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26 lug

Avere vent’anni

Scritto da Emiliano Colasanti alle 01.07 — Selezione random

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Mentre su Bastonate si celebrano con qualche mese di anticipo i venti anni di “Nevermind” – in grandissimo stile, con un post multi autore che è poi un grande racconto sugli adolescenti che siamo stati e gli adulti che siamo ora (sì, ci sono anche io) -mi sono imbattuto per caso nelle prime registrazioni ufficiali dei Pearl Jam. Una delle prime prove in studio, tutti insieme in una stanza, in presa diretta, di quello che poi sarebbe diventato “Ten“.

È una storia nota, la conoscono cani e porci: “Ten” venne pubblicato, dalla Sony, un mesetto prima di “Nevermind“, per questo motivo venne considerato da molti come la bieca mossa di una major che cercava di cavalcare l’onda prima ancora che si trasformasse in maremoto.
Non funzionò: la gente, i media, si accorsero di Even Flow solamente dopo il botto di Smells Like Teen Spirit.
I Pearl Jam, che pure erano una filiazione diretta di un paio di band centrali nell’evoluzione della musica di Seattle, furono costretti comunque a ricoprire il ruolo degli inseguitori.

Ripensando a quegli anni, mentre scrivevo il mio contributo per Bastonate, non ho potuto fare a meno di ricordare anche la mia prima volta con “Ten“. Sicuramente più facile e meno traumatica di quella con “Nevermind“.
Lo comprai in ritardo anche io. Verso la fine di ottobre se non sbaglio. Approfittai del viaggio a Roma, per una mostra sui dinosauri che anticipava di un anno l’uscita di Jurassic Park, solo per recarmi al vecchio Ricordi di Piazza Indipendenza.

Avevo risparmiato i soldi per due cassette, all’epoca il mio formato prediletto, per cui mi ero preparato una lista di titoli sperando di trovare quelli giusti.
Presi il treno verso casa con “Ten” e un album dei Lemoneheads (non vi dico quale, magari finisce che ci scrivo un altro pezzo). Mi piacque tantissimo.
Ovvio.
Era più facile, meno dirompente, angosciato e violento, di “Nevermind“. Più adatto ai miei ascolti dell’epoca.

Quando ripenso a quel ’91 (inizio ’92) penso di aver vissuto un lustro in un solo anno. La persona che sono è cominciata lì.
Dall’anno della scoperta. Quello che dai Nirvana mi portò ai Pearl Jam, dai Pearl Jam ai Soundgarden, dai Soundgarden ai Sonic Youth, dai Sonic Youth a “Loveless“, da “Loveless” a “Screamadelica“, da “Screamadelica” a “Psychocandy” da “Psychocandy” a “Slanted & Enchanted“.
Non sono più tornato indietro, lo dico anche su Bastonate.

Col tempo ho sviluppato una strana distanza da “Ten“, credo già di averlo raccontato. È un disco che ho amato molto, ma che non riesco più ad ascoltare. Appartiene davvero a un’altra periodo ed è rimasto imprigionato lì, col me stesso di allora. L’edizione remixata di qualche anno fa mi ha fatto fare un pochino pace con l’idea di. Eppure provo lo stesso effetto di una foto con una ex fidanzata per cui non provo rancore, ma tanti ricordi buoni per stare lì dove sono. In un cassetto quasi sempre chiuso.

Ascolta: Pearl Jam’s first week rehearsals (13-23/10/1990)

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