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08 / 01 / 2013    

Recensione: “Dossier TAV, una questione democratica” di Claudio Calia

 

di JASON FRANCIS MC GIMSEY

Io di fumetti ne so ben poco. La mia esperienza in materia è limitata ad un’ormai polverosa collezione di svariati numeri di X-Men degli anni Ottanta che avevo accumulato tra l’età di sei e sedici anni. spacer All’epoca passavo ore infinite a sfogliare quei numeri, seguendo i protagonisti nelle loro vicende eroiche e personali. Sapevo tutto del passato tormentato di Wolverine e della sua vendetta personale contro il potere arrogante dello Stato. Ma poi sono cresciuto: ho lasciato quel mondo di fantasia giovanile per occuparmi di cose serie come la filosofia e la politica. Ora, leggendo il Dossier TAV, una questione democratica di Claudio Calia, mi rendo conto che, appunto, di fumetti ne so pochissimo. Dunque, da profano che si occupa di cose serie, vorrei qui condividere qualche riflessione riguardo la fantasia giovanile di questo libro.

Innanzitutto sarebbe importante ricordare che questa inchiesta a fumetti (la terza di questo genere dopo Porto Marghera ed È primavera, intervista a Antonio Negri) ci viene offerta dall’autore, ma veramente offerta, poiché è pubblicata con la licenza Creative Commons, cioè si può liberamente condividere e diffondere quest’opera, a meno che non sia a fini di lucro. Calia infatti sostiene che si tratti di una proposta di “citizen journalism” piuttosto che di un lavoro di “graphic journalism”, proprio perché vuole essere uno strumento di ricerca comune, un dispositivo condiviso per ragionare sulla questione della linea ad alta velocità Torino-Lione.

spacer È precisamente questa visione del fumetto come inchiesta e potente mezzo di comunicazione che rende comprensibile, fluido e scorrevole il racconto di più di vent’anni di storia piena di vicende giuridiche, strategie geopolitiche ed economiche europee e questioni sociali della democrazia contemporanea. L’apice di questo tentativo di sintetizzare intelligentemente i motivi del governo ed i corrispondenti contrappunti del movimento No TAV si vede nella 4° sezione, dove questi grandi dibattiti sono sovrapposti a tavole del classico gioco Risiko lungo una quindicina di pagine. Al limite, un lettore potrebbe limitarsi a queste poche righe e venir via dal libro con più chiarezza e con più argomenti per una vera discussione, rispetto a quelli che acquisirebbe guardando tutti i servizi dei telegiornali degli ultimi dieci anni.

Tuttavia, la vera ricchezza di quest’opera non sta nella quantità di informazione resa accessibile dall’autore ma piuttosto nel filo narrativo che sutura con un senso ed una voce le parole e le immagini, grazie a queste ultime. E infatti il personaggio-narratore ci confessa di non essere mai stato in Val Susa, ma ci dice che, “per formarsi un’opinione” ciò che è necessario “non è il singolo approfondimento folcloristico” ma “un contesto, una storia, una narrazione” e che, alla fine, “è fondamentale mettere in fila ciò che si sa”. Il problema TAV dunque non è una questione d’informazione, ma quello della ricomposizione ed organizzazione della stessa informazione lungo un tratto narrativo, perché solo così potremo capire a fondo la vicenda. In questo modo, Calia ci fa rendere veramente conto che il TAV è una questione politica, una questione democratica.

spacer Spingendo questo ragionamento un po’ al di là della questione strettamente legata al TAV, potremmo vedere che il libro che teniamo in mano affronta uno dei nodi principali della situazione politica dei nostri tempi, ovvero il processo di soggettivazione del comune. La costruzione e ricomposizione dei narrativi potenti come dispositivi politici d’inchiesta e formazione, contro l’assoggettamento dei poteri forti della governance finanziaria e dei suoi servitori nello Stato, è infatti la posta in palio nella battaglia tra lo sfruttamento capitalista e la produzione del/nel comune oggi. Anche se talvolta il lettore potrebbe avere la sensazione che i contenuti fattuali del libro prendono il sopravvento sulla voce narrante, a me sembra comunque che il Dossier TAV di Claudio Calia compia un passo nella direzione giusta nell’esplorare ed approfondire la potenza costituente della narrativa nel processo di soggettivazione del comune. E alla fine arriviamo a scoprire che forse la fantasia giovanile del fumetto è una cosa molto seria.

 

 

 

Categoria: Italiano, Recensioni · Tags: Comune, No Tav

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