Feb 10 2012

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Personalizza i tuoi report standard

autore: Marco Cilia categoria: report tag: custom report, report

Una delle cose che più spesso mi sento chiedere quando parlo dei custom report è “perché non ci forniscono delle basi su cui lavorare? perché bisogna partire da zero?”. Partire da zero può essere una buona idea quando si sta disegnando un report completamente nuovo, molto molto personalizzato e con incroci di metriche e dimensioni inusuali. Alcune altre volte il custom report è solo un modo per dare una sistemata ad un report standard dal quale sentiamo la mancanza di una certa metrica, o dal quale invece vorremmo togliere una metrica.

Ad esempio dico sempre che la metrica bounce rate nel report delle Pagine non ha senso (si veda il perché in questo vecchio post) e che l’unica soluzione è ricostruire il report utilizzando i report personalizzati. Da qualche ora su alcuni rapporti di Google Analytics è presente un nuovo pulsante, PERSONALIZZA, che non fa altro che attivare l’interfaccia di creazione dei custom report riportando esattamente le metriche e le dimensioni del report corrente, facendoci risparmiare molto tempo se l’operazione da effettuare è proprio quella di sistemare un pochino un report che al 90% va bene così com’è.

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I report su cui ho verificato che al momento funziona sono:

  • dati demografici -> lingua
  • dati demografici -> variabili personalizzate
  • dati demografici -> definito dall’utente
  • comportamento -> nuovi e di ritorno
  • tecnologia -> browser e sistema operativo
  • tecnologia -> report
  • sociale -> interazione sociale
  • sociale -> azione
  • sociale -> pagine
  • mobile -> panoramica
  • tutti i report del gruppo AdWords
  • tutti i report del gruppo ottimizzazione per i motori di ricerca
  • pagine -> dettaglio contenuti
  • pagine -> pagine di uscita
  • ricerca su sito -> utilizzo
  • ricerca su sito -> termini di ricerca
  • ricerca su sito -> pagine
  • eventi -> principali eventi
  • eventi -> pagine
  • adsense -> pagine adsense
  • adsense -> referrer adsense
  • obiettivi -> url dell’obiettivo
  • obiettivi -> percorso inverso per l’obiettivo
  • e-commerce -> rendimento prodotti
  • e-commerce -> rendimento delle vendite
  • e-commerce -> transazioni

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Feb 09 2012

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Table Booster, un plugin per Chrome

autore: Marco Cilia categoria: report tag: chrome, report

Mi sono imbattuto in una estensione per Chrome, Table Booster, e non ho resistito alla tentazione di provarla. E’ prodotta da e-dialog, un Google Analytics Certified Partner austriaco, e quindi ha subito avuto la mia fiducia. L’estensione aggiunge un pulsantone azzurro in alto a sinistra, subito sotto all’elenco dei profili, che una volta cliccato fa apparire in cima alle intestazioni di ogni tabella sulla pagina tre ulteriori pulsanti: il primo provvede a far comparire degli istogrammi, fatto 100 il valore massimo visibile nella colonna le altre celle avranno un istogramma proporzionale. Il secondo colora le cella di rosso o di verde, e fatto rosso il valore massimo e verde il minimo (o viceversa) si preoccupa poi di fare le gradazioni di colore. L’ultimo pulsante provvede a far comparire delle barrette riferite alla media della metrica rappresentata nella colonna: se il valore è superiore alla media barretta verde e positiva, rossa e negativa se al contrario il valore è inferiore alla media. Al secondo click del pulsante compaiono anche le percentuali di scostamento dal valore medio.

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Il punto negativo è che l’app non accede alle API di Google Analytics, quindi può solo lavorare sui dati presenti sulla pagina; con questo intendo dire che se avete 10 righe nel report e passate a 25, dovrete riattivare l’estensione, perché tra le altre cose dovrà ricalcolare tutti i valori. Stessa cosa se cambiate report. Piuttosto frustrante alla lunga, mentre per analisi spot su una singola metrica può essere utile. Sono sempre bene accetti gli strumenti che ci consentono di variare la monotonia dei dati tabellari, giusto?

