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Brownies: la ricetta originale

spacer 6 febbraio 2012 | Autore: Leyden

Torta o biscotti? I Brownies prendono il nome dal loro colore scuro, si tratta di un dolce tipico degli Stati Uniti. Di fatto un Brownie è una torta tagliata a quadretti che può contenere nocciole o gocce di cioccolato, tradizionalmente un accompagnata con del latte caldo. Un Brownie originale non è quello che si può definire una pietanza dietetica, certo è che è decisamente gustoso! Sono molte le teorie per preparare i brownies, ma ecco qua la ricetta originale…

 

Ingredienti:

200 g di cioccolato fondente; 175 gr di burro; 2 cucchiaio di cacao in polvere; 120 gr di farina; 1 cucchiaino di lievito chimico in polvere; 60 gr di nocciole; 2 uova; 120 gr di zucchero; 1 pizzico di sale.

 

In una pentola fate sciogliere a fuoco basso il burro, fate a pezzi il cioccolato fondente e aggiungetelo al burro (nella pentola) insieme al cacao. Mescolare fino a quando il tutto non sarà ben sciolto e amalgamato. Fate poi intiepidire.

In una terrina  unite zucchero e uova e montate con lo sbattitore per alcuni minuti. A questo punto incorporate lentamente il cioccolato che avete fuso con il burro e il cacao per poi aggiungere anche la farina setacciata con il lievito e le nocciole (che avrete precedentemente tritato grossolanamente).

Rivestite una teglia (rettangolare) con carta da forno e riempitelo con il composto. Cuocere per 30 minuto a 180°. Una volta completata la cottura, attendere circa 10 minuti per togliere la torta dallo stampo.

 

 

 

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Torta di grano saraceno (senza latte e senza burro)

spacer 30 gennaio 2012 | Autore: Leyden

Ingredienti:

250 gr di farina di grano saraceno;  200/250 gr di zucchero di canna; una bustina di lievito; 5 uova; una manciata di noci o mandorle; marmellata di ribes.

 

Separare i  tuorli dagli albumi.

In una terrina unire i tuorli allo zucchero, alla farina, al lievito, alle noci tritate grossolanamente e mescolare.

A parte montare bene gli albumi a neve per poi incorporarli lentamente nell’impasto.

Mettere in forno a 180° per 30 minuti

- Dopo la cottura lasciare raffreddare la torta, dividerla in due dischi, spalmare con la marmellata (di ribes o quella che preferite) e ricoprire.

 

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Gnocchi di patate viola con radicchio e noci

spacer 25 luglio 2011 | Autore: Leyden

Mi trovavo, stanca e affamata, ad un matrimonio, uno di quelli che non ti puoi godere perché sei lì per lavorare e devi assicurarti che il tavolo delle bomboniere e quello per il taglio della torta siano perfetti, così come le candele che devono splendere a centinaia per illuminare il cammino degli sposi.

Dopo varie sessioni di salita e discesa dalla scala a pioli e di trasporto sedie/divani/fiori, un uomo serio ed elegante si avvicina a me e alle colleghe porgendo dei piatti che, per vari motivi, non potevano non attirare la nostra attenzione. Uno di questi era sicuramente il colore viola degli gnocchi che facevano bella mostra di sé stessi tra del radicchio, del burro e delle noci…

Niente tinture strane per presentare un primo piatto ad effetto, ma semplicemente l’utilizzo delle trüffelkartoffel, le cosiddette patate tartufo dalla polpa viola che arrivano direttamente dal Perù. Il sapore non è diverso dalle classiche patate dorate, ma il risultato che garantisce il loro utilizzo è sicuramente sorprendente. Queste speciali patate (patate viola o patate blu, da non confondere con le patate violette della Val di Susa) dalla forma oblunga e grumosa sono di piccole dimensioni e piuttosto care, e forse proprio per questo anche di difficile reperibilità. Per lo più vengono importate dalla vicina Francia, per il resto la loro diffusione è affidata al lavoro di piccoli coltivatori locali. Una specie antica e rara, che vi farà fare un figurone con i vostri ospiti!

Se volete fare degli gnocchi con queste patate forse è meglio sbucciarle prima di cuocerle, la loro buccia è infatti molto dura. E magari aggiungere qualche patata normale per dare all’impasto maggior consistenza, ma questo lo decideranno i vostri esperimenti!

 

Per gli gnocchi:

300 gr. di patate; 150 gr. di farina; 1 cucchiaio di parmigiano.

Bollite le patate, scolatele e passatele allo schiacciapatate. Aggiungete la farina e il parmigiano e impastate bene. Formate gli gnocchi e sistemateli su un ripiano infarinato.

