DONNE E TEOLOGIA: INA PRAETORIUS

La Bibbia con lottica postpatriarcale

di CETTINA MILITELLO
      

   

Non basta fermarsi alla denuncia, bisogna leggere la Scrittura senza gli occhiali aristotelico-androcentrici, ripensando i temi della tradizione, dice la teologa svizzera. Da quando ho scoperto che non un dogma, ma un accompagnamento dellesistenza, lapprezzo di pi.

Ina Praetorius, una teologa svizzera di fede evangelica. Sposata e madre di una bambina, la sua vicenda personale lha condotta fuori dal mondo accademico. Questo non le impedisce di scrivere e operare, tessendo in prima persona le maglie della rete femminista. Rappresenta il femminismo teologico militante, oserei dire "radicale". Lo prova il linguaggio a cui ricorre in questa intervista, come pure lambito della sua ricerca e del suo impegno. In Italia le ha soprattutto prestato attenzione il circolo filosofico-femminista di Diotima, attivo a Verona sin dagli anni 80. Ina Praetorius molto attiva allinterno dellAfert, lassociazione delle teologhe europee, alla cui rivista ha pi volte e in diverso modo collaborato. La conosciamo in Italia anche attraverso alcuni interventi su Concilium. Per lintervista mi sono avvalsa della mediazione di Daria Pezzoli Olgiati, docente nella facolt di teologia dellUniversit di Zurigo, che ringrazio.

  • Come nato il tuo interesse professionale per la teologia?

Provengo da una famiglia evangelica, non molto impegnata nella Chiesa, ma molto legata allarte. Mio padre era architetto, mia madre pianista. Il perch, dopo aver iniziato uno studio di germanistica e anglistica, ho scelto la teologia, rimane anche per me un mistero. Questa decisione sta sicuramente in relazione con il pensiero biblico secondo il quale Dio non ci ama per quello che facciamo, ma per il fatto che esistiamo.

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(foto AP).

  • Non c stata anche la volont di opporsi al modello dominante?

S, sono cresciuta nella Germania del dopoguerra, durante il periodo del "miracolo economico". Labitudine di giudicare le persone secondo le loro prestazioni quantificabili era praticamente onnipresente. Nonostante riuscissi a corrispondere a queste esigenze, tale modo di vivere mi sembrava estenuante.

  • Purtroppo ci accade anche per la teologia...

vero, anche in questo ambito si richiedevano delle prestazioni, ma, stando alla dottrina teologica di riferimento, non potevano essere le prime sulla lista delle priorit e quindi si collocavano al massimo al secondo posto. Questo aspetto dello studio mi entusiasmava allora e mi entusiasma ancora oggi.

  • Cosa motiva il tuo pensiero, e che peso ha avuto lessere donna sulle scelte di studio e ricerca?

Mi interessa collegare la sapienza biblica e la profezia con la mia passione per lagire politico e per il movimento delle donne. Comprendo la teologia sempre meno come una scienza solamente oggettiva, e pi come parte della tradizione profetica, come stimolo, a dire la verit di Dio oggi, qui. Nella mia famiglia era chiaro che si sarebbe studiato. Siccome eravamo due sorelle, non avevamo una concorrenza maschile in famiglia. Solo durante lo studio ho scoperto quello che oggi definisco "lordine simbolico androcentrico", cio un modo sistematico di sminuire il femminile, che non significa solo discriminare le donne, ma instaurare una linea divisoria latente, legata al sesso, che attraversa lordine sociale: tra sfera pubblica e privata, ragione e sentimento, sapere e fede, spirito e corpo. Non lasciare le strutture come sono, ma studiarle, diventata una questione di onest intellettuale.

  • Ci ti ha causato delle difficolt.

S. La mia tesi di dottorato dal tema "Antropologia e immagine della donna nelletica protestante dal 1949" stata rifiutata, senza motivazione, dalla facolt di teologia dellUniversit di Zurigo. Avevo molto apprezzato la facolt come posto di lavoro. Inoltre, al momento del rifiuto, mia figlia aveva appena sei mesi. La mancata accettazione del dottorato ha rivoluzionato i miei piani. Nel 1992 ottenni il dottorato con il medesimo tema a Heidelberg, ma la distanza dallambiente accademico cresciuta. Trovavo insopportabile la coesistenza di una "libert di ricerca" predicata in modo patetico con una censura stretta della critica femminista.

  • Ci vuoi parlare del tuo percorso nella Chiesa e nella ricerca?

Dopo il diploma in germanistica e teologia evangelica ho deciso di mettere laccento sulletica. Nel 1983 ottenni un posto come assistente allIstituto di etica sociale dellUniversit di Zurigo. Qui ho potuto realizzare il mio desiderio di collegare la teologia con questioni politiche, con il pensiero filosofico, con le scienze naturali ecc. Interessante si rivel la collaborazione con altre donne per unetica femminista.

  • Un grande tema degli anni 80.

S, furono pubblicati libri davvero interessanti. In quegli anni ci confrontammo con le opere di Carol Gilligan, Christina Trmer-Rohr, Mary Daly, Beverly Harrison, Carter Heyward. Era assai vivace il dibattito sul lavoro domestico e su molti altri temi. Gli accenti di ricerca dellistituto svizzero erano seguendo il trend la "bioetica" e "letica economica". Cercammo di affrontare entrambe le questioni da un punto di vista femminista. Per esempio un gruppo di teologhe zurighesi partecip nell85 al congresso di Bonn "Donne contro la tecnologia genetica e della riproduzione", in cui furono poste le basi dellopposizione femminista, che ha ancora effetto, contro le biotecnologie moderne nellarea linguistica tedesca. Fu un periodo di apertura stimolante di cui ancora oggi approfitto.

