Una, nessuna, centomila Cey

Chi sono? Nonostante la mia tragica logorrea è sempre difficile rispondere a questa domanda, è un po’ come quando ti chiedono “Cosa stai leggendo di bello?” e tu hai un libro nella borsa a tracolla ma vieni colto da un attacco di alzeimer e non ti ricordi più nulla, manco fossero quindici anni che non leggi qualcosa che non sia l’etichetta dello shampoo mentre sei in bagno.

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By the way proviamoci: Cecilia, ventisei anni da poco compiuto, un buffo negozio per animali dove lavora e dove si vendono cupcakes per cani e cappottini fucsia. Genovese, ma lo si capisce solo dalla cantilena e dal braccino corto, trapiantata prima a Milano, e poi, per amore?, provincia a Rozzangeles, giusto perchè ci piace vivere pericolosamente.

Parlo e scrivo troppo. Questo nasce come un blog di cucina perchè il fidanzato non ne poteva più che raccontassi gli affari suoi su internet ed è diventato un blog di cucina dove faccio pipponi assurdi di cavoli miei e suoi lo stesso. Non so fare foto, sono il classico esempio di “Una reflex non fa di te un fotografo”, e soprattutto non so cucinare per fare foto. Noi cuciniamo, io anzi, per mangiare e spesso dalle foto si vede, e anche dalle panciotte. Pazienza.

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Mi piacciono le storie nei blog ed è quello che cerco di mettere anche nel mio, mi piace che oltre a una ricetta ci sia il motivo per cui è speciale, rimarrei ore ad ascoltare quelle ricette.

Mangio troppo prosciutto crudo, che affetto al coltello creando fette grandi quanto una bistecca, mi piace il cioccolato bianco, anche se non è vero cioccolato lo so!, e parlo con un ippopotamo di peluche che si chiama Evaristo e si crede un bambino di cinque anni.

Mi piacciono le sorprese, mi piace farle, penso uniscano la mia sindrome della programmazione tipica dei capricorno, con una certa dose di entusiasmo. Mi piacciono le attese. Penso sempre che ne valga la pena, sempre.

E mi piace cucinare, perchè è rassicurante. Perchè quando fai tutto giusto, quando impasti a dovere, pesi bene gli ingredienti, poi quando ti affacci al forno, chiudendo gli occhi un attimo prima, ti accorgi che tutto è riuscito come doveva, che i muffin hanno davvero quella bella cupoletta che speravi. E’ rassicurante. In cucina se fai la cosa giusta, la cosa giusta succede. Mi fa sentire bene questo pensiero, protetta.

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Già detto che sono logorroica vero?

 

 

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