Nov 2 2011

Senza parole

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Oct 28 2011

Italia in malora (sottotitolo: schifo)

Perche’ l’Italia va in malora giorno dopo giorno? Perche’ non potrà mai essere competitiva?

Certo, a chiunque verrebbe immediatamente da pensare alla situazione politica, a quella fiscale etc. etc.
A me invece, ogni volta che si parla di Italia in scatafascio, viene immediatamente da pensare alle persone che la abitano, non a quelle che la governano. Numericamente, il rapporto abitanti:governatori e’ oscenamente alto, quindi ci sono tutte le possibilità per influenzare pesantemente l’altra parte. Ma, invece, anziché fare qualcosa per cambiare il paese in cui vivete, che tutti quanti dite che non vi piace più, fate l’esatto opposto, vi mettete a fare delle stronzate che raccontate ad uno straniero qualsiasi fanno venire la pelle d’oca.

Da cosa e’ scaturito il pensiero che mi ha fatto creare questo post? Ho semplicemente letto il giornale. Questa notizia, per la precisione:

Apple Store, scioperano i dipendenti romani.
Presidio davanti alla sede del primo negozio italiano ufficiale della Mela, nel giorno del lancio di iPhone 4S. I sindacati di base chiedono all’azienda un confronto

Non sto a riportare tutto l’articolo, andatevelo a leggere qui se vi interessa. Vi dico solo che i punti cardine della protesta riguardano passaggi di qualifica, mansioni e aumenti di livello, oltre che la presenza delle telecamere nel punto vendita (sic), permessi malattia e permessi sindacali. Ah, quasi dimenticavo un importantissimo altro punto: l’aumento dei ticket restaurant.

Dove cacchio volete andare se questi sono i presupposti? In qualunque altro paese la casamadre vi avrebbe licenziati immediatamente per aver boicottato il giorno di lancio di un nuovo prodotto. In Italia, probabilmente, saranno costretti a darvi quello che chiedete.

Se questo e’ il comportamento assunto da chi si aspetta che le cose cambino, state tutti belli freschi.

Svegliatevi. Cambiate il vostro modo di pensare, altrimenti nulla potrà cambiare davvero.

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Oct 22 2011

Libri di carta

Da quando la differenza di prezzo su Amazon fra un e-book e il libro di carta si e’ fatta cosi’ piccola, ho ricominciato a comprare libri veri, fatti di carta e non di bit. Peccato, mi piace il mio Kindle. Ma mi piace anche vedere la libreria piena di libri dalle mille forme e mille colori. Il prezzo faceva la differenza, fino a qualche tempo fa, ora non e’ piu’ il caso. Mah.

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89 centesimi

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1 dollaro e 94 cent.

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Oct 21 2011

Assurdo

British Airways pretende 40$ per la scelta del posto sull’aereo. Ma dico? A che punto siamo arrivati? Prossimamente quale novita’ sara’ introdotta? Il prelievo del sangue durante il volo? Tanto sei li seduto a far niente…

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Oct 21 2011

Americano medio

spacer (via Failbook)

 

 

 

 

 

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Oct 14 2011

Anderground

Si, e’ di qualche giorno fa, probabilmente l’avrete gia’ vista altrove, ma ci tenevo.

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Roma, stazione Tiburtina

 

‘nnamo bbene…

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Oct 10 2011

Innovazioni italiche

Mi trovo a dover comunicare per una questione stupida con la Banca d’Italia. Per poter avere l’onore di sottomettere la mia domanda ed esercitare un mio diritto sono costretto a recarmi presso uno dei loro uffici, ma, risiedendo all’estero, la cosa risulta quantomeno scomoda. Chiedo lumi e, attenzione attenzione, la Banca d’Italia mi fa sapere che possiamo sostenere tutta la nostra conversazione anche via Posta Elettronica Certificata. La PEC, una delle ultime invenzioni italiche che non si sa a che cosa serva esattamente se non a buttare soldi del contribuente a consulenti vari, alle solite Poste, che sarebbero gia’ da parecchio una azienda privata ma sembrano sempre essere un ministero della repubblica, cosi’ come Telecom Italia, e chissà a quanti altri.

