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Campagna elettorale: passi la polemica, non l'insulto

Mar, 21/02/2012 - 18:33
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La Cisl Scuola accetta le polemiche, non gli insulti. Non si può definire "truffaldino" un accordo che ha dato lavoro stabile a migliaia di precari.

Quello firmato dalla CISL Scuola e da altri sindacati, che ha reso possibile l’assunzione di migliaia di precari, sarebbe secondo il segretario della Flc CGIL un accordo “truffaldino”. Così lo ha definito nel corso di un’assemblea di delegati diffusa in diretta web.

Delle due l’una: o non conosce il significato delle parole che usa, il che sarebbe grave per chi ambisce a rappresentare i lavoratori della conoscenza, oppure lo sa. In tal caso, si assume la responsabilità di esasperare in modo insopportabile i toni della campagna elettorale per il rinnovo delle RSU, sconfinando dalla polemica agli insulti.

Non intendiamo ripagarlo con la stessa moneta, per il rispetto dovuto a un’organizzazione che ha fatto insieme a noi la storia del sindacalismo italiano e che vorremmo più attenta e impegnata nel richiamare i suoi dirigenti a maggior correttezza anche nelle fasi di più aspra dialettica.

Noi preferiamo restare al merito delle questioni; a proposito dell’accordo “truffaldino” varrebbe la pena chiedere a chi è stato assunto a tempo indeterminato se si considera vittima di un raggiro, o se ritiene che il “prezzo” pagato (la rinuncia ad uno scatto che nella maggior parte dei casi si riassorbe in pochissimo tempo grazie alla valutazione del servizio pre-ruolo) sia eccessivo rispetto alla raggiunta stabilità del proprio lavoro. Siamo certi, in ogni caso, che i lavoratori sappiano giudicare il nostro operato per quanto produce, valutando i nostri comportamenti e non la stupida caricatura che ne viene talvolta proposta.

La CISL Scuola ha svolto col precedente governo, come ha sempre fatto e continuerà a fare con qualunque altro, un ruolo forte, determinato e diretto di interlocuzione. Ha sempre scelto di rappresentare così i lavoratori e i loro interessi, assumendone i problemi e cercandone le possibili soluzioni. Proprio la particolare durezza del contesto ci ha spinti ad essere quanto mai ostinati nel rivendicare sedi di confronto in cui far valere la nostra capacità di azione e di proposta. Abbiamo così contrastato rischi alti e crescenti di emarginazione, a cui non saremmo sfuggiti imboccando il vicolo cieco di un antagonismo pregiudiziale, tanto appariscente quanto improduttivo.

Tutti possono valutare, nella loro consistenza e nella loro efficacia, i risultati della nostra azione, quasi sempre condotta insieme alla maggioranza delle altre sigle sindacali: ce ne assumiamo la responsabilità e ne rivendichiamo il merito, pronti a riconoscere quello di chi riuscisse a fare di più e meglio.

In realtà, sugli scatti di anzianità e le assunzioni la stessa CGIL non ha oggi altra via che rivendicare l’attuazione di intese prodotte dall’iniziativa di tutti gli altri sindacati. Cosa abbiano fruttato le sue ripetute azioni di sciopero, sulle cui percentuali di adesione vogliamo sorvolare, attendiamo ancora di saperlo.

Quanto agli accordi che, a detta della CGIL, avrebbero bloccato i contratti e consentito di mettere in campo modelli gerarchici e autoritari di governo del lavoro pubblico, è vero esattamente il contrario. Il pur modesto rinnovo del biennio contrattuale 2008/09 (mentre in altri Paesi le retribuzioni dei dipendenti pubblici venivano addirittura decurtate) nasce proprio dall’intesa del 30 ottobre 2008, che sulle regole della rappresentanza sindacale ripropone, peraltro, gli stessi contenuti di quanto deliberato (esecutivi unitari del 12 maggio 2008) anche dalla CGIL.

Ed è ancora a una nostra intesa, quella del 4 febbraio 2011, che si deve la non applicazione delle contestatissime fasce di merito, così come il rinvio ad una sede negoziale (l’ARAN) del confronto sulle questioni più controverse della cosiddetta riforma Brunetta. Tra queste, anche quelle legate alle prerogative della contrattazione d’istituto, su cui nel frattempo la CISL Scuola non ha mancato di proporre e sostenere, laddove necessario, il contenzioso legale.

Con questi risultati, frutto della sua capacità di agire in modo concreto, positivo e propositivo, la CISL Scuola si presenta al voto e su questi intende misurarsi, in modo serio e pacato, nella campagna elettorale, che non dovrebbe mai scadere in una rissa povera di rispetto e buon gusto. I lavoratori della scuola non lo meritano: per questo ci siamo sempre rivolti a loro, e alle organizzazioni con cui ci confrontiamo, fieri della nostra identità ma senza alcuna arroganza, come ci detta la tensione unitaria che da sempre orienta la nostra azione sindacale. Chiediamo che tutti facciano altrettanto.

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