Milanesi
Ai genitori “acrobati” ora si chiede troppo
Siamo i genitori di Lorenzo, nato nel 2009, che a settembre andrà alla scuola dell’infanzia, e di un fratello più grande, iscritto in una scuola elementare. Avevamo ovviamente pensato di iscrivere Lorenzo vicino a suo fratello, visto che le elementari che frequenta sono nello stesso plesso di una materna. Ma una nuova circolare del Comune sulle iscrizioni ci ha spiazzato.
Non viene più riconosciuta la precedenza a chi ha fratelli nelle scuole dello stesso plesso. O meglio, è previsto un maggiore punteggio solo se i fratelli sono in nidi o materne comunali, ma non alle elementari. Come se un bambino di 6,7,8,9, anni potesse andare a scuola da solo. E’ stato abolito anche il concetto del bacino d’utenza (si ottenevano più punti in graduatoria se si indicavano le scuole vicino a casa) quindi aumenta la probabilità di non avere i figli assegnati alla scuola più vicina a casa.
Essere genitori a Milano è già complicato. Le mattine, tra figli, lavoro, traffico e mezzi pubblici, spesso sono una corsa contro il tempo. E i genitori a Milano sono davvero degli “acrobati”. Queste novità rendono tutto più complicato. Forse le regole appena introdotte favoriscono alcune famiglie ma ne penalizzano moltissime altre, la maggioranza, quelle in cui entrambi i genitori lavorano e c’è più di un figlio.
Non entriamo troppo nel merito sul fatto che siano stati posti sullo stesso piano le iscrizioni dei bambini “milanesi” e di quelli presenti sul territorio ma privi di una residenza anagrafica. Ma un paio di domande ci sorgono comunque spontanee: all’atto dell’iscrizione è richiesta un’autocertificazione delle vaccinazioni e il codice fiscale dei genitori. Ma se si tratta di immigrati non regolari come possono fornire questi documenti? Se dichiarano di avere 10 figli (esagerazione provocatoria) per aumentare il proprio punteggio come pensa il Comune di controllare la dichiarazione resa, dato che non sono iscritti all’anagrafe? Sono sicuri a Palazzo Marino che, per evitare discriminazioni, non ne stiano creando delle altre?
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Domenica 5 febbraio la legge sulla cittadinanza italiana ha compiuto 20 anni. Le faccio tanti auguri, nella speranza che si possa fare al più presto da parte: troppe le ingiustizie perpetrate in suo nome. Continua…
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