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George W. Bush (foto Reuters).

  • Ma non tutto ha funzionato.

S, nonostante questo, mi sono congedata dalluniversit, stabilendomi in campagna, mi sono sposata, ho avuto una figlia e ho portato avanti il mio lavoro in modo indipendente. Retrospettivamente questo ha rappresentato il modo migliore per continuare a sviluppare coerentemente il mio pensiero, senza dover fare perennemente concessioni alle abitudini accademiche. Alla fine degli anni 80 ho fondato con alcune compagne il gruppo "Projektgruppe Ethik im Feminismus" che oggi si chiama "Weiberwirtschaft". Elaboro il mio pensiero in reti di collaborazione sempre nuove. Nel 2000, su invito delle filosofe italiane di Diotima, ho pubblicato la mia seconda raccolta di studi con il titolo Sulla fine del patriarcato. Attualmente sto facendo esperimenti con il concetto di "etica postpatriarcale sulla tradizione biblica". Da quando nella prassi quotidiana ho scoperto che la Bibbia non un dogma ma un accompagnamento dellesistenza, lapprezzo di pi.

  • Quale potr essere il contributo delle donne nellambito teologico?

Oggi non basta pi riflettere sulla discriminazione. Noi donne abbiamo reso insicure con la nostra critica di base la societ, la Chiesa, listituzione accademica. Adesso non bisogna fermarsi alla denuncia, ma necessario ripensare il mondo partendo da unanalisi chiara dellandrocentrismo che svolge ancora un influsso. Si tratta di un progetto molto ambizioso, che spero sempre pi persone possano identificare come loro compito. Pensare senza critica agli influssi androcentrici noioso; farlo partendo da questa critica stimola le forze intellettuali ed emotive di cui disponiamo. Se viene accettata questa sfida, credo che le teologie e le Chiese potranno trasformarsi in comunit piene di vita e legate positivamente al mondo. incredibilmente affascinante leggere la Bibbia senza portare i soliti occhiali aristotelico-androcentrici e ripensare i grandi temi della tradizione Ges Cristo, Maria, i sacramenti, il peccato, la grazia da unottica postpatriarcale.

  • Come giudichi la situazione politica internazionale e qual il possibile contributo delle donne?

Credo che il patriarcato stia finendo. Non intendo tuttavia dire che stiamo entrando in un periodo armonico. Al contrario: quando non solo persone privilegiate di sesso maschile discutono e stabiliscono interpretazioni e accessi al mondo, ma potenzialmente tutti e sei i miliardi di persone che abitano in generazioni sempre nuove questa terra, la pluralit e quindi i conflitti aumentano. I segni che testimoniano lirrequietezza dei tempi alla fine del patriarcato sono ben visibili: allapice dellAmerica libera sta un despota che vuole falsamente dimostrarsi forte, che non chiaramente eletto dal popolo e che si fa passare per un cristiano pio, mentre le organizzazioni della Chiesa a livello mondiale rifiutano i piani di guerra. Un uomo anziano e debole a Roma si colloca allapice del movimento per la pace, invia diplomatici a Baghdad e si oppone al sacerdozio delle donne. A Timor la gente mangia i Bigmac come protesta contro il governo indonesiano, mentre lEuropa critica accusa la "macdonaldizzazione" del mondo. Se non ci fossero ancora tante persone che soffrono di questi contrasti, guarderei il mondo come un teatro fantastico.

  • Tu ti collochi nellalveo della cosiddetta "Chiesa delle donne". Quali iniziative perseguite?

Negli anni scorsi ho partecipato alla formulazione di tre prese di posizione ufficiali da parte della Chiesa delle donne che si ritrovano nella Eswtr (European Society of Women in Theological Research): "Dio: anche oggi libero e vivo. Presa di posizione della Eswtr sulla parola del Signore in recenti traduzioni della Bibbia cristiane e sullistruzione per la liturgia cattolico-romana" (agosto 2001, www.eswtr.org/home_d.html); "Manifesto delle Chiese delle donne sulla situazione attuale del mondo" (novembre 2001, www.dike.de/hulda/manifest.html); "Dichiarazione di Salisburgo sulla cosiddetta bioetica: per una visione del mondo nella reciproca accettazione" (settembre 2002, www.kath-eb.at/frauenbildung/fberklaerung.htm).

  • Vuoi aggiungere qualcosa?

Se non mi rassicurassi quotidianamente che nonostante tutto la benedizione di Dio garantita al mondo, dove prenderei la forza per esprimermi pubblicamente?.

Cettina Militello
     

Lontana dagli ambienti accademici
RICERCATRICE INDIPENDENTE

Nata nel 1956 a Karlsruhe in Germania, Ina Praetorius (nella foto) sposata con un pastore. Nel 1989 ha avuto una figlia. Dal 1976 al 1983 ha studiato germanistica e teologia evangelica aspacer Tubinga, Zurigo e Heidelberg. Dal 1983 al 1987 stata assistente scientifica allIstituto di etica sociale dellUniversit di Zurigo. Dal 1988 lavora in modo indipendente come autrice e ricercatrice a Krinau nel Cantone di San Gallo, in Svizzera. membro fondatore del gruppo "Projektgruppe Weiberwirtschaft", coeditrice di Wrterbuch der Feministischen Theologie (1991 e 2002). Numerose le sue pubblicazioni, tra cui quattro monografie: Ethik seit 1945 (Gtersloh 1993, 2 edizione 1994); Skizzen zur Feministischen Ethik (Mainz 1995); Zum Ende des Patriarchats. Theologisch-politische Texte im bergang (Mainz 2000); Die Welt: ein Haushalt. Texte zur tehologisch-politischen Neuorientierung (Mainz 2002).

c.m.

   
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