Il potere di chi ti circonda: crea il tuo team! PNL e ambiente

14 febbraio, 2012

spacer Se stai con lo zoppo impari a zoppicare!
Me lo diceva già mia nonna prima che imparassi tutte le tecniche evolute della Programmazione Neuro Linguistica… ma d’altronde è proprio da qui che la PNL è nata: prendendo come modelli quelle persone speciali che ottenevano risultati straordinari (un bacio alla mia nonnina che mi guarda da Lassù spacer )!

Oggi vorrei parlarti proprio di questo: il potere dell’ambiente e del team che crei attorno a te.

È inutile: per quanto ti sforzi di pensare o di comportarti diversamente, le persone e le cose di cui ti circondi quotidianamente e con cui passi la maggior parte del tempo finiranno per influenzarti e condizionarti.
L’ambiente ha un potere invisibile che, prima o poi, prende il sopravvento.

Se ne rimane silenzioso e tranquillo e, quando meno te l’aspetti (soprattutto quando hai le difese abbassate), eccolo che ti prende e ti inizia a cambiare.

Qualcuno dice che “ognuno di noi è la media delle 5 persone con cui passa più tempo nella giornata”. Non so quanto sia accurata questa equazione, ma c’è un grandissimo fondo di verità.
Se stai con lo zoppo impari a zoppicare. Sì, questo vale nel male ma fortunatamente anche nel bene!

Primo spunto di oggi: circondati delle persone giuste. Ma cosa significa “giuste”? Significa che con i loro comportamenti e con i loro pensieri ti aiutano a procedere verso i tuoi obiettivi.

Banalmente: se vuoi smettere di fumare… e vai fuori tutte le sere con gente che fuma… in bocca al lupo! All’inizio sei motivato e alleni la tua forza di volontà ma alla prima occasione in cui hai le difese basse (perché magari sei giù di morale) diventa più complesso resistere!
Se vuoi dimagrire… e nella dispensa hai tutte le schifezze di questo mondo (ovviamente solo per offrirle agli ospiti quando vengono a casa tua spacer ), diventa dura resistere nei momenti di “carenza d’affetto” spacer

Come direbbe il mio compagno di mille avventure Coach Pacci “non ti cercare il male come i medici!” e inizia a circondarti di persone e “cose” (cibo ad esempio) che ti aiutino!
Questo significa anche avere vicino qualcuno che, in certi casi, ti metta i bastoni tra le ruote nell’attuare il comportamento che vuoi eliminare.

Le persone che hai attorno ti possono togliere energia e segarti le gambe facendoti cadere a terra… oppure, quando le gambe non ti reggono più, ti possono regalare quella forza di andare avanti.

Novak Djokovic, in un’intervista al termine dell’ultima spettacolare vittoria due settimane fa contro Nadal agli Australian Open (dopo quasi 6 ore di partita), dice: “ho avuto molti momenti difficili, soprattutto fisicamente nel 5° set, quando mi reggevo a malapena in piedi e stavo cercando quel pezzo di energia in più… e l’ho trovato nelle persone che mi supportavano, nel mio staff, nei miei amici e ovviamente nell’energia del pubblico”.

Sì, immagino il concetto ti sia arrivato: l’ambiente è fondamentale

spacer … e devi impegnarti a costruirlo come ti serve! Devi curarlo come se fosse il tuo giardino: le erbacce vanno estirpate e ha bisogno di nutrimento, energia e attenzioni.

Quindi il primo passo è: scegli le persone di cui circondarti!
Lo so, magari starai pensando: “ok Alle, ma io mica posso sempre scegliermi le persone con cui stare”… mmmmmh

In realtà, se vogliamo dirla tutta, nella maggior parte delle situazioni (escludo evidentemente alcuni casi estremi) puoi scegliere in ogni momento con chi passare il tuo tempo.
Solo un ambiente non ci è dato di scegliere: quello familiare. È vero, non lo puoi scegliere ma lo puoi eventualmente educare.

