Cosa succede il venerdi con Twitter? C'è il #FridayFlash

11-marzo-2011 - pubblica su spacer spacer spacer spacer spacer spacer spacer spacer

Post scritto da Mauro Sandrini. Seguimi su Twitter.

Cosa fa di venerdì uno che scrive? Tira fuori dal cassetto qualcosa di quello che ha scritto e lo mette a disposizione degli altri gratuitamente con twitter.

Perchè lo fa? Per tanti motivi. Per esempio per avere un feedback da esseri umani che non siano la fidanzata o gli amici più prossimi. Costoro, come è facile intuire, dopo i primi entusiasmi dettati dalla curiosità, dopo poco svicolano quando gli chiedi un parere sul tuo lavoro... se li incontri per strada abbassano gli occhi. Insomma, non è sempre così bella la vita dello scrittore...

E poi arriva Twitter...

E poi arriva twitter che è davvero la cosa più semplice che esista (ma anche complicata da capire per uno che i quaranta gli ha passati da un po') e che permette agli scrittori di scambiarsi pareri ONESTI sulle loro produzioni. In pratica è come se ci si trovasse tutti a una festa con un po' di fotocopie da distribuire a coloro che sono lì pronti con la penna rossa in mano per leggere e correggere virgole e accenti, ma sopratutto per dare un'opinione sullo stile e il percorso narrativo che l'autore sta compiendo.

Twitter diventa allora una possibilità sia per ritrovarsi tra simili e per evitare cure psichiatriche lunghe e costose che lo salvino  dal più devastante dei narcisismi solitari. Che è poi il vero vizio di chi scrive: il senso di onnipotenza che la pagina bianca può dare man mano che si riempie.

#FridayFlash. Nel mondo già lo fanno. E può essere molto utile agli editori...

È come il the delle cinque per gli inglesi. Tutti i venerdì autori di ogni genere pubblicano lavori nuovi o meno nuovi e chiedono aiuto affinché chi può, e ne ha voglia, lo legga e gli comunichi la sua sincera opinione. È un'attività che non serve solo agli scrittori però. Anche gli editori, per esempio, possono trarre vantaggio da questo tipo di condivisione. Quel che succede, infatti, è che la comunità su twitter autoseleziona i lavori migliori. E lo fa gratis. Un editore accorto potrebbe completare la selezione dei nuovi autori a partire da questo semilavorato invece che - qualche volta - scegliere in modo casuale dai plichi che gli giungono dagli esordienti.
È anche l'ennesima dimostrazione che un'alleanza tra chi scrive, e magari si autopubblica, e il mondo dell'editoria tradizionale è tutt'altro che un'utopia.

Come si fa?

Per chi usa twitter è semplicissimo: è sufficiente inviare un messaggio con il link del proprio racconto breve da condividere e con un codice strano (ma allegro!) che si chiama #FridayFlash. In pratica qualcosa del genere:

Hey ti andrebbe di dirmi in sincerità cosa pensi di questo [LINK AL PROPRIO RACCONTO] ? #FridayFlash

Ecco fatto. A questo punto il proprio plico, di quelle che una volta sarebbero state le fotocopie, comincia a girare di twit in twit tra chi è interessato. È una specie di messaggio in bottiglia che da qualche parte arriverà.

Per chi non usa twitter?

Bhe l'importante è iniziare, provare e sperimentare. E poi per esempio leggere l'ottimo libro di Luca Conti: Comunicare con twitter.

E io? Un omaggio alle biblioteche per questo venerdì!

Bhe io penso che dopo tutta 'sta tirata uno non si può tirare indietro per cui puoi scaricare il mio primo racconto per #FridayFlash cliccando qui.

Si tratta di un omaggio alle biblioteche che sono le più attive oggi nelle riflessioni su quel che sta avvenendo nel mondo dei libri in seguito all'avvento degli ebook (c'è anche un googlegroup interessantissimo gestito da bibliotecari a proposito groups.google.com/group/ebook-e-biblioteche).

Elogio degli e-book
Un libro è di chi lo legge. Alcuni commenti:

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Sandro Calliera
Quando ho letto della distinzione tra merce-libro e libro-bene mi sono commosso.
Questo eBook ha il raro pregio di coniugare le informazioni trattate con la dovuta sistematicità con i sentimenti.