Vabbe’, mi da un po fastidio la puzza ma e’ sempre meglio che muovermi fisicamente da un continente all’altro. Mi informo, chiedo al fido Google che mi manda sul sito fattapposta dal governo italiano. Essendo appunto un italiano all’estero, immagino ci possa essere qualche problema a farsi assegnare una stupida mailbox PEC, ma, leggendo la documentazione sul sito, pare proprio che io mi stia sbagliando.

Dice chiaramente: “Il servizio è offerto a titolo gratuito e si rivolge a tutti i cittadini italiani maggiorenni (anche se residenti all’estero)”. Ottimo, lo facciamo subito.

Clicco al posto giusto e riempio l’interminabile form. Gia’ inserendo i dati mi rendo conto che, tanto per cambiare, e’ fatto col culo. Se mi hai gia’ chiesto il codice fiscale, perche’ mi chiedi dove sono nato, quando e il sesso? Gia’ lo sai, no? Ma vabbe, non posso pretendere. Finisco e passo alla form successiva, dove mi chiede dove abito. Se risiedi in Italia, ti propone un incasinata sequenza di dropdown dove andare a fare drill-down partendo dalla provincia per arrivare fino al comune, ovviamente dopo aver gia’ chiesto il CAP. Ma se ti ho gia’ dato il CAP sai gia’ tutto, no? No. Non e’ comunque il mio caso, perche’ abitando all’estero, clicco su “Estero” e specifico “USA”. Magia! I dropdown obbligatori non sono piu’ obbligatori, e posso comodamente inserire in fondo il mio indirizzo, il numero civico e… e basta! Non c’e’ il campo per la citta’, perche’ davano per scontato che tu l’avessi inserita nello step precedente, quello che si e’ annullato indicando che sto all’estero.

Vabbe’, che mi frega se non sai dove abito, la prossima volta ti fai piu’ furbo. Se proprio hai bisogno chiedi al’AIRE, loro lo sanno.

Ottimo, tutto compilato. Ora scegli una password. Regole: da 8 a 16 caratteri, almeno una maiuscola, almeno una minuscola, almeno un numero, lo stesso carattere non puo’ essere ripetuto piu’ di tre volte. Va che bravi, una volta ogni tanto fanno le cose fatte bene. Penso ad una password, la scrivo, verifico mentalmente che ci sia la minuscola, la maiuscola, il numero, che sia lunga giusta. C’e’ tutto. Bene. Invio.

Stop. La password non puo’ essere accettata. Segui le indicazioni.

Ma come? Le ho seguite alla lettera… Vabbe’, riproviamo. Altra password, verificando che ci sia la maiuscola, la minuscola, il numero, la lunghezza, il tizio, il caio, il sempronio del tempo che sto perdendo per voi. Invio.

Stop. La password non puo’ essere accettata. Segui le indicazioni.

Vadaviaiciap! E’ giusta! Cosa vuoi da me? Quando, all’improvviso, mi viene un lampo di genio: in entrambe le password provate c’era anche un simbolo. Vuiovedereche….

Riprova la password, con una maiuscola, una minuscola, un numero, almeno otto ma non sedici, LEVA QUEL SIMBOLO.

Grazie! I tuoi dati sono stati registrati!

Ti registrerei una bella pedata nel culo, altroche’… Fa niente, andiamo avanti, che ho gia’ perso troppo tempo con voi rimbambiti. Clicco sull’apposito tasto per proseguire e, insieme ad una schermata con il riepilogo delle informazioni, l’indirizzo di posta assegnato e quantaltro, compare anche la seguente, ovvia affermazione:

“Puoi completare la tua registrazione presentandoti in un qualsiasi ufficio postale. La lista degli uffici postali abilitati e’ consultabile dalla nostra home page”

Ma che, siete tutti scemi?

