Benvenuti in we are social. Siamo una conversation agency, con uffici a Milano, Londra, Parigi, Monaco di Baviera, Singapore, Sydney e San Paolo. Aiutiamo le marche ad ascoltare e comprendere le conversazioni che hanno luogo sui social media, per potervi prendere parte in modo attivo e rilevante.

Siamo un nuovo tipo di agenzia, ma la conversazione tra persone non è certo una novità: la nostra missione è quella di introdurre i nostri clienti all’interno di questo processo naturale.

Abbiamo già aiutato brand come Indesit, Cisco, Libero.it, BNL BNP Paribas, Casio, BIC, Coin e Hotels.com. Se vuoi conoscerci meglio, e scoprire come possiamo aiutare anche te, inviaci una e-mail o chiamaci al numero +39 02 3655 1868

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Thank God We Are Social #36

di Silvia Raimondi in News il 11 febbraio 2012 alle 16:40

Buon weekend ai nostri lettori che si stanno godendo il meritato riposo settimanale. Sappiamo che in questi giorni vi state preparando alla festività più attesa, temuta, irritantemente romantica e squisitamente commerciale dell’anno: San Valentino. Se come me cominciate a non poterne più di rose rosse, inviti a cena e lamentele di single esasperati, ecco un paio di interesting facts sull’amore 2.0.

Online Dating Data
Il 2012 ha registrato un aumento del 20% degli iscritti ai siti web di incontri online: si tratta di un giro d’affari decisamente cospicuo, che vale 4 miliardi di dollari in tutto il mondo. Uno degli aspetti più interessanti dell’online dating è la mole di dati relativi agli utenti che i siti di incontri maneggiano ogni giorno: centinaia di Gb di profili vengono analizzati e manipolati , sia con algoritmi che attraverso selezioni manuali e visioni di filmati.  Ad oggi, le statistiche più interessanti provengono dagli Stati Uniti: godiamoci una piccola panoramica di questo inizio 2012.

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Wot Went Wrong
Tuttavia, nonostante le meravigliose promesse dell’online dating nel 2012, può sempre capitare che qualcosa vada storto. E dato che siamo nell’era dei risultati misurabili, delle valutazioni d’errore, dei feedback a tutti i costi, perché non applicare questi utili principi anche alla vita sentimentale?

Wot Went Wrong è infatti un sito che ci consente di chiedere al nostro partner mancato cosa è andato storto dopo il primo appuntamento.

WotWentWrong Explanatory Video from WotWentWrong on Vimeo.

La promessa del teaser di rendere “socially acceptable” questo comportamento sembra un po’ azzardata: non sarà invece ancora più imbarazzante!?

#Sanvalentino per veri Geek
Infine per noi innamorati della tecnologia, ecco alcune card di S. Valentino tutte speciali, dedicate a chi vuole far breccia nel cuore di un geek.
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Cliccate qui se volete vederle tutte.

La serenata social
Heineken rimane fedele alla propria missione di unire i propri consumatori sia online che offline (per dirlo con le parole di Cyril Charzat, Senior Director Global Heineken Brand). Per San Valentino propone una Facebook App che permette di preparare una serenata da dedicare alla propria persona speciale, personalizzandola e costruendola in base ai propri gusti. Un artista di cui potete vedere una preview qui sotto si occuperà di cantarla per voi. Sempre attraverso Facebook, è poi possibile condividerla facilmente e invitare altri amici a creare la propria.

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tags: dating, geek, heineken, marketing, san valentino, Social media

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[Infographic] Tutta la storia del marketing, dalla stampa del ’400 ai social media nel 2012

di Ottavio Nava in News il 10 febbraio 2012 alle 17:13

È venerdì, sta iniziando il weekend e cosa potremmo offrirvi di meglio se non un contenuto che vi faccia riflettere ma allo stesso tempo non impegni troppo la vostra mente?
Ecco a voi uno stupendo infographic di Hubspot sulla storia del Marketing. Dalla stampa nel 1450 ai social media nel 2012.
Un vero e proprio viaggio attraverso diverse epoche, da quando la tecnologia era uno strumento nelle mani di pochi all’avvento della tecnologia per tutti, fenomeno che ha dato alle persone un modo per esprimersi e conversare cambiando il marketing profondamente.