Marco Dominici, Chi si interessa di editoria digitale conosce bene Mauro Sandrini e quasi di sicuro ha letto il suo libro diventato quasi una sorta di “cult” [...]. Ma non vi spaventate, Elogio degli e-book è un libro godibilissimo, scritto molto bene e che ha dalla sua non solo la competenza, ma anche tanta passione. Passione per i libri e soprattutto per la lettura.

Alessandro Berio
L'autore offre una appassionata e precisa introduzione al mondo del libro elettronico, partendo dall'esperienza personale e realizzando, nei fatti, un saggio elettronico dal carattere sostanziale e, lasciatemi scrivere, profetico.

Francesco Rigoli
Elogio degli ebook é una dichiarazione d’amore, sostenuta da argomenti validissimi, per la rivoluzione in atto nel nostro modo di rapportarci ai libri. Non è un manuale tecnico, anzi, ma una riflessione fatta con il cuore e con la mente da un lettore appassionato. L’ho letto, e ne sono rimasto affascinato! 

Salvatore Nascarella
Su un punto mi trovo in disaccordo: l'autopubblicazione. Non mi piace il concetto. L'editore (quello serio) lavora sulla selezione del testo, lavora sulla redazione, sulla qualità grafica, sulla leggibilità. Un libro senza editor, senza redazione, senza correttore di bozze, e senza impaginazione (anche ebook) è solo uno scritto. Anche Stephen King che si auto pubblica e vende i capitoli sul proprio sito, immagino abbia comunque dietro un editor ecc., anche se non esplicitato: è necessario per il bene della letteratura stessa, così come per la musica è necessario un produttore. Editori e produttori hanno cambiato alcuni originali, facendone capolavori (es. musicale Brian Eno).

Emanuela Zibordi
L'ho letto con attenzione pur essendo una semplice lettrice perchè a volte si colpevolizza troppo chi sposa la lettura in digitale, prospettando chissà quali catastrofici scenari editoriali. Sandrini mi ha rassicurato. A coloro che mi vedono con l'e-reader in mano e mi dicono: "io non so rinunciare al libro cartaceo perchè mi piace l'odore della carta" rispondo: "io impazzisco per l'odore del kindle e tutto quello che ci sta dietro" ;-)

Eleonora Pantò
Mi aspettavo un libro esclusivamente centrato sui vantaggi dell'autopubblicazione ed invece è stata una piacevole sopresa leggere del rapporto con i libri e con la loro fisicità. Mi sono piaciute molto le espressioni "nicchie di umanita'" e "occasioni di partecipazione", che grazie a un libraio (o librante) competente permettono all'autore e al lettore di conoscersi.

Agostino Quadrino
Bello, chiaro e acuto, soprattutto nella breve disamina dei fattori economici che determinano il cambiamento in atto con gli e-book, ovvero l'abbassamento della soglia d'ingresso per autori ed editori, erodendo potere al capitale e trasferendolo sul lavoro e il talento.

Fulvio Capacci
I libri per bambini non si protranno trasformare in ebook, almeno non quelli per i più piccoli.
Come faranno a tirare linguette, a guardare le immagini e scoprirle al tatto e, cosa più importante, strappare le pagine? Affideresti il tuo ebook a un bambino di 10 mesi?
Forse il futuro delle tipografie può essere qui, anche se molti già da ora li fanno stampare in Cina.

Prisca Cannas
Elogio degli E-book, è un invito a superare ogni resistenza all'innovazione non in nome di una venale economicità, bensì per uno scopo ben più elevato. Con l'e-book la parola scritta, non viene imposta dall'editore o dalla grande distribuzione, facendola diventare quasi informazione da subire passivamente, ma viene più liberamente scelta dal lettore, meglio, viene condivisa dall'autore dando vita a un processo che attua la più grande forma di democratizzazione della conoscenza mai avvenuta finora. 

Maurizia, Cuochisentimentali
Non è un libro tecnico è un libro sull’umanità dei libri, su tutti noi, su quanto ci perdiamo a correre e a teorizzare e quanto poco pensiamo a cosa è importante.
Quello che mi convince è il progetto che c’è “dentro” a questa nascente casa editrice che pubblica libri di persone che si potranno toccare, raggiungere, senza bisogno di agenti e di incontri in libreria, che raccoglieranno il filo rosso e lo scambieranno con i loro lettori… troppo utopica la sua idea oggi in tempi di crisi dei valori? Oppure assolutamente necessaria ?
Non è nel mio carattere "elogiare" , leggetelo ne sarete sorpresi.


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