Il resto è nelle tue possibilità… o comunque se non puoi eliminare certe persone del tutto (vedi alcuni colleghi), puoi comunque limitare il tempo insieme a loro oppure scegliere di non farti influenzare da alcuni atteggiamenti o comportamenti che ti infastidiscono: togli potere a quella gente!

Qualche tempo fa qualcuno mi disse che la vita è uno sport di squadra: allora scegliti i tuoi compagni (o comunque la maggior parte) in base all’obiettivo che hai nel tuo campionato. Non li conosci ancora tutti o ne vorresti altri? Inizia a muoverti per estendere il tuo network verso le persone “giuste”.

Chi vuoi nel tuo team? Cosa vuoi che ti trasmetta il tuo ambiente? È troppo importante per lasciarlo al caso…

Oggi, nell’era internet, è ancora più semplice perché hai a disposizione anche i social network che ti possono aiutare: cerca idee e persone che ti danno valore aggiunto su twitter (sai che sono un appassionato spacer ), stringi amicizia con persone “utili” su facebook, ecc. Ricorda che anche questo è ambiente!

Un’ultima nota: ti piacerebbe che il tuo ambiente di lavoro ti desse passione, energia e divertimento? C’è un unico modo: metti passione, energia e divertimento nel tuo lavoro… e vedrai come cambiano le cose. Questo punto lo riprenderemo in un prossimo articolo spacer

Ti lascio con un’intervista da pelle d’oca che ho pubblicato quasi un anno fa sul nostro blog Ekis Sport Coaching e che ripropongo qui perché credo spieghi meravigliosamente il concetto…

Buona visione e buon reclutamento spacer

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Tags: ambiente, coaching, facebook, novak djokovic, pnl, programmazione neuro linguistica, social network, sport, team, twitter
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È seriamente ora di divertirsi! PNL al lavoro e nella vita

7 febbraio, 2012

spacer Amo divertirmi! E lo faccio ovunque posso: con gli amici, con la Noe, durante i corsi di PNL, con i miei genitori e mio fratello… generalmente mi circondo di gente simpatica e con la battuta pronta, amo essere in un clima di questo tipo.

Oggi voglio raccontarti un aneddoto capitato la settimana scorsa sempre durante il public speaking. Eravamo in aula, stavamo lavorando con gli allievi e, casualmente spacer sono scappate un po’ di battute, risate e applausi.

Come ogni tanto capita, dopo qualche minuto entra la responsabile di un corso che si svolgeva nell’aula accanto alla nostra e chiede ai miei assistenti se possiamo abbassare il volume perché stanno facendo una lezione anche loro… da davanti la sala me ne rendo conto e dico ai partecipanti sussurrando “ok facciamo entusiasmo con meno volume altrimenti li disturbiamo” spacer

E fin qui, tutto nella norma.

Al primo break mi avvicina la signora e mi dice “mi scusi se prima sono entrata nella sua aula”, io ovviamente parto con un “si figuri, ha fatto bene a venire a dircelo se vi stavamo disturbando”e qui l’inaspettato…

Lei fa “no, ma quale disturbo, è che noi stiamo facendo un corso si omeopatia ed è noiosissimo… i partecipanti stavano sentendo le risate e gli applausi ed erano frustrati perché voi vi divertivate e loro no.

La mia espressione deve essere stata priceless!

Lo spunto di oggi è questo: non è l’omeopatia noiosa… e neppure la matematica o il diritto o la ex 626 (la sicurezza sul lavoro)… ma è il COME vengono trattate queste “materie”.

Nel dicembre del 1994 per la prima volta mi fu posta questa domanda: lo sai qual è la differenza tra serio e serioso?
All’epoca avevo quasi 18 anni quindi sul mio volto credo fosse dipinto un bel punto interrogativo.
Il trainer del corso continuò: la serietà ha a che fare con l’importanza del contenuto. L’istruzione è una cosa seria, il lavoro è una cosa seria, la famiglia e le relazioni sono una cosa seria…

La seriosità invece ha a che fare con il modo in cui si fanno e si trattano queste cose. Essere seriosi significa avere l’atteggiamento grave, appesantire l’aria che si respira e che si fa respirare a chi ti sta attorno, avere l’aura di ink@$$% addosso tutto il giorno…

STOP! Guarda questo video.