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Fonte: HubSpot Marketing Software

tags: hubspot, Infographic, marketing, Social media, social media marketing, storia del marketing

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Migliaia di micro social network

di Stefano Maggi in News il 9 febbraio 2012 alle 09:30

Nelle prime fasi di crescita di Facebook, mentre il social network iniziava a acquisire utenti con un ritmo mai visto per qualsiasi mezzo di comunicazione nella storia dell’umanità, una delle riflessioni più diffuse tra chi si occupa di marketing sui canali social riguardava cosa avrebbero scelto le persone. Cosa sarebbe successo? Gli utenti si sarebbero accentrati verso un solo canale senza particolari focus tematici oppure avrebbero distrutto l’egemonia di Facebook diversificando la propria attenzione e il proprio tempo verso numerosissimi social network molto specializzati su temi singoli?

Oggi abbiamo la risposta. Nessuna delle due ipotesi si è realizzata, almeno non singolarmente: infatti, entrambi gli scenari si sono realizzati contemporaneamente.

Oggi Facebook ha quasi 845 milioni di utenti attivi in tutto il mondo (8 su 10 sono fuori da Stati Uniti e Canada) e più di 425 milioni di utenti ogni mesi si collega via mobile, rendendo l’utilizzo di questo social network un’abitudine totalmente integrata nelle proprie giornate.

Parallelamente, iniziano a nascere social network di nicchia o basati su interessi, come Instagram (divenuto il social network mobile più grande del mondo) e Pinterest (un network basato su interessi, ancora in beta, ma in crescita fortissima). Accanto a questi network di nicchia con un’ampia diffusione, si sviluppano canali ancora più focalizzati.

Come possono convivere questi due trend? Sembra strano anche solo da ipotizzare, ma il secondo è il risultato del primo. Il social network più diffuso al mondo, Facebook, ha messo a disposizione una serie di tecnologie (conosciute come Open Graph), che permettono di integrare Facebook in qualsiasi esperienza online. Questo ha permesso a tutti i social network (anche al più piccolo del mondo) di avvantaggiarsi di una serie di tool che consentono agli utenti di utilizzare le proprie identità, dati e profili ovunque, senza doversi sempre registrare a qualsiasi nuovo canale.

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I brand iniziano a intuire questo trend e capiscono come, spesso, costruire un social network di nicchia, significhi facilitare un’aggregazione sfruttando tecnologie già esistenti (come quella di Facebook), piuttosto che creare website o “destinazioni” dedicate.

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Nascono così esperimenti molto focalizzati, campagne, come l’ormai celebre “Museum of Me” di Intel, come il video personalizzato degli Arcade Fire “The Wilderness Downtown” o come la campagna “Take This Lollipop“.

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Ma anche social network molto articolati, come la community di RunKeeper, dedicata ai runner o alla community Fitocracy, dedicata a individuare e superare obiettivi di fitness, a cui RedBull partecipa attivamente da pochi giorni.

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The @RedBull Fitocracy Fitness challenge starts today!Declare your resolution and get your wiiings!:D

— Fitocracy (@fitocracy) January 23, 2012

Insomma, l’accentramento verso Facebook non significa aggregazione verso un solo luogo (come Facebook.com o le applicazioni mobile), anzi. Significa parallelamente espansione verso canali esterni, verso nuove community e verso interessi verticali, utilizzando il proprio “Social Graph” portatile (l’aggregazione di identità, contenuti e interazioni). Facebook stessa indica le “App all’interno di Facebook” come una delle tre principali modalità in cui Open Graph può essere utilizzato, oltre all’utilizzo all’interno del web o per mobile.

Il futuro di Facebook, quindi, è sempre più “open” e le marche che lo capiranno per prime riusciranno a sfruttare questa tendenza per aggregare community di persone interessate, agendo come facilitatrici di una conversazione, creando un social network e contemporaneamente migliaia di micro social network.