 

Condimento:

300/400 gr di gnocchi; 100 g. di radicchio; 3-4 cucchiai di latte; 50 g. di gherigli di noci; noce moscata; parmigiano grattugiato; sale e pepe; burro.

Lavate e tagliate a striscioline sottile il radicchio. Sgusciate le noci e tritatele grossolanamente. In una padella mettete il latte, una noce di burro, il formaggio e mescolate a fuoco basso fino a formare una crema. Poi unite le noci e alla fine il radicchio. Lessate gli gnocchi, appena salgono a galla scolateli e uniteli al condimento della padella amalgamate il tutto e servite ben caldo.

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Doggy bag nostrana? Anche in Italia la cena finisce nel sacchetto…

spacer 10 giugno 2011 | Autore: Leyden

Che sia giunto il momento anche per noi italiani di sdoganare la doggy bag?

Negli stati uniti è usanza comune chiedere al cameriere di impacchettare per bene quanto rimasto della cena per portarselo a casa, da noi invece inorridiamo solo all’idea. Questione di galateo o semplice atteggiamento schizzinoso? Grazie a “Il buono che avanza” forse qualcosa cambierà. L’associazione Cena dell’Amicizia Onlus, che da 40 anni aiuta i senza tetto dell’interland milanese, ha lanciato lo scorso dicembre il progetto con lo scopo di sensibilizzare quante più persone sul problema della “società dello spreco”. Attraverso a questa iniziativa, sostenuta da Slow Food, sono gli stessi ristoranti a proporre alla propria clientela di portare a casa il cibo e il vino rimasti sulla tavola, informandoli sul valore sociale di questo semplice gesto.

Riduzione dei rifiuti, risparmio economico, miglior nutrimento, basterebbero questi motivi a perorare la causa de “Il buono che avanza”, ma è importante ricordare che sono enormi le quantità di cibo (pari a svariati miliardi di euro) che ogni anno finiscono nella pattumiere anziché sfamare 44 milioni di persone. Per ora solo Milano pare aver risposto all’appello, quale città sarà la prossima?

 

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Un piatto colorato al posto della piramide alimentare per combattere l’obesità in U.s.a.

spacer 6 giugno 2011 | Autore: Leyden

Michelle Obama continua la sua (lodevole) crociata contro l’obesità, ma qui l’ossessione per la bellezza non c’entra. L’obesità è infatti una patologia, che spesso si lega ad altre malattie come il diabete o disfunzioni cardiocircolatorie. Nei Paesi sviluppati è molto diffusa anche l’obesità infantile, che negli Stati Uniti riguarda il 15% dei bambini dai 6 agli 11 anni. Le abitudini alimentari scorrette non fanno altro che ingigantire il problema, per questo la First Lady, in stretta collaborazione con l’Usda (United States Departement of Agricolture) ha presentato un nuovo progetto di sensibilizzazione per apportare sostanziali modifiche in materia di cibo negli strati più giovani della popolazione.

Il progetto si propone di sostituire la tanto famosa Piramide Alimentare, che indica i cibi da consumare con più attenzione a seconda della posizione occupata, con una piatto colorato. Il piatto è diviso in quattro spicchi di diverso colore e di proporzione diversa, ad indicare cosa è meglio privilegiare durante i pasti: verde per le verdure, rosso per la frutta, arancione per i cereali, viola per le proteine. Un bicchiere azzurro a lato per indicare il latte e i suoi derivati. Secondo quanto indicato sul sito ChoosMyPlate.gov, per mangiare meglio sarebbe necessario ridurre le quantità di cibo, evitando le porzioni XL, e fare in modo che metà del nostro pasto si formato da frutta e verdura. Abbandonare i grassi, consumare almeno la metà della quantità di cereali suggerita, ridurre il sale e bere acqua al posto di bevande contenenti zucchero. Nel sito dedicato all’inziativa sono presenti molti consigli e informazioni sul cibo e le sue qualità, ma non è chiaro come il piatto colorato possa sostituire anni di merende al Fast Food, né come i vari cibi vadano alternati nel corso di una “settimana tipo”.

Dall’alto della nostra dieta mediterranea, buona brava e bella, iniziative di questo genere sono più che apprezzabili per contrastare uno stile di vita poco attento al legame che intercorre tra alimentazione e salute. Ma senza una vera cultura del cibo, basterà un piatto colorato per vincere la sfida?

 

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Food & Wedding

spacer 6 giugno 2011 | Autore: Leyden

Mi costa scrivere questo post ma devo. E’ una questione di principio.