Questo Claudio è un genio, sono morto dalle risate spacer Ha reso quello che in teoria è un annuncio di per sé noioso o comunque “normale”, un’esperienza esilarante!

Be’ a 18 anni distinguevo semplicemente tra professori noiosi e con i quali era vietato fare volare una mosca e professori che invece ti mettevano a tuo agio e lasciavano spazio a una battuta e una risata ogni tanto.
Oggi vedo ambienti di lavoro depressi con persone che timbrano il cartellino e fanno il minimo sindacale (o purtroppo a volte anche un po’ meno…), oppure ambienti dinamici e persone impegnate che si danno da fare per raggiungere gli obiettivi.

La grande differenza che sento è che i primi fanno un lavoro, i secondi, oltre a produrre, si divertono e trasmettono passione! E probabilmente spesso tornano a casa sereni alla sera…

spacer Ma torniamo al public speaking… dopo essermi ripreso dallo shock rispondo alla tipa: “scusa fammi capire: il trainer non potrebbe fare qualche battuta in più e farli ridere o trovare il modo per alleggerire l’atmosfera?”
Risposta: “no, in queste giornate non si può, l’argomento non lo permette!

Ho capito, sono io che vengo da un mondo diverso… nel mio mondo si ride e si impara, si scherza e si impara, ci si diverte e si impara, si gioca e si impara, si fa la battuta e si imparanon si vive seriosamente e si impara… effetto collaterale? Si sta bene spacer

La persona che mi fece quella domanda nel 1994 si chiama Livio Sgarbi e ti assicuro che, da allora, di anni ne sono passati (e di capelli ne sono caduti.. sob!), di sfide ne abbiamo affrontate, abbiamo vissuto unioni e separazioni, momenti magici e momenti molto difficili… ma sempre con il sorriso sulle labbra e la voglia di trovare il lato ironico delle situazioni!

Credo sia questo uno dei segreti del benessere nel nostro ambiente di lavoro in Ekis: amiamo l’ironia, l’autoironia e vogliamo divertirci sempre.

Qualche tempo fa pubblicavo un articolo sulla fun theory e anche il mitico Coach Giuse nel suo blog suggeriva recentemente di creare ambienti felici attorno a te. Leggi questi articoli per prendere qualche spunto in più!

Se invece non hai tempo ora di leggere, inizia ad utilizzare il mantra molto utile che ci suggerisce Richard Bandler. Chiediti: “Am I having fun yet?” (trad. “ho già iniziato a divertirmi?”).
Se la risposta è ancora no, cerca nuove strade e inizia… ne vale la pena!

Buon divertimento spacer

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Tags: atteggiamento, attimo fuggente, divertimento, easyjet, livio sgarbi, pnl, richard bandler, serio, serioso
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Sono fatto così, prendere o lasciare… Lascio! Spontaneità, abitudini e PNL

31 gennaio, 2012

spacer

Sto scrivendo questo articolo durante una pausa del nostro public speaking, il corso in cui insegniamo alle persone come comunicare efficacemente in pubblico.

Stamattina, mentre spiegavo i passi per strutturare una presentazione efficace, una corsista mi chiede: “scusa Alle, ma se seguiamo questi passi nelle nostre comunicazioni, non rischiamo di perdere spontaneità?”.

Domanda molto interessante! Prendo spunto per parlare di un tema che mi è caro: le abitudini. E ci tengo a precisare che non vale solo per il public speaking, il concetto è il medesimo per la Programmazione Neuro Linguistica (PNL), ogni corso che faccio e ogni tecnica che spiego… in realtà credo sia valido in ogni area della nostra vita.