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Feb 07 2012

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Piccolo cambio nel report dettaglio contenuti

autore: Marco Cilia categoria: report tag: report

Questa mattina ho notato che il report “dettaglio contenuti”, nella sezione CONTENUTI -> CONTENUTI DEL SITO era leggermente differente dal solito. Sono state infatti aggiunte due icone per differenziare le cartelle dalle pagine, e c’è anche l’indicazione del livello di profondità raggiunto.

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In alto si legge “livello 1 percorso pagina”, e ovviamente se si clicca su una cartella la scritta cambia in “livello 2 percorso pagina”, dandoci sempre modo di capire (il famoso contesto che dobbiamo sempre dare alle analisi) a che livello di nidificazione sono i contenuti che stiamo analizzando.
Inoltre l’icona a fianco di ogni riga del report ci dà una indicazione immediata del fatto che la riga analizzata abbia al proprio interno altre pagine o sia una foglia terminale dell’alberatura del nostro sito.

Sempre nell’ottica di rendere più agevoli le nostre analisi…

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Jan 31 2012

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Raddoppia lo spazio per le variabili personalizzate

autore: Marco Cilia categoria: codice di monitoraggio tag: setcustomvar

Le variabili personalizzate sono un grande e prezioso tesoro di Google Analytics; come ho modo di ripetere durante corsi e consulenze, quando si tocca l’argomento, sono uno dei pochi modi che abbiamo per inserire dati arbitrari – scelti da noi – dentro al sistema di analytics. Infatti se un visitatore è nuovo o di ritorno lo decide lo script, guardando i cookies, idem per la keyword usata nella ricerca che ha veicolato la visita. Invece nelle custom var possiamo scrivere quel che vogliamo, e “appiccicare” valori arbitrari al visitatore, alla visita o alla pagina vista in quel momento.

I limiti delle custom var sono sempre stati: non più di 5 slot usati contemporaneamente (50 su Analytics Premium) e la lunghezza di nome + valore della variabile non eccedente i 64 caratteri. L’ultima revisione del changelog di Analytics ci informa invece che questo limite è stato raddoppiato: adesso nome + valore possono arrivare a 128 caratteri. L’ultima frase “Additionally, the length is now checked before URL encoding” mi fa tornare in mente un vecchio post letto chissà dove che affermava che in presenza di caratteri “non standard” essi andavano a erodere molti caratteri (per via dell’encoding). Pare che adesso la lunghezza venga controllata PRIMA di effetture l’econdig e l’invio a GA.

Altre modifiche di questo aggiornamento sono l’aumento del limite di eventi inviabili e un diverso modo di registrare il cookie __utmv (usa il separatore ^ invece della virgola).
Dato che c’è una nuova versione del codice di monitoraggio (la 5.2.4) e che è un po’ che non lo faccio, posto la lista dei motori di ricerca conosciuti dallo script. Sicuramente Babylon è nuovo, perché in alcuni miei profili lo vedo sempre nei referrer, altri nuovi non ne vedo (e manca sempre l’italiano arianna):


daum:q
eniro:search_word
naver:query
pchome:q
images.google:q
google:q
yahoo:p
yahoo:q
msn:q
bing:q
aol:query
aol:q
lycos:q
lycos:query
ask:q
netscape:query
cnn:query
about:terms
mamma:q
voila:rdata
virgilio:qs
live:q
baidu:wd
alice:qs
yandex:text
najdi:q
seznam:q
rakuten:qt
biglobe:q
goo.ne:MT
wp:szukaj
onet:qt
yam:k
kvasir:q
ozu:q
terra:query
rambler:query
conduit:q
babylon:q
search-results:q
avg:q
comcast:q
incredimail:q
startsiden:q

