lunedì 8 novembre 2010

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Torta di ceci con melanzane

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La farinata di ceci è una torta salata molto bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio di oliva.
Come molti dei piatti forti della Toscana è preparata con pochi ingredienti semplici e poveri nati in passato per questioni di necessità ma che nel tempo sono diventati di successo (come anche la pappa al pomodoro, il cacciucco, la panzanella).
La torta di ceci veniva usata come alternativa al pane, in grado di dare sostentamento grazie alle vitamine B e C e al fosforo contenuti nei ceci e nella farina che da questi si ricava e che ne costituisce l'ingrediente primario. Usualmente vengono utilizzati per la preparazione un forno a legna e speciali padelle o teglie preferibilmente in rame nelle quali viene fritta ad elevata temperatura.
Si tratta di un piatto tipico di alcune zone del mediterraneo, specialmente della cucina ligure e della cucina toscana e quindi anche di Livorno, la mia città natale. Vi sono molti luoghi in cui viene prodotta la farinata di ceci in diverse varianti e modi di chiamarla. In costa Azzurra viene chiamata socca termine originario del dialetto nizzardo e mutuato poi in francese. In Liguria il piatto è noto come fainâ de çeixai. In Toscana viene denominata cecìna, a Massa Carrara viene chiamata calda calda mentre a Livorno viene detta torta di ceci o semplicemente “torta”.
Insomma chiamatela pure come vi pare, la cosa importante è che la proviate perché è squisita!!
Se in Toscana si possono intraprendere viaggi attraverso le vie del vino o della cioccolata, Livorno può vantare un percorso tutto suo: le vie della….Torta, dedicato al famoso e antico 5&5 (5 centesimi di pane e 5 centesimi torta di ceci) da accompagnare con un bel bicchiere di spuma, rigorosamente “bionda”. Il percorso “Dammi cinque&5..!” contenuto in un simpatico depliant informativo Comune di Livorno e nel portale del Turismo della Città di Livorno indica i “tortai” con forno a legna della città, costi, orari di apertura e numeri telefonici. E’ tradotto in più lingue e rappresenta un nuovo filone editoriale dedicato appunto alle vie del gusto livornesi riservando spazio anche ad altre specialità di Livorno quali il ponce e il cacciucco.
La torta di ceci come vi dicevo è una torta salata che si consuma da sola, servita in fogli di carta e spolverata di pepe, oppure dentro al pane: il pane di accompagnamento è tradizionalmente una sorta di sfilatino, tipico della zona, noto come francesino oppure schiacciatine rotonde; dentro al pane la torta può essere mangiata anche con melnzane sotto il pesto. Dire "sotto il pesto" a Livorno equivale a dire "in carpione" o "in scabeccio" in altre parti d'Italia.

Ingredienti per la torta di Ceci
Acqua 900 ml
Farina di ceci 300 gr
½ bicchiere di olio di oliva
Pepe
Sale

Ingredienti per le melanzane sotto il pesto
4-5 Melanzane lunghe nere
Olio di arachidi per friggere
Peperoncino fresco
Aglio
Aceto bianco
Olio extra vergine di oliva

Preparazione
Gli ingredienti della farinata sono pochi e semplici: farina di ceci, olio, sale e acqua .
Mettete in una terrina la farina nella classica forma a fontana e versate al centro, un pò alla volta, l'acqua . Mescolate il tutto per bene facendo attenzione ai grumi , fino ad ottenere un composto liquido e omogeneo , che lascerete riposare, mescolando di tanto in tanto, dalle 4-5 ore, fino ad arrivare alle 10 ore, coperto con un coperchio e fuori dal frigorifero .
Trascorso il tempo necessario, è probabile che si sarà formata della schiuma in superficie: toglietela con un mestolo forato. Aggiungete al composto il sale e mezzo bicchiere di olio ; versate il restante olio in una teglia antiaderente (la tradizione prevederebbe il rame o l'alluminio), coprendone tutto il fondo. Versate dentro la teglia il composto di ceci che farete cuocere in forno preriscaldato a 220° per circa mezz'ora fino a quando la farinata non risulti di un bel colore dorato ; dopo, spegnete il forno e accendete il grill fino a quando la superficie della farinata non risulti di un bel colore nocciola (circa 15 minuti). Quando sarà cotta, sfornate la farinata, cospargetela di sale e pepe macinato, tagliatela a quadrati e servitela ancora calda.
Venendo invece alla preparazione della melanzane si parte col tagliare a fette delle melanzane con la buccia nera, quelle lunghe sono le migliori, ma anche le ovali vanno bene. Farle spurgare in acqua e sale per una mezz'oretta (ma se le melanzane sono piccole non è indispensabile). Strizzarle senza romperle e asciugarle.
Pentola con l'olio per la frittura profonda. Calare poche alla volta le melanzane e toglierle appena prima che comincino a diventare dorate. Non fatele abbronzare perchè poi sono immangiabili.
Mano mano che le scolate disponetele in un contenitore possibilmente di vetro o ceramica. Ogni strato di melanzane va cosparso con aglio a fettine e peperoncino a pezzetti e una spruzzata di aceto.
Quando avete fatto tutti gli strati coprite di aceto, chiudete il contenitore e mettete almeno un'ora al fresco prima di papparvi tutta la teglia. Ovviamente più stanno in frigo e più diventano buone (e piccantine).

 
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Tips: Le melanzane sono buonissime anche per farcire panini con prosciutto o fette di roast-beef sottili e salsa verde.

Storia: La torta di ceci ha radici assai antiche: Una leggenda racconta che sia nata per casualità nel 1284, quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia della Meloria. Le galee genovesi, cariche di vogatori prigionieri si trovarono coinvolte in una tempesta. Nel trambusto alcuni barilotti d'olio e dei sacchi di ceci si rovesciarono, inzuppandosi di acqua salata. Poiché le provviste erano quelle che erano e non c'era molto da scegliere, si recuperò il possibile e ai marinai vennero date scodelle di una purea informe di ceci e olio. Nel tentativo di rendere meno peggio la cosa, alcune scodelle vennero lasciate al sole, che asciugò il composto in una specie di frittella. Rientrati a terra i genovesi pensarono di migliorare la scoperta improvvisata, cuocendo la purea in forno. Il risultato piacque e, per scherno agli sconfitti, venne chiamato l'oro di Pisa. Nel quindicesimo secolo un decreto, emesso a Genova, ne disciplinava la produzione, allora chiamata "scripilita".
Molto particolari erano i locali, chiamati "Sciamadde", in cui si poteva gustare questa specialità insieme ad un pasto tipico ed un buon bicchiere di vino.
Clienti abituali delle Sciamadde erano in particolar modo gli artisti ed i letterati, tra cui ricordiamo Fabrizio de Andrè, il quale amava frequentare queste locande.

Curiosità: dall’accostamento tra la torta di ceci ed il pane è nato il tipico nome popolare: cinque e cinque. Questa espressione è nata nella prima metà del XX secolo in cui venivano acquistati 5 centesimi di torta e 5 centesimi di pane.

6 pensieri:

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