Domanda retorica, la risposta gia’ la conosco…

 

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Oct 6 2011

You are already naked. Follow your heart.

“Remembering that I’ll be dead soon is the most important tool I’ve ever encountered to help me make the big choices in life. Because almost everything — all external expectations, all pride, all fear of embarrassment or failure — these things just fall away in the face of death, leaving only what is truly important. Remembering that you are going to die is the best way I know to avoid the trap of thinking you have something to lose. You are already naked. There is no reason not to follow your heart.”

 

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Oct 3 2011

Italia

Leggo sul blog del sempre attento Stefano Quintarelli e non posso fare a meno di ripubblicare per i miei tre lettori:

Però il clima è buono e si mangia da Dio…

L’Italia si colloca internazionalmente così:

• Nel Global Competitiveness Report è 48^ (World Economic Forum);
• Sulla lotta alla corruzione è 67^ dopo Botswana, Ghana e Ruanda (Transparency International);
• Sull’ innovazione è al 35° posto (Global Innovation Index, stilato dalla Businness School Insead);
• Nell’ Index of Economic Freedom è 87^ (Heritage, Wall Street Journal);
• è all’ 80° posto per quanto riguarda la semplicità d’avvio di un’attività d’impresa (World Bank);
• sulla semplificazione degli adempimenti fiscali è al 136° posto (WB);
• per quanto riguarda la qualità del rapporto tra la P.A. e le imprese è al 78° posto (WB).
• sulla libertà di stampa è 49^ (Reporters Sans Frontières);
• sullo Human Development è 24^. (United Nations Development Program);
• Nell’ education index è 22^ (UN);
• nella classifica Ocse sui salari netti è al 22° posto;
• È al 5° posto come peso delle tasse sui salari (cuneo fiscale) (Ocse);
• Come Tasso di crescita dell’economia è 146^, (IMF).

 

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Sep 29 2011

Italiani fuori porta

Lo spunto per questo post arriva da un commento che un lettore, a me anonimo, più o meno, ha lasciato sul mio post precedente.

A parte il fatto che gli unici complimenti su quel post me li ha lasciati una persona che neppure conosco piuttosto che la lunga fila di persone che io mi ostino a chiamare amici, che avrebbero potuto quantomeno perdere 30-45 secondi per augurare buona vita alla nuova creatura ma che non lo hanno fatto, richiederebbe una discussione separata… Ma mi sforzerò facendo finta di nulla.

Quel commento del tutto inaspettato mi e’ stato lasciato da uno degli immagino numerosi italiani che hanno deciso di trovare fortuna qui negli USA, anche lui traslocatosi qualche anno fa. Volendo conoscere qualcosa di più su di lui sono andato a visitare il suo blog che, fortunatamente, ha indicato nel momento di commentare. Nel suo blog ho trovato un riferimento ad un altro italiano traslocato, anch’esso con un bel blog tutto da leggere.

Saltando da un blog all’altro, leggendo post più o meno in ordine casuale, ho potuto ricordare e parzialmente rivivere nella mia memoria storie e situazioni gia’ viste, cose gia’ sperimentate, sensazioni e odori che, a quanto pare, sono comuni a tutti coloro che come me hanno deciso di prendere una di quelle che possono essere senza dubbio catalogate come “decisione importante” nella loro vita. Ed e’ stato piacevole rileggere quei passaggi.

Mi sono anche chiesto, non per la prima volta se devo dirla tutta, quanti altri nella stessa situazione passano per questo blog di tanto in tanto per leggere quel (ultimamente poco) che ho da dire. Probabilmente anche loro respirano lo stesso tipo di aria fra le mie parole, ogni tanto.

Ed e’ qui che faccio una promessa a me stesso, sapendo sin d’ora di non poterla completamente mantenere: devo sforzarmi a scrivere più spesso, a raccontare le cose che vedo, che vivo, che sperimento andando in giro, o solo restando a casa. Ci provo, ma non rimaneteci male se non potrò farcela come invece vorrei.

 

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