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Jan 30 2012

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Escludere dai report un referrer spam

autore: Marco Cilia categoria: filtri tag: filtri, referral

Avevo iniziato a scrivere un commento direttamente sul post, ma stava diventando troppo lungo per cui mi scuso sin da ora se ne faccio un post a mia volta. Mi è capitato l’occhio su questo articolo di Filippo Sogus su come filtrare i referrer spam forex-ninjas.com e rock.to, che alcuni di voi potrebbero aver visto nei propri report (a me è successo). Non conosco Filippo, e spero che non se ne avrà a male se faccio due correzioni, la prima delle quali mi consente anche di affrontare un equivoco che ho sempre dimenticato di chiarire su questo blog:

  1. il primo errore è nel filtro: “traffico dai domini” è la traduzione letterale di “traffic from domains” dell’interfaccia inglese, ma entrambe si prestano a un errore di base; quel che noi dobbiamo filtrare sono le visite con un certo referrer, mentre quel campo agisce sul dominio geografico del visitatore (il fornitore della connessione, ad esempio fastweb o tiscalinet). Si veda l’articolo dell’help ufficiale “che cos’è un filtro?“, dove si legge chiaramente “Escludi il traffico proveniente dai domini: utilizza questo filtro per escludere il traffico proveniente da un dominio specifico, ad esempio un ISP o una rete aziendale.”. Il filtro che serve a noi è quindi un filtro PERSONALIZZATO di tipo ESCLUDI, con campo filtro REFERRAL e pattern filtro forex\-ninjas\.com (oppure rock\.to).
  2. il secondo errore è nella frase “A questo punto, ritornando nei report Referral avrete una lista ripulita dai domini spammer.”. I filtri non sono retroattivi (i segmenti avanzati invece lo sono), quindi applicare il filtro avrà effetto solo dal momento in cui si preme SALVA in avanti. Ne consegue anche che un referrer spam può essere eliminato solo dopo che si verificano le prime visite, giacché è impossibile filtrare tutto preventivamente.

Giusto per dovere di chiarezza spacer

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Jan 26 2012

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Due novità degli ultimi giorni

autore: Marco Cilia categoria: report tag: privacy, report, webmaster tools

Periodo di fervore anche per tutto ciò che sta “intorno” a Google Analytics: prima di tutto Google ha annunciato che dal primo marzo farà un upgrade della sua privacy policy, che diventerà comune a tutti i servizi. Il nodo principale delle nuove regole è che se si è loggati in un servizio Google, loro potranno combinare i dati ricavati da quel servizio con altri ricavati da altri servizi, sempre mentre eravamo loggati (quindi ad esempio se facciamo una ricerca per “hosting ad alte prestazioni”, potremmo poi trovarci annunci di hosting su Gmail anche se stiamo leggendo una mail che parla di tutt’altro).

Questo ovviamente non ha nessuna implicazione sui dati memorizzati da Analytics, che riguardano i nostri visitatori (in forma anonima e aggregata), e che rimangono nostri.

Quel che invece potrà cambiare, dice il post ufficiale, è che potranno usare i dati di navigazione all’interno dell’interfaccia di GA; perché molti non lo sanno, ma sull’interfaccia di Analytics… c’è Google Analytics, anche se in un forma meno canonica. Ecco qua:

<script type="text/javascript" async="" src="/img/spacer.gif">

e poi questa chiamata


<script type="text/javascript">ga.webanalytics.header.setHeaderInfo({"email":"LAMIAEMAILINCHIARO","gUrl":"https:\/\/www.google.com\/accounts\/","tabs":{"H":1,"D":1,"CR":1,"IN":1,"A":1,"R":1,"BF":1,"GO":1,"EC":1},"style":"ANALYITCS","tab":null});ga.webanalytics.header.setLoadBaseData(true);</script>

dal che si evince anche che loro, invece, tracciano eccome i dati personali che a noi sono proibiti.

