Cisco ha chiuso il secondo trimestre fiscale con risultati migliori delle attese. Nel periodo che si è chiuso lo scorso 28 gennaio il leader mondiale di sistemi per il networking ha messo a segno un utile netto di 2,2 miliardi di dollari, equivalenti a un incremento del 43,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'utile netto per azione è stato di 40 centesimi di dollaro, quello non-GAAP è stato invece di 0,47 dollari lordi per azione.
Gli analisti di mercato avevano stimato un risultato di 43 centesimi per
azione, e per questo il titolo nelle contrattazioni after hours non ha
subito cali. L'azienda ha beneficiato da una parte del taglio dei suoi
costi, dall'altra della forte domanda da parte delle aziende. Molto
buoni anche i ricavi, che nel trimestre in esame sono saliti del 10,8%,
per una cifra pari a 11,5 miliardi di dollari, contro gli 11,23
miliardi di dollari che erano stati preventivati dagli analisti.
Per quanto riguarda le prospettive, Cisco si aspetta una crescita dei ricavi compresa fra il 5 e il 7 per cento, e utili per azione compresi fra 45 e 47 centesimi. Il CEO di Cisco John Chambers si è detto ottimista sul futuro: "il nostro operato continua a dare risultati positivi, grazie alla riduzione delle spese operata all'inizio del quarto trimestre e alla continua innovazione che permette ai nostri clienti di risolvere i loro problemi di business critici. Continuerete a vedere un'azienda aggressiva".
Chambers ha inoltre spiegato che l'azienda sta "acquisendo una quota crescente di clienti che investono nel settore IT, come dimostra la crescita dei ricavi rispetto a molti colleghi e concorrenti". La sensazione è infatti quella che l'incremento delle quote di mercato da parte di Cisco provenga dall'erosione di quelle della concorrenza, e non dall'acquisizione di nuovi clienti. In particolare, le ordinazioni di prodotto sono cresciute in complesso del 7 per cento rispetto allo scorso anno.
Un estratto dei dati fiscali pubblicati ieri sera da Cisco
Le vendite dei sistemi Unified Computing System sono aumentate del 91 per cento rispetto a un anno fa, grazie alla presenza di 1.786 nuovi clienti UCS acquisiti nel periodo in esame. Le entrate generate negli Stati Uniti sono state pari al 54 per cento del computo globale, mentre quelle dell'area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) e della Russia hanno rappresentato il 29 per cento del fatturato globale. Infine, Asia, Cina e Giappone hanno pesato per il 17 per cento.
Ad oggi Cisco vanta una liquidità di 46,7 miliardi di dollari, e nel secondo trimestre fiscale ha generato un cash flow di 3,1 miliardi di dollari.
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