Sono reduce da un matrimonio, uno di quelli importanti visto che quella all’altare di bianco vestita era una mia cara amica e io mi trovavo accanto a lei in veste di testimone. Dopo mesi di sostegno totale per i preparativi, dopo settimane di assiduo impegno per organizzare feste di addio al nubilato, accompagnare la sposa alle isteriche prove dell’abito, dopo aver ideato, creato, stampato libretti per la messa e tableau de marriage, dopo essermi svenata per donare alla mia amica le fedi che tanto desiderava, dopo essermi prestata a scatti fotografici che mi hanno obbligata anche ad un tiro alla fune e salti acrobatici sull’erba che hanno rovinato per sempre le mie scarpe nuove, sabato sera sono arrivata al ristorante dove si svolgeva il banchetto nuziale pronta a godermi finalmente la festa, brindando agli sposi con del buon vino e gustando le ricche portate pensate per noi.

Nulla di più lontano dalla realtà.

Atmosfera conviviale e divertente senza dubbio, ma già dalla risicata quantità degli antipasti tutti abbiamo cominciato a preoccuparci. Lasciando perdere il discorso vino (che comunque sarebbe breve, visto che tutto quello che avevamo a disposizione era una bottiglia di bianco e una di rosso), quello che ci ha più sconcertato è stata la dimensione di quello che ci veniva lasciato nel piatto (esatto, nulla di impiattato ma direttamente servito al tavolo) . Avendo la mia amica richiesto un risotto senza burro per me, sono stata l’unica fortunata ad avere a disposizione un piatto pieno di riso ai funghi, il quale era stato tolto dal fuoco dieci minuti prima del previsto dalla pentola. I miei commensali hanno potuto godere di una quantità pari ad un cucchiaio da minestra e mezzo. Stessa sorte per i ravioli che sono seguiti al risotto: due a testa. Evidentemente il due è la cifra preferita del padrone del ristornate, perché è lo stesso numero di fettine di carne che ci è stata offerta dopo. Due fette di carpaccio, due fette di tagliata di manzo, due fette di cinghiale (dimensioni di ognuna 6 x 3 cm). Una mia amica ne ha chiesta una terza per il marito momentaneamente assente e si è sentita rispondere un “Non posso” dal cameriere.

Eravamo lì per festeggiare la nuova famiglia nata dall’unione dei due sposi e con tutto il cuore l’abbiamo fatto, ma non ci meritavamo forse di essere anche nutriti? Non dovrei davvero parlarne perché la sposa è mia amica, ma come ha potuto essere così superficiale dopo tutti i conti in tasca che ha fatto agli invitati? Abito, fiori, macchina d’epoca, bomboniere…certo, tutto bello e tutto importante ma, care spose, il menù non è una questione secondaria!


Nessuno si ricorderà mai della tonalità dei fiori che avete scelto per la chiesa né della musica d’accompagnamento, ci sono solo due domande che si fanno a qualcuno che ha da poco partecipato ad un matrimonio:

1 – Era bella la sposa?

2 – AVETE MANGIATO BENE??

 

Riflettete spose, riflettete.

 

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Ricordo madrileno: le crocchette di baccalà!

spacer 31 maggio 2011 | Autore: Leyden

Circa un anno fa ho avuto la fortuna di trascorrere qualche giorno nella splendida Madrid. Tra un dipinto di Velazquez ed uno di Goya, insieme ai miei amici ho scoperto un altro capolavoro: le croqueta de bacalao. Non solo tapas nella capitale spagnola quindi, ma anche queste delizie che accompagnano il momento dell’aperitivo serale. Noi li abbiamo provati a Casa Labra, vicino a Puerta del Sol, uno dei locali più vecchi della città che li propone in tante varietà.

Ho provato a rifarle qualche mese dopo essere tornata dalla Spagna e mi sono dovuta armare di un po’ di pazienza, ma devo dire che il risultato è stato piuttosto gradevole (ecco forse l’aspetto forse non era esattamente “perfetto”). Se volete provarci anche a voi…

 

Ingredienti (per quattro persone): 300gr di baccalà; 600gr di patate; 3 uova; prezzemolo; 1 spicchio d’aglio; farina; olio di semi per friggere; sale e pepe.

Sciacquare e mettere in ammollo per una notte il baccalà. Al mattino sciacquarlo ancora e farlo bollire in abbondante acqua. A parte lessare le patate, sbucciarle e schiacciarle nello schiacciapatate.