La seconda novità è che il team di Google Webmaster Tools cambierà la metrica “posizione del sito nelle SERP” che viene riportata da GWT, e di conseguenza importata da Google Analytics. Prima la metrica era la media delle posizioni rilevate, e infatti aveva anche i decimali. Se per una data keyword il sito compariva in 2° e in 5° posizione, la posizione riportata era 3.5; che aveva poco senso in sè, ma ce l’aveva eccome se si teneva presente che era appunto una media. In base alle ricerche del team, secondo loro i webmaster vogliono invece sentirsi dire la “migliore posizione tra quelle riscontrate” e quindi nell’esempio precedente la posizione riportata sarà 2.

Tenendo presente che i dati già registrati non cambieranno, per un certo periodo avremo tutti dati magnifici spacer dopo bisognerà tenere conto di questa modifica.

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Jan 25 2012

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Comparsate cartacee

autore: Marco Cilia categoria: generale tag: libri

Sono stato nuovamente intervistato su Internet Magazine, a dicembre, in una sorta di aggiornamento di quanto già discutemmo a ottobre 2008. Come per la scorsa volta, dato che il cartaceo non è più in edicola, ecco il pdf:

Scarica il pdf e leggi l’intervista.

Inoltre, come un piccolo prezzemolino, ti segnalo miei contributi sono presenti in questi due libri, che puoi comprare o prenotare:

  • Vendere online (Step by step)spacer di Gianluca Diegoli: un libro per imparare a realizzare un ecommerce, con molti consigli utili e risposte alle domande più comuni che sorgono quando si decide di avviare un progetto di vendita digitale.
  • Web Marketing per le PMI (Web & marketing 2.0)spacer di Miriam Bertoli: un libro che vuole spiegare un concetto ampio come il web marketing alle piccole e medie imprese, che molto spesso sono ancora legate a logiche di marketing molto poco digitali.

Un po’ per empatia e un po’ per come sono fatto, tendo a interiorizzare l’ansia degli autori verso le scadenze, quando mi chiedono questi contributi. Non so se riuscirei mai a scrivere un libro io stesso spacer

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Jan 23 2012

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Addio Urchin, e grazie per tutto il pesce! *

autore: Marco Cilia categoria: generale tag: urchin

spacer Con un annuncio a sorpresa, Venerdì Google ha sancito la “morte” di Urchin, il suo software di web analytics stand alone, installabile sul proprio server, dalla cui acquisizione derivò nel 2005 Google Analytics. Ovviamente essendo un software che si acquista e si gestisce in autonomia, “morte” non significa che esso smetterà di funzionare, ma che non saranno più vendute nuove licenze e non saranno rilasciate ulteriori nuove versioni.

Con questa mossa Google chiude definitivamente una sorta di “bipolarismo” che in alcuni clienti ha generato confusione: “ma perché due prodotti? che differenze ci sono? perché uno traccia l’utente singolo e l’altro no?”. Per altri clienti invece, quelli che per policy sui dati o restrizioni tecniche non possono/riescono a raggiungere i server di Google, questo è un problema e dovranno dotarsi di una soluzione alternativa o continuare ad usare l’ultima versione di Urchin ad libitum.

Io sono affezionato ad Urchin, per due motivi: il primo è che l’ho usato – anzi lo uso tutt’ora su un server aziendale – e l’ho sempre trovato straordinariamente semplice, nella sua configurazione base, e veloce; la seconda – e più importante – è che senza Urchin oggi non ci sarebbe Google Analytics, e che come ogni genitore che si rispetti oggi Urchin sa benissimo chi sopravviverebbe e chi no, chi ha senso che continui ad esistere e chi no, e quindi si fa da parte. Anche perché lo sviluppo di Google Analytics, alla luce delle considerazioni fatte qualche settimana fa, procede spedito e a ritmo esponenziale, mentre Urchin ha più o meno la stessa architettura di Google Analytics v1.

