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Personal portfolio of digital artworks

About me

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Nato a Ferrara nel 1983, dove vivo e lavoro.
Autodidatta, sono appassionato d’arte moderna, grafica digitale, videoarte, design architettonico.
Le tecniche che uso per i miei lavori sono il disegno a carboncino, il fotoritocco digitale e la fotografia.

“Ogni mio lavoro è intriso della prospettiva con la quale affronto la vita: una visione disillusa e cinica che mi porta a concentrarmi sugli aspetti negativi delle cose.
Questo mio modo di osservare la realtà non vuole però essere un disincanto fine a sé stesso, ma piuttosto un punto di vista alternativo al buonismo diffuso e alla falsità di fondo costitutivi della nostra società.
Il mio percorso creativo si snoda attraverso la rappresentazione di stati d’animo tormentati, ma mai definitivi.

Mi affascinano le infinite sfumature intermedie che colorano il nostro vivere contemporaneo; amo i grigi, piuttosto che il bianco e nero.
I sentimenti di inquietudine e disagio, che appartengono in qualche modo a ognuno di noi, così come l’approccio che abbiamo nei confronti della morte, tematiche così abitualmente occultate da una società che dipinge sé stessa come eterea ed onnipotente, sono i punti centrali attorno ai quali ruota il mio lavoro.
All’immagine ingannevole di una realtà caricata di falsi colori artificiali, preferisco una pittoresca visione a tinte più essenziali e ridotte.
Trovo particolarmente congeniali alla realizzazione delle mie rappresentazioni le tecnologie digitali, un vero caleidoscopio di sfumature espressive che consente all’artista di ampliare infinitamente le proprie possibilità di intervento ed elaborazione.”

“Surreale e onirico è il mondo di Stefano Bonazzi. Il giovane artista di Ferrara, vincitore della terza edizione di IHAVE@DREAM, mette in scena favole dark, ciniche e disilluse. I suoi mondi visionari non lasciano spazio a nessun happy ending, destabilizzano, inquietano.

Sono bad dreams perché raccontano l’incerto, il disagio contemporaneo. E questa visione disincantata dei nostri giorni si riversa sulle sue elaborazioni digitali, squisitamente pittoriche e dolcemente allucinogene.

L’opera “A bad dream” riassume in maniera esaustiva il suo immaginario poetico: personaggi (o presenze?) angoscianti, prospettive deformate, cromie cupe, storia scevra da ogni logica e da qualsiasi lieto o infausta fine che sia. Un rebus onirico in cui l’irrealtà si presenta come reale e dove la fantasia non è poi così lontana dalla realtà.”

Vanessa Viscogliosi    (IHAVE@DREAM – 2008)

L’artista parte da immagini fotografiche rielaborate con approfondita meditazione. Cortocircuiti visivi nei quali i volti sono nascosti da maschere. Apre il sipario a figure immobili sospese in uno spietato equilibrio incerto. Colpiscono le composizioni metafisiche, stranianti, in cui tutto è dove non dovrebbe essere: caos calmo. Analisi disillusa degli stati d’animo dell’essere, frutto della sua visione cinica che induce a soffermarsi sull’asprezza della società.

L’artista rielabora le proprie sensazioni e le veicola con un linguaggio artificiale interprete di visioni distaccate della realtà, pur sviluppandosi da essa. Questa artificiosità è volutamente esasperata. Le sue rielaborazioni digitali sono create con le stesse tecniche con cui si producono le immagini “caricate di falsi colori” – come si evince dalle parole dell’artista stesso – della mercificazione pubblicitaria che anestetizzano i sensi. La diversità è negli intenti. Anche le sue, sono immagini ingannevoli.

A primo acchito, potrebbero suggerire mondi di assoluta tristezza, mondi dai quali mai più svegliarsi o far ritorno, mondi senza alternativa, catastrofici: The last day on earth; A bad dream; Dreamland; Neverland e Scaryland. Nelle sue opere le persone sono immobilizzate, ma dal frastuono della società.

Si chiudono nel silenzio di se stesse, ma la loro è una condizione transitoria, mai definitiva in quanto a muoversi è il loro pensiero, il loro stato emotivo che da solo, può superare la cecità interiore. Stefano Bonazzi sfruttando il linguaggio della comunicazione pubblicitaria insieme a stranianti associazioni figurative – rese in tonalità ridotte di colore, tendenti ai grigi – riesce a sovvertire e nel contempo a stimolare le percezione emotive. Le sue tormentate figure sono immerse in luoghi mentali, trasognati, incantati che ci lasciano sbigottiti.

Creazioni sospese in un equilibrio instabile, afono, che oscilla tra pacatezza e inquietudine, realtà e visioni allucinate, che creano spazi disorientanti. La sua non è, però, un’astrazione dalla concretezza materiale, un rifugio isolato senza meta, lontano dagli eventi circostanti. Bonazzi parte dalla lucida presa di coscienza di ciò che ci circonda per stimolare l’osservatore a raggiungere una destinazione possibile, alternativa al disorientamento.

I Cattivi sogni traducono, in immagini, stati d’animo come lo smarrimento e l’incertezza dell’individuo, perso nella ricerca mentale di se stesso e di una posizione nel mondo. Ciò è espresso anche dalla disposizione straniante delle figure che compongono le sue opere. Tutto è decontestualizzato, come se ogni cosa avesse perso il proprio posto abitudinario sulla terra e venisse spostato come pedina inconsapevole nella scacchiera della vita.

Con la tecnica adottata, per alcuni aspetti iper-reale, l’artista tenta di svelare ciò che è celato e soffocato dai camuffamenti odierni. Infatti, le sue composizioni stimolano la curiosità, spingono a oltrepassare l’immagine superficiale per vedere con lo sguardo della coscienza una realtà più reale del reale.

Carmen Tatò    (StatArt)


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Works

  • Lines
  • Mad Parade
  • Nonsense
  • Protection
  • Silent Places
  • Smoke
  • The last Day on Earth
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