Allargo il concetto per un istante: hai mai sentito frasi del tipo “sono fatto così, prendere o lasciare…” oppure “questo è il mio carattere e quindi non riuscirò mai a…”?

Bene, io non ci credo! Ho capito negli anni che queste sono scuse… Lo so perché le ho usate anche io per un po’ di tempo! E se la usi anche tu, prima te ne rendi conto, meglio è!.

Diciamoci la verità: frasi come quelle di prima sono un modo elegante per non prendersi la responsabilità di fare qualcosa di diverso (e che può metterti a disagio). Come scrivevo qualche tempo fa, molte volte è solo questione di atteggiamento. Ti consiglio inoltre a tal proposito di leggere questo articolo del mio amico Coach Giuse Montanari creatore di www.coachingbreak.com.

Il carattere non è nient’altro che una serie di abitudini che abbiamo condizionato nella nostra vita. È evidente che se ripeti continuamente una serie di comportamenti o pensieri o emozioni, questi ti vengono più spontanei rispetto a quei comportamenti o pensieri o emozioni che non “vivi”.

La spontaneità è conseguenza dell’abitudine. E l’abitudine?

Parlare in pubblico è la mia professione ormai da 16 anni: è facile intuire che mi venga spontaneo seguire i passi di una presentazione strutturata… mi viene spontaneo anche quando sono al pub con i miei amici mentre racconto della vacanza in Africa e di hakuna matata spacer

All’inizio però non era così (e qualcuno lo sa bene spacer ). Ho dovuto allenarmi e, in certi casi, cambiare ciò che allora mi veniva spontaneo ma che magari non era altrettanto efficace.

Bene, ci sono due grandi forze che ci permettono di modificare i pensieri o i comportamenti che non ci piacciono: queste due forze sono la consapevolezza e la volontà.

La consapevolezza è il primo passo per il cambiamento: significa rendersi conto di quel comportamento o di quel pensiero, riconoscerlo, comprenderne le conseguenze, saper identificare quando sta per arrivare.

La volontà è il motore del cambiamento: è il saper dire “basta, quando è troppo è troppo!”, è il prendere la decisione di non giocare più a quel gioco e scegliere di entrare in un altro campionato e di rimanerci.

Se ti serve sviluppare consapevolezza, chiedi aiuto alle persone che ti sono vicine, a volte vedono meglio loro di te… chiedi loro di farti notare quando metti in atto il comportamento di cui vuoi sbarazzarti. Mi raccomando solo di reagire bene e di ringraziarli (senza arrabbiarti)… altrimenti non ti aiuteranno la prossima volta che capita spacer

Se ti serve sviluppare volontà, chiedi invece aiuto a te stesso spacer e inizia ad allenare questo muscolo nelle piccole cose quotidiane, in modo che sia ben tonico quando arriverà il momento di fare qualcosa di importante! Come ti suggerivo qualche tempo fa, crea il tuo propulsion system.

Ti assicuro che questo è un buon allenamento per diventare una persona che fa accadere le cose!

Buon lavoro

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Dedicato a chi si lamenta troppo: PNL e… hakuna matata!

10 gennaio, 2012

spacer Proprio nell’articolo della settimana scorsa scrivevo il mio augurio da mental coach per un anno con poche lamentele e con invece le maniche tirate su
Ed eccomi qui che, appena atterrato in Kenya per una super settimana di relax, proprio mentre scendo dall’aereo, sento una signora sbuffare e ripetere: “mamma mia che caldo… non ne posso già più!”

Caldo? Non ne posso già più? Scusa ma cosa pensavi di trovare in Kenya? I pinguini? spacer
Ed ovviamente ho scoperto qualche ora più tardi che la stessa signora ha la camera troppo distante dal mare, il pesce è troppo cotto, i camerieri sono troppo lenti, la musica troppo forte, le conchiglie troppo appuntite, l’acqua con troppe alghe, in safari ci sono troppi insetti!!!

L’atteggiamento alla lamentela è proprio un’abitudine!