Togliere la pelle e le lische al baccalà, spezzettarlo e unirlo alle patate schiacciate. Aggiungere anche due uova ed un tuorlo, il prezzemolo, uno spicchio d’aglio tritato fine, aggiustare di sale e pepe, mescolare bene e formare delle polpette un po’ più grandi di una noce. Passarle nella farina e friggerle nell’olio bollente. Servire subito.

 

- Provate a mettere anche del formaggio in mezzo alla crocchetta prima di friggerla! –

 

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Lo sapevate che il curry non esiste?

spacer 22 maggio 2011 | Autore: Leyden

Un po’ come accade per quella italiana, è difficile parlare di un’unica cucina indiana. Zone geografiche diverse corrispondono a climi differenti, così come le abitudini alimentari che non possono prescindere da quello che la natura offre in una determinata area, senza dimenticare di come si faccia sentire l’influenza di status sociale e religione d’appartenenza.

I tratti comuni della cucina del territorio indiano sono caratterizzati da un’immensa varietà di verdure, legumi e frutti, ma quello che in tutto il mondo fa immediatamente pensare all’India sono senza dubbio le saporitissime spezie, tritate tutt’oggi dalle donne indiane attraverso il mortaio di pietra.

La più famosa delle spezie indiane, però, in realtà non esiste. La parola curry è comunemente usata per indicare una particolare spezia, che in realtà è formata di una miscela di spezie diverse. Esiste una pianta aromatica chiamata kari, da qui forse l’errore di traduzione che ignora come l’esatto termine per definire una miscela di spezie sia in realtà masala. Quindi il nostro famoso curry non è nient’altro che uno dei tanti masala. I masala, inoltre, solitamente si formano nel momento stesso in cui si cucina un piatto, unendo in un intingolo aromatico più spezie prese singolarmente.

Il tono piccante e focoso dei piatti indiani si ottiene quindi grazie all’uso del peperoncino, non del nostro curry. L’ingrediente più importante per questa cucina pare essere il ghee, un burro chiarificato ridotto praticamente a grasso puro usato per friggere e soffriggere.

 

- Thanks to Baule Volante -

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Fagottini di mele di mamma Rita

spacer 2 maggio 2011 | Autore: Leyden

La mamma in questione è la mia e questi fagottini vi faranno fare un figurone!

Non so se il termine fagottini sia corretto, fatto sta che questi dolci sfiziosi si presentano come un fazzoletto di cui si sono uniti i quattro lembi…un fagotto appunto. I fagottini della mia mamma sono facili e veloci da preparare (e altrettanto velocemente i vostri ospiti li faranno sparire).

 

Per la quantità di ingredienti faccio riferimento solo ad 8 fagottini, poi vi spiego:

un foglio di pasta sfoglia (va benissimo anche quella surgelata che si trova al supermercato); 3 mele; una manciata di mandorle sgusciate; zucchero a velo.

 

Prendete il foglio di pasta sfoglia e stendetelo sul tavolo. Tagliatelo in 8 quadrati di uguali dimesioni.

Tritate le mandorle con il mixer fino a farle diventare una granella, sbucciate tre mele, tagliatele a pezzi e passatele al mixer fino a quando rimarranno dei pezzetti piccoli, ma non fatele diventare una purea.

A questo punto mettete un cucchiaio abbondante di mele in ogni quadrato di pasta sfoglia, copritelo con un po’ di mandorle tritate ed unite i quattro angoli del quadrato. Badate che sia chiuso bene, per evitare che il contenuto fuoriesca durante la cottura.

Dopo aver chiuso tutti i fagottini metteteli su una teglia coperta da carta da forno e infornate per mezz’ora a 200°. Una volta che avranno assunto una doratura intensa saranno pronti, fate raffreddare e ricoprite di zucchero a velo.

Potete servirli anche dopo qualche ora, sono comunque buonissimi. Per prepararne una quantità maggiore calcolate 8 fagottini e 2/3 mele per ogni foglio di pasta sfoglia.

 

- Consiglio: ottimi anche con le pere oppure con un’aggiunta di cannella o gocce di cioccolato -

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Thinkiness…

spacer 19 aprile 2011 | Autore: Leyden

Pensieri, preoccupazioni, decisioni. Fatti cose persone e situazioni affollano la mente e oscurano la strada che faticosamente era stata tracciata, allontanano la vetta che si iniziava a intravedere. Idee e progetti di nuovo offuscati da nubi che impediscono al sole di far splendere i suoi raggi. “Non c’è niente che una buona cena non possa risolvere” sì, ma non oggi. Ora è il momento della pausa, della solitudine, di scegliere un libro, di rannicchiarsi sul letto e sorseggiare un benefico liquido caldo, in attesa che il sole, domani, torni ad illuminare il futuro.

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