto vivere da grandissimo atleta quale sei stato!! Credo, pur non avendoti conosciuto personalmente, che tu sia stato anche un grande uomo che non ha mai avuto problemi a dire quello che pensava senza ipocrisia!!
    Addio e grazie di tutto!!!!

  37. dughi ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 1:25 am

    l’italiano esile coi baffetti che correva i 10000 era Alberto Cova.
    Pietro Mennea e’ stato così grande da entrare nel nostro vocabolario quotidiano di ragazzi e non solo ogniqualvolta si aveva a che fare con velocità, corse e prestazioni fuori dal comune. solo adesso mi viene da pensare a quanto in realtà fosse grande.

  38. LOREBATI ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 1:32 am

    io con il mio orologio al quarzo zenit dell’epoca provavo e riprovavo con il cronometro finché non lo fermavo a 19″72, quello fu un record del mondo stratosferico per quell’epoca che mi fece innamorare dell’atletica, si’ ok c’era anche il calcio perché c’era antognoni, ma x me prima è venuta l’atletica

  39. Massimiliano71 ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 7:03 am

    Punto. Hai detto tutto te.

    Ciao Pietro.

  40. EnricoC ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:10 am

    Quando l’ho letto, ieri mattina, mi è venuta in mente la finale di Mosca, quella della medaglia d’oro, una corsa vista in televisione, ovviamente, con il commento di un grande giornalista sportivo, Paolo Rosi, che negli ultimi cento metri della corsa accompagnava Pietro al grido di “Mennea, Mennea, Mennea!!”, quasi a spingerlo verso il traguardo nella sua rimonta. M’èe preso un po’ di tristezza per il tempo che fu, con atleti veri, non di plastica, non pompati (o forse sì, ma non lo si sapeva), dei quali proprio Mennea era l’emblema: uno che si era fatto un mazzo tanto per arrivare dov’era arrivato, ed aveva continuato a farselo anche dopo aver smesso di correre.
    Un mito che se ne va.
    Ciao Pietro!

  41. Nippo ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:22 am

    Immonda mi spiace
    Nel mondo dei legni da montagna abbiamo avuto uno dei 3 sciatori più grandi di sempre.
    Per talento, tecnica e forza.
    Il suo nome non è Gustav ma Alberto.
    L’Italia si fermava per vedere una sua manche.
    Nippo

  42. aurelio.m ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:42 am

    Ciao Pietro che la terra ti sia leggera.
    Ah! se lo vedi salutaci il Ciuffi.

  43. Massimiliano71 ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:49 am

    Mennea a suo tempo ci fece sentire orgogliosi di essere italiani, questo governo sulla vicenda dei Marò è riuscito a riportarci alla viltà dell’8 settembre.
    Grazie a Monti, grazie a Terzi e grazie a chi diceva che che il governo dei professori era un male necessario.
    Quando si dice che i governanti sono lo specchio di un popolo. Mai frase fu più vera.

  44. bruno ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:55 am

    Per tentare di battere il suo record inventarono anche la pista al Sestriere, ma non servì a niente. Quattro finali olimpiche sui 200 più una quinta dignitosissima partecipazione. Il più grande di tutti!!!

  45. Daigo ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 8:58 am

    Un’ icona della mia infanzia,insieme a GIANCARLO e Sara Simeoni, che se ne va. E’ un pezzettino della propria vita che se ne va.

  46. david t. ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:01 am

    19.72. Una cifra stampata nella testa anche di uno come me non appassionato di atletica

  47. Claudio56 ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:15 am

    Se n’è andato “velocemente” e ha sorpreso tutti,come faceva quando volava in pista!Quel 19.72,a noi signori di mezza età,ci tornava alla mente tutte le volte che vedevamo una pista d’atletica perchè Pietro è stato,e resterà,un mito dei “nostri” tempi!!

  48. ombanchingh ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:19 am

    Chissà cosa avrebbe pensato Mennea di quello che è successo ieri per i due Marò.

    L’illustrissimo senatore a vita Monti, ha compiuto uno degli atti più scellerati ai quali io abbia mai assistito in vita mia.

    Abbiamo rinunciato, per interessi commerciali, alla nostra sovranità nazionale, abbiamo tradito due nostri militari facendogli credere, probabilmente per motivi elettorali, che il nostro fosse un paese che mette al primo posto la tutela dei propri cittadini.

    Illustrissimo senatore nonché Pres. del consiglio pro-tempore, lei mi ha fatto vergognare di essere italiano, lei ha commesso il reato più grave, quello di alto tradimento.

    Un cittadino di sinistra.

  49. Andrea ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:29 am

    Un mito!
    Il bianco più veloce di tutti i tempi!
    Grande Pietro.

  50. Lorenzo.1969 ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:50 am

    Vorrei che le ultime tre righe potessero essere stampate a caratteri cubitali su tutti i muri. Una vita che dovrebbe essere raccontata a tutti, in questi anni futili, pieni di mezze figure che la televisione trasforma in campioni, pieni di genitori falliti che sognano di poter un giorno essere inquadrati su qualche tribuna, pieni di commentatori e opinionisti sospesi fra l’isteria e la malafede, adoranti al limite dell’omosessualità. Per una generazione Mennea era Mennea, oggi vaglielo a spiegare che il passato è pieno di esempi e di giganti il cui ricordo annichilisce i mocciosetti con la cresta e dodicimila tatuaggi.

  51. MARIO T. ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:58 am

    Berruti, Mennea, Simeoni, Fiasconaro, Cova.

    Tutta gente che ha reso onore alla bandiera e al paese e che ha ricevuto indietro molto meno di quello di altri che hanno fatto molto, molto, molto meno.

    Gente che ha vissuto, e ci ha fatto vivere, attimi di gloria vera per poi essere dimenticata fino al giorno estremo.

    Allora, e solo allora, questo nostro paese di coccodrilli li riscopre, li celebra, e per qualche giorno li ricorda.

    Un articolo, un filmato sui TG, una manciata di parole di circostanza non si negano a nessuno.

    Neanche a chi come Mennea, in vita, è stato scansato come la peste per eccesso di disallineamento.

    Io ricordo solo la grande ammirazione che aveva per lui, e gli altri atleti sopra citati, mio padre, vecchio atleta degli Assi Giglio Rosso anteguerra, che mi ricordava sempre i sacrifici che deve fare chi sceglie questi sport, senza corrispettivo ritorno.

    MARIO T.

  52. piacenzaviola ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 9:59 am

    Le emozioni che si provano da adolescenti non vanno piu’ via, restano dentro per tutta la vita! Ricordo dov’ero durante quella finale di mosca, ricordo l’improbabile televisione in bianco e nero nella casa di campagna di amici: sara’ stato 2 o 3 pollici e attenti a non spostarsi altrimenti l’immagine ti abbandonava sul piu’ bello… Si dice bei tempi? Beh, comunque un grandissimo grazie a un grande atleta e a una persona di spessore!

  53. Dany 68 ha scritto:
    marzo 22nd, 2013 alle 10:05 am

    Lui e Sara Simeoni…gli unici all’ epoca che potevano competere con le corazzate USA e URSS…e avrebbero dominato a Mosca anche con gli USA presenti !!!

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