L’ufficio dei defunti digitale: il caso Whitney Houston

Pubblicato il13 febbraio 2012 daGiovanni Scrofani

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spacer Esimi Ricercatori ieri si è prematuramente spenta Whitney Houston, al termine di un declino drammatico segnato da grande sofferenza.

La morte di un personaggio ricco, bello e famoso caduto in disgrazia è caratterizzata da una sorta di morboso “ufficio dei defunti digitale”, che si svolge inesorabile, come una sorta di moderna liturgia:

Il primo rito è quello del “Repost del lancio di agenzia”: tutti insieme contemporaneamente si inizia a riportare il link all’agenzia che ha dato la notizia… l’effetto visto da fuori è abbastanza inquietante… milioni di persone che si passano a vicenda la stessa notizia nel disperato tentativo di essere i “primi” e ricevere retweet su Twitter o like su Facebook.

Il secondo rito è quello del “Aggiornamento della Pagina di Wikipedia”: preda del consueto abominevole raptus a suo tempo descritto quando morì Amy Winehouse, i curatori di Wikipedia aggiornano alla velocità della luce il Libro Wikipediano dei Morti.

Il terzo rito è quello del “R.I.P. su Twitter”: in milioni pubblicano varianti in varie lingue della stessa sequenza: “R.I.P. #nomemorto [pensiero a piacere]”… Poiché quella del R.I.P. è un’esca da troll molto utilizzata (se sei un VIP devi essere morto almeno 3 volte su Twitter), appena appaiono i R.I.P. nella comunità inizia a diffondersi il dubbio… “Ma è veramente morto/a?”… Segue macabra riproposizione assertiva del primo rito da parte di qualche Missionario della Verità, atta a definire che si è stati tra i primi a saperlo: “Ecco il link, l’avevo letto su un sito americano bla bla bla”.

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Il cordoglio di Darth Vader

Il quarto rito è quello del “Trolling Meme”: sulle varie cattedrali mondiali del meme inizia a diffondersi il tormentone dissacrante in tutte le sue varianti, spesso di pessimo gusto. Ringrazio l’amico Numero Sei per avermi segnalato il meme di I-I-I-I-I… Su Canv.as si è diffuso questo meme che ritrae (in genere) il volto di un personaggio famoso che urla I-I-I-I-I, nel senso dell’acuto di “I will always love you” del film “Bodyguard”… La cosa forse originariamente era nata come un omaggio, fatto sta che è rapidamente degenerata…

Il quinto rito è quello del “Sito Fondamentalista”: non appena un VIP muore preda della disperazione, c’è sempre un sito fondamentalista pronto a fare a pezzi il personaggio. In Italia abbiamo Pontifex, che, come segnalato dall’amico Benny Contromano, non ha perso l’occasione per sparare sentenze grottesche parlando “in nome e per conto di Dio”, cui segue l’ennesimo flame di indignati che regalano al sito migliaia di contatti… che faranno sicuramente piacere agli amministratori di uno dei siti più pieni di banner pubblicitari di tutti i tempi… Se il messaggio del Cristianesimo è un messaggio di Amore, quelli di Pontifex sono l’Armata delle Tenebre…

Il sesto rito è quello della “Maratona Video su Youtube”: improvvisamente tutti sentono lo spasmodico bisogno di spammare in giro link a spezzoni video, videoclip, canzoni dell’amato defunto. Una sorta di imbalsamazione digitale, atta a mostrare che sui server della Cloud vivrà per sempre incorruttibile.

Il settimo rito è quello delle “Compilation Peer to Peer”: l’ultimo estremo passaggio (solo per i vecchi fan) è quello della ricerca di materiale audio/video nei server canaglia della “Pirateria Digitale”, per arricchire i propri hard disk di qualche terabyte… quasi un epitaffio scolpito nel corpo elettrico dei nostri PC.

spacer L’ottavo rito è quello delle “Foto del Declino”: in contemporanea ai riti summenzionati si svolge quello della diffusione di foto/video amatoriali che ritraggono il VIP nel suo straziante stato di decadimento fisico e psicologico… E’ un fenomeno reso ancora più sconcertante dalla capacità dei media tradizionali di appropriarsi di questi “elementi genuini”… Vista dall’esterno sembra come sei i riti di cui sopra servissero per questo rito finale… Tutto il resto non è che una riproposizione di materiale vecchio e noto, che serve a stimolare i possessori di materiale “interessante” a immetterlo nella Cloud regalando scoop a basso costo a Telegiornali e Rotocalchi.

Esimi Ricercatori, come concludere?

La Morte nella Cultura Digitale è una grande festa carnevalesca. Tutti ridono, scherzano, sgomitano, concionano, rimpiangono… Col solo scopo in ultima analisi di non affrontare i temi aperti dalla dipartita dell’illustre personaggio di turno. I mass media ci hanno sempre inculcato che se non eravamo felici era perché non eravamo abbastanza belli, ricchi e di successo… Poi noi siamo vivi e quelli belli, ricchi e di successo si ammazzano…

Ma nel mondo del digitale non c’è spazio né per l’umana compassione, né per la riflessione… tante vole ci si comporta come dei circuiti stampati, diventando meri strumenti di diffusione attiva dell’informazione. Whitney giace morta nella sua tomba, ma la sua immagine eternamente bella, perfetta, immortale, continua a vivere nei nostri server…