Dobbiamo quindi tutti ringraziare Scott e Brett Crosby, Jack Ancone e Paul Muret, fondatori della Urchin Software Corporation, e tutto il team che lo ha sviluppato per averlo fatto esattamente come lo hanno fatto. Era un bel pezzo di software, ed è diventato un gran bel servizio online. Uno dei servizi online di maggiore successo della storia, se sono veri i numeri sulla diffusione di Google Analytics che si vedono girare di tanto in tanto… spacer

[* il titolo è una citazione del grande Douglas Adams. image copyright wikipedia]

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Jan 19 2012

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Actionable 404 tramite i custom alert

autore: Marco Cilia categoria: codice di monitoraggio tag: 404, alert, intelligence

Il tracciamento degli errori 404 in Google Analytics non è di per sé molto complesso: a seconda del metodo scelto potete usare le pagine viste, le pagine virtuali o gli eventi, e potete avere più o meno informazioni riguardo l’errore, con un po’ di javascript aggiuntivo. Quel che di solito accade è che si imposta il tracciamento e lo si guarda ogni tanto, quando si ha tempo, o alla peggio soltanto nei due giorni successivi al setup.

Invece gli errori 404 sono molto fastidiosi per gli utenti, e andrebbero sanati con azioni mirate, con redirect o altro ancora. Per questo motivo Tim Leighton-Boyce propone sul suo blog un approccio leggermente differente alla cosa, cioè l’uso di alert personalizzati; gli alert personalizzati, che finiscono nella sezione Eventi Intelligence (scheda HOME nella v5), hanno tra l’altro il grande pregio di beneficiare della funzione “contributori principali“, che ci aiuta a spiegare i segmenti maggiori che hanno portato a quel risultato. Ciliegina sulla torta, se il 404 è generato da un sito esterno, c’è il link alla pagina incriminata. Come dice Tim: “GA mi dice che c’è qualcosa di sbagliato, mi suggerisce quale può essere la causa e mi aiuta a trovare velocemente una soluzione”. Come si fa a resistere?

I punti salienti del video sono:

  • assicurarsi che i 404 siano tracciati
  • impostare un goal (una microconversion, dato che di norma avere 404 non è lo scopo principale di un sito) su di essi
  • creare un alert personalizzato che si scateni se i 404 salgono di un tot (oppure se ce ne sono più di un tot) rispetto ad un periodo precedente.

Sono convinto che si poteva avere lo stesso risultato anche senza impostare un goal, perché le condizioni degli alert si possono applicare anche direttamente agli URL delle pagine, ma a tim piaceva di più così e così ve l’ho riportato. Altre cose utili che si possono fare sono aggiungere un widget dell’andamento dei 404 alla vostra dashboard e creare un segmento personalizzato che includa solo le visite che hanno visto uno o più 404.

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Jan 13 2012

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meno cambi pagina per cambiare record analizzato

autore: Marco Cilia categoria: report tag: interfaccia

Uno degli obiettivi maggiormente perseguiti negli ultimi tempi dal team di Google Analytics è quello di rendere la vita più facile a chi usa il tool tutti i giorni. L’ultima novità di cui mi sono accorto è la presenza di un nuovo menu a tendina che consente di cambiare record “al volo”, cioè senza dover rifare lo stesso giro che ci ha portato a selezionare il record corrente.

Ad esempio, sono nel report delle keyword e ne clicco una per vedere solo quella, per cambiarla prima dovevo tornare all’elenco e selezionarne un’altra. Adesso invece a fianco al breadcrumb compare una frecciolina, che se cliccata apre un menu a tendina con i record “fratelli” del corrente (ad esempio per le keyword così):

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e la possibilità di effettuare una ricerca. La cosa è vera per tutti i report con almeno due record.

Il massimo sarebbe se tenesse in memoria anche la selezione della dimensione secondaria – cosa al momento falsa – ma non è detto che non sia perché la feature è nuovissima e ha bisogno di ancora un pochino di rodaggio.

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