Vorrei approfittare del fatto che sono in Africa per modellare, da buon applicatore di programmazione neuro linguistica, un tipico stile di pensiero di questo luogo. È una sorta di filosofia che sarebbe importante acquisire in alcuni momenti della nostra vita.

Questa filosofia è racchiusa in una famosissima frase: hakuna matata!

Se hai visto il film d’animazione della Disney “Il Re Leone” sai già di cosa sto parlando e ti ricorderai i buffi personaggi che insegnavano la canzone a Simba. Se invece non l’hai visto, ecco qui lo spezzone a cui mi riferisco… spacer

Hakuna matata significa proprio “nessun problema”. Mi ricorda un po’ il take it easy californiano o il più nostrano tola su dolsa.

Attenzione: evidentemente questo atteggiamento portato all’estremo diventa improduttivo perché non ti fa prendere le responsabilità e non ti fa agire. Ma applicato invece come filosofia di sottofondo prima dell’azione mi piace un sacco.

Accade qualcosa di non particolarmente positivo? Hakuna matata e inizio a cercare una soluzione. Quelle persone mi criticano ingiustamente? Hakuna matata e continuo a fare del mio meglio. Ho perso una sfida importante? Hakuna matata e imparo dai miei errori e mi preparo ancora meglio per la prossima.

Credo che il punto principale sia aver fede che prima o poi il vento tornerà a girare a tuo favore, quindi non disperare ma continua a darti da fare. Accetta ciò che è successo, impara quello che puoi imparare, cogli l’occasione per diventare più intelligente, fai tesoro degli insegnamenti: hakuna matata!

Ovviamente tutto ciò dipende anche dal contesto in cui ti trovi: non tutto può essere sempre hakuna matata e, ripeto, il mio suggerimento non vuole essere un “far finta che i problemi non esistano”, anzi… ma credo che vivremmo molto meglio se ce lo ricordassimo più spesso e lo applicassimo nella nostra quotidianità.

E ricordati che l’hakuna matata va sempre accompagnato da un bel sorriso spacer

Quindi allenati da subito. La formula è: hakuna matata + sorriso + azione.

Ora torno in spiaggia a vedere se la signora si è accorta che il lettino su cui stava era rotto… spacer

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Il mio augurio di buon anno! PNL e 2012

1 gennaio, 2012

spacer Prontiiiiiiiii… via! Buon 2012 spacer
Eccoci arrivati finalmente nel nuovo anno. Scrivo “finalmente” perché, a sentire un sacco di persone con cui parlo, il 2011 è stato un anno bello tosto!

Non che dal 31 dicembre 2011 al 1 gennaio 2012 cambino magicamente le cose, ma per molti cambia l’atteggiamento: come se si fosse chiuso un ciclo e se ne aprisse un altro, come se si tirasse una riga e si iniziasse a scrivere un nuovo capitolo… o addirittura, perché no, un nuovo libro spacer Magari si cambia genere!!! spacer

E sai benissimo che quando cambi l’atteggiamento mentale, vai ad attingere a piene mani dalle tue risorse personali (che spesso non usi quando ti senti in difficoltà o in rincorsa). La conseguenza è che i tuoi comportamenti e le tue azioni sono più efficaci e molto probabilmente anche i tuoi risultati inizieranno ad essere migliori.

Parte tutto dall’atteggiamento! Non aspettare che arrivino i primi risultati buoni per cambiarlo… è un cane che si morde la coda. Invece puoi influenzare il tuo atteggiamento subito e i risultati ne saranno una diretta conseguenza!

Be’ se il nuovo anno può essere una scusa/ragione per cambiare l’atteggiamento mentale, per oggi usiamola (ma solo per oggi, altrimenti diventa lunga aspettare il prossimo… e se poi i Maya ci beccano??? Non vorrai mica rischiare, eh? spacer ).

Quindi è vero, l’anno scorso può essere stato tosto, ma per questo nuovo anno ho u

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