PS: Anche i programmi TV diventano micro social network. Questa caratteristica potrà avere impatti anche sul modo in cui guardiamo la televisione. BBC sta sperimentando i “Perceptive media”: contenuti televisivi personalizzati sulla base delle informazioni dell’utente. Dall’inserimento all’interno del contenuto di immagini, video e elementi dello spettatore fino allo sviluppo di storytelling differenziati sulla base di chi sta guardando. Le potenzialità sono molto interessanti e Facebook Open Graph è una delle tecnologie attualmente più utili a sviluppare questo approccio.

tags: fitocracy, nicchie, niche social networks, Open Graph, runkeeper, verticali

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Mercoledì Social #96

di Luca Della Dora in News il 8 febbraio 2012 alle 10:13

Ben ritrovati con l’appuntamento che da ormai 96 settimane vi tiene compagnia il Mercoledì, e vi tiene aggiornati su tutte le notizie più curiose e interessanti che provengono dal social web. Questa però è una settimana particolare, quella che negli USA è attesa per tutto l’anno, quella che mette a sedere un’intera nazione davanti alla TV: è la settimana del SuperBowl, molto di più di una semplice partita di football americano. Chiunque si interessi di marketing, di comunicazione e di pubblicità non può ignorare quello che è unanimemente definito l’evento mediatico dell’anno.

E ovviamente questo discorso vale anche per noi, quindi iniziamo proprio parlando di tutto ciò che è stato il contorno della sfida tra Giants e Patriots (ah, per dovere di cronaca, i Giants hanno portato a casa il SuperBowl XLVI per 21-17).
 
 
SuperBowl: Super Advertising?
Questo lo lascio dire a voi. Quello che vi posso dire è che vale la pena dedicare qualche minuto del vostro tempo per dare un’occhiata ai commercials che sono stati trasmessi durante la partita di Domenica 5 Febbraio, considerando che per la maggior parte di questi brand, il SuperBowl rappresenta la vetrina più importante sia a livello di investimento media, sia in termini di bacino d’utenza raggiungibile. Ads of the World ha raccolto tutti gli spot trasmessi, mentre io mi limito a condividerne un paio che mi sono piaciuti, ecco come Toyota, Doritos e Sketchers hanno impiegato i loro 30″ di gloria.


 
 
Cosa (e dove) hanno cercato le persone durante il SuperBowl?
Il SuperBowl è stata l’ennesima dimostrazione di come la fruizione televisiva stia diventando sempre più legata a ciò che accade sul social web. Perché? Semplice, perché tutti coloro che hanno seguito il match dal loro divano, avevano in tasca uno smartphone o un tablet, e il 41% di queste persone ha effettuato ricerche legate agli Ads del SuperBowl via mobile (come riporta Google attraverso il suo blog). Ecco un infographic che ci riporta alcuni dati interessanti di come si è “giocata” la partita online:

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È poi interessante notare come tra i 5 argomenti più ricercati non compaia nessuno dei brand che hanno investito per proporre il proprio spot. Ecco invece cos’hanno cercato maggiormente le persone:

1. Madonna
2. Halftime show
3. Patriots
4. Tom Brady
5. Giants

Qui invece Youtube ci racconta cosa è stato maggiormente cercato per quanto riguarda i commercials di cui ho scritto poco sopra.
 
 
Il Mobile cresce ancora: Facebook sta a guardare?
Ovviamente no. D’altra parte con 845 milioni di utenti, è evidente che ci sia un enorme pubblico di cui tener conto, un pubblico che continua a crescere mese dopo mese, che – come riporta StatCounter – è raddoppiato anno dopo anno dal 2009: per rendersi conto di come l’impatto delle connessioni via mobile sia sempre più rilevante basti pensare che sono oggi l’8.5% contro il 4.3% di soli 12 mesi fa (e questo dato tiene conto soltanto degli smartphone, senza considerare gli accessi a internet via tablet).