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    Taggato con: Amy Winehouse, Cloud, Facebook, Pontifex, Troll, Twitter, Whitney Houston, Wikipedia
    Pubblicato in: Internet
    33 Commenti “L’ufficio dei defunti digitale: il caso Whitney Houston” →
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      Francesco Sullo

      13 febbraio 2012

      A me è dispiaciuto molto ma non mi andava di fare nulla di visibile. Meglio il silenzio alle volte. E per non sentire ho evitato Twitter e famiglia. Strani tempi, questi

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        Giovanni Scrofani

        13 febbraio 2012

        Anche io mi sono pressoché estraniato dal circolo dei Social Network per un giorno… Forse un piccolo bisogno di sottrarsi alla sovra esposizione…

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      Wish aka Max

      13 febbraio 2012

      Volevo lanciarmi in un pippone tremendo sul rapporto tra questo post e quello dei rettiliani ma (come dicono a Chiasso) “nun me regge ‘a pompa”. L’analisi è eccellente, come sempre del resto. Seguo da un po’ questo sito da lettore, mi complimento per i contenuti, sempre ricchi e mai banali.

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        Giovanni Scrofani

        13 febbraio 2012

        Non posso che ringraziarti, anche se almeno un frammento di pippone potevi donarmelo… Sai quanto amo i Rettiliani spacer

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          Wish aka Max

          13 febbraio 2012

          Guarda che è veramente un pippone…
          Provo a vedere se riesco almeno a darti qualche suggestione.
          La premessa è che negli ultimi decenni il nostro rapporto con la morte è molto peggiorato. Si tende a ignorare il fatto che siamo di passaggio, di fatto asseverando un modello comportamentale che prevede l’immaggggggine come elemento principale di riconoscimento/affermazione. Altra premessa (al limite del banale) è che la morte di qualcuno ci mette sempre di fronte alla nostra, o meglio alla caducità della nostra stessa esistenza.
          Ergo, poiché non siamo in grado (più) di accettarla come un evento luttuoso ma ineluttabile (come avveniva in un lontano passato quando epidemie e guerre erano all’ordine del giorno), è necessario esorcizzarla.
          E allora i riti funebri 2.0 e i rettiliani sono due facce della stessa medaglia, si cerca salvezza in nuove forme di religione/mitologia non più per cercare di dare un senso alla vita, quanto per cercare di dimenticare la morte.

          (te l’avevo detto che era un pippone eh… ) spacer

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        Giovanni Scrofani

        13 febbraio 2012

        Altro che pippone, sono riflessioni che non fanno una piega e che condivido in toto… lo chiamo Paganesimo Digitale…

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      antonio.ficai

      13 febbraio 2012

      Caro Giovanni è immensa la gioia che ho provato nel leggere quanto hai riportato. Hai tradotto in parole il mio pensiero immediato appena ieri mattina è trapelata la notizia, mi hai anche risparmiato la fatica di scrivere questa lista della spesa che avevo messo nel programma delle cose da fare, grazie. Appena è iniziata a passare la sequenza dei post commemorativi sul mio stream ho lanciato alcuni messaggi provocatori in merito e in tanti hanno apprezzato, quindi sappi che non siamo soli spacer

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        Giovanni Scrofani

        13 febbraio 2012

        Lieto di averti risparmiato del lavoro ingrato spacer

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      Marina

      13 febbraio 2012

      Ho letto con interesse il tuo articolo postato da una persona che seguo su facebook. Ho apprezzato l’analisi. Ho fatto alcune delle cose che elenchi. Incredula, ho postato la notizia su fb con un personale ringraziamento ad un’artista che amavo e la cui voce aveva accompagnato momenti importanti della mia vita. Ho cercato dei video delle mie canzoni preferite su youtube e ho postato sempre su fb pure quelli. Ho anche scoperto I look to you, un’ispirata canzone che, nonostante l’ammirazione per l’artista, forse distratta, non conoscevo. Ho fatto tutto questo per ricordare una donna che aveva ricevuto in dono una voce che adoravo e forse sperando di leggere che non era vero, che era ancora viva e che era stato uno scherzo idiota di qualcuno. Quando qualcuno che ha tanto, in dono e per capacità, non ce la fa a superare un momento difficile, provi una compassione infinita e anche una rabbia dentro. Pensi che non ha avuto vicino amici che avessero cura di lei come persona, ma solo individui che in lei vedevano una macchina per far soldi. Volevo far qualcosa per ricordarla e ho scritto il mio personale ricordo di un momento della mia vita legato ad una sua canzone, ho lasciato un messaggio sul suo sito. Come vedi ho fatto molte cose che hai descritto, ma per ringraziarla, per ricordarla e anche per esprimere il dolore per la morte di una donna che ha regalato tanto attraverso la magia della sua voce. Ti assicuro che il suo ricordo, oltre che sui nostri server, vivrà ancora a lungo nel cuore di chi l’ha amata. Dimenticavo, mentre scrivo sto ascoltando alcune delle sue canzoni, da sempre nelle mie playlist… Marina

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        Giovanni Scrofani

        13 febbraio 2012

        Non metto in dubbio l’assoluta buona fede di chi si presta ai “riti funebri digitali”… Il problema è il fine ultimo di tutto ciò… Il grande circo dell’infotaiment ha un solo scopo scatenare queste reazione massive, che producono ricavi sotto forma di click sui banner pubblicitari, vendita di raccolte e merchandising vario… ci hanno educato a sviluppare reazioni massive e collettive per il semplice fatto che producono ricavi…

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