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Rassegna stampa – Multimediale

Federanziani, anziani malati cronici discriminati e senza cure

9 settembre 2011 16:09

Intrage

Anziani malati cronici senza cure. “E’ una triste notizia apprendere che l’80% delle morti per tumore viene osservato in pazienti che hanno più di 60 anni, anche se in ogni caso sappiamo che la sopravvivenza al cancro in questa fascia di età è significativamente inferiore”, commenta Roberto Messina, presidente di Federanziani, plaudendo al ministro della Salute Ferruccio Fazio, per aver riconosciuto che i malati oncologici ultrasessantenni sono discriminati nelle cure rispetto a quelli più giovani. “L’Italia invecchia rapidamente”, avverte Federanziani, e “con fermezza” denuncia che “alla terza età il nostro Paese non riserva attenzioni adeguate alla proporzione numerica degli anziani e al ruolo che questi giocano nella società”. Secondo la federazione, sono circa 8,4 milioni, su un totale di 12 milioni, gli anziani con almeno una patologia cronica, e “la metà di loro non riesce ad avere cure adeguate alla propria condizione clinica. Tanto per fare un esempio, il 12% di quelli con meno di 70 anni non riceve cure per diminuire il colesterolo. Secondo una ricerca effettuata negli archivi Asl 2006/2008 su 440.000 assistiti, il 70% degli anziani della Penisola soffre di almeno una patologia cronica tra quelle più comuni”. Ogni anno, prosegue Federanziani, “150.000 over 65 vanno a ingrossare le fila dei pazienti che hanno subito un infarto miocardico o un ictus. Altri 150.000 scoprono di avere il colesterolo alto, oltre 100.000 si ammalano di broncopneumopatia cronica ostruttiva, 60.000 sviluppano un disturbo depressivo; i nuovi casi di osteoporosi fra gli anziani sono 60.000 all’anno, quelli di diabete circa 45.000. Un esercito di nuovi pazienti che però, spesso, non riceve cure adeguate”, sottolinea la federazione. “Il 12% dei pazienti al di sotto dei 70 anni e il 30% degli over 85, infatti – prosegue Federanziani – non riceve prescrizioni mediche per gli antipertensivi e lo stesso accade per gli antiaggreganti, con il 17% di quelli con più di 85 anni. Pertanto, la popolazione invecchia nel disinteresse parziale o totale in merito alla condizione clinica degli anziani, tanto che non sempre vengono prescritti esami o terapie che potrebbero aiutarli a stare meglio”. “Siamo sempre più trascurati dal servizio sanitario man mano che l’età avanza – sottolinea Messina – Siamo di fronte a un’esplosione di ‘ageismo’, ovvero la discriminazione in base all’età senza che nessuno faccia niente. I medici non ci fanno gli esami e non ci prescrivono i farmaci innovativi o esami particolari nella convinzione che sia inutile, vista l’età avanzata e, dunque, meglio risparmiare eventuali effetti collaterali nocivi”. Sul fronte dei tumori è “necessario – secondo Federanziani – implementare tutti quegli interventi di prevenzione e diagnosi precoce che fino a oggi sono riservati alle persone giovani e adulte, avendo spesso come ‘barriera’ proprio l’età dei 65-70 anni. Questa barriera va abbattuta – chiede la federazione – per offrire alle persone over 65 strumenti validi che possono salvare loro la vita. Perché, per esempio, escludere le donne che hanno più di 70 anni dalle mammografie di screening, se a 70 anni una donna ha una speranza di vita di 15 o anche di 20 anni? Il tumore della mammella, infatti, è molto più frequente a 70 anni che non a 50. E, se identificato precocemente, permette le stesse possibilità di sopravvivenza in una donna di 70 anni che in una più giovane”. Ma, conclude Messina, “se invece vogliamo mandare gli anziani ‘a miglior vita’ per risparmiare denaro, per non pagare le pensioni, fate voi! L’importante è svegliarsi con la coscienza a posto”.

Tags: anziani, cure, federanziani, tumore
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