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Come riporta il Financial Times, Facebook sta per lanciare anche sulla piattaforma mobile i suoi prodotti legati all’advertising: l’obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra la soddisfazione (e la pazienza) dei propri utenti, e la necessità di monetizzare ulteriormente prima di diventare “pubblico”. Saranno le prossime settimane a dirci se Zuckerberg sarà in grado di mettere tra le mani degli utenti mobile un’altra forma di advertising senza risultare invasivo nei confronti delle persone che ogni giorno accedono a Facebook.

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Camparis all around the world, on Foursquare
Ebbene sì, anche Milano, da qualche giorno, ha il suo City Badge. Dopo Berlino, Madrid, Istanbul e tantissime città americane, anche in Italia è stato lanciato il primo badge dedicato a una specifica città ed ai luoghi più interessanti che le persone possono visitare per scoprirla. Come sbloccarlo? Semplicissimo: basta seguire la Lista dedicata e fare almeno 5 check-in nei luoghi indicati.

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La scelta cromatica lascia un po’ a desiderare (sì, ok, sono di parte, ma i colori che dello scudo meneghino sono comunque il bianco ed il rosso ;D), ma è decisamente positivo il fatto che anche l’Italia sia entrata a far parte di quei paesi su cui Foursquare ha deciso di focalizzare la sua attenzione, proseguendo con la volontà di avvicinare sempre più le persone alla scoperta dei luoghi più interessanti delle città di tutto il mondo.

Anche per questa settimana è tutto: ora non vi resta che farci sapere qual è lo spot trasmesso durante il SuperBowl che avete apprezzato di più, e – se non l’avete già fatto – di andare in Duomo, passando per Corso Como e via Tortona, magari sorseggiando un Negroni al Bar Basso, per sbloccare il Milano da bere badge su Foursquare!

tags: Badge, Facebook, Foursquare, google, Infographic, Milano, Mobile, Superbowl, youtube

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L’Italia è sempre più social [ricerca]

di Stefano Maggi in News il 7 febbraio 2012 alle 20:06

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I nostri amici di GlobalWebIndex hanno appena rilasciato uno studio che approfondisce il modo in cui le persone interagiscono con i canali social. La ricerca contiene un focus interessante sull’Italia, da cui emerge come il nostro paese sia tra i più attivi nell’utilizzo dei social media.

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Emergono anche alcuni trend significativi, raccontati nel documento di report:

  • La componente locale dei social media è sempre più importante per le persone;
  • L’utilizzo di device mobile sta avvicinandosi quantitativamente all’interazione via desktop;
  • Tutto sta diventando “digital”, quindi non esiste più una distinzione netta tra ciò che lo è e ciò che non lo è, anche nei piani media;
  • Google, con il suo approccio sempre più social, mantiene il suo ruolo importante di driver per la ricerca di informazioni. È importante che sappia mantenere il peso attribuito recentemente alle ricerche personalizzate sulla base del social graph delle persone;
  • Facebook è sempre più integrato nella vita delle persone ed è importante che sia accessibile sempre più anche fuori dal contesto “Facebook.com”: negli applicativi mobile e nei website esterni;
  • Le persone cercano sempre più interazioni significative con le marche: è importante per i brand essere presenti e sviluppare una conversazione con il proprio target;
I risultati dell’analisi sono molto interessanti e potete leggerli in modo approfondito nel report “GWI – 6 trends” di GlobalWebIndex.
Global webindex 6 trends italian cut

tags: brand, dati, marketing, research, ricerca, Social media, studio

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Facebook Open Graph, cos’è? Come si sta evolvendo?

di Ottavio Nava in News il 6 febbraio 2012 alle 09:30

In questi giorni, ne siamo sicuri, sentirete parlare di Facebook soprattutto in relazione alla recente ufficializzazione della sua IPO (offerta pubblica iniziale) per una somma pari a 5 miliardi di dollari. Se non volete farvi scappare la possibilità di comprare i titoli dell’azienda (e abitate negli Stati Uniti) potrete chiederli alla vostra banca con una sigla piuttosto scontata: FB.

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