mercoledì 7 marzo 2012

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Non solo Scrat raccoglie le ghiande...

Nella tasca della mia giacca c’è una ghianda finta (esperti di alberi, perdonatemi e correggetemi!): staziona lì da più o meno un mese, è stata l’ultima ghianda raccolta prima della nevicata. L’ho ricevuta dal più piccolo, con la promessa di tenerla PER SEMPRE. La neve si è posata, accumulata, sporcata, progressivamente ridotta dai bambini che ci giocavano sopra e poi defintivamente sciolta dal sole degli ultimi giorni. Time goes by. Ieri siamo passati, il più piccolo e io in mezzo al giardino vicino alle scuole, e lui si è fermato a guardare il prato verde, ormai. In mezzo al prato qua e là, tante ghiande sparse.
Mi guarda bene, c’è l’hai sempre la ghianda in tasca?
Frugo con le dita, ok, è qui, l’ho trovata.

Pensavo che con la neve le ghiande non ci fossero più… e invece ci sono ancora! Allora non serve tenerla per sempre! Io volevo tenerla per fermare il tempo…
Cioè volevi tenere un ricordo di come era il giardino prima… volevi fermare il tempo nella tua testa con un ricordo… beh, in effetti i ricordi servono un po’ a questo…


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Se un esperto riuscisse a dirci il nome vero... 
tanto è chiaro che non ci sono quercie in zona!
Dato che non ho ancora inventato un qualcosa da mangiare o da bere che fermi il tempo… almeno mi tenevo la ghianda, però questo qulacosa sarebbe solo per le persone, come si fa a far mangiare un prato, se non si trova la bocca?

Sento che la discussione da qui potrebbe prendere una piega che ci porterebbe direttamente in un quadro di Dalì e contemporaneamente in ritardo a scuola… e perciò cerco di correre ai ripari

Un ricordo mi sembra già una buona cosa… sai che il tempo non si può fermare, c’è del bello in ogni momento…
Sì però, nella tua tasca non ci stanno tutti i momenti!

Con l’augurio di essere genitori ed educatori con le tasche piene di ricordi che i bambini ci hanno affidato! E se il tempo non si ferma, pazienza, abbiamo più occasioni per trovare le ghiande...

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Dove stai andando?

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"Che cosa vuoi?" (Mt 20,17-28)










Lui sarà consegnato alla croce.
Loro cercano posti in cui sistemarsi.

Lui è pronto a bere il calice del Padre.
Loro a suo tempo lo berranno.

Seguire Cristo non ci evita ambiguità ed errori di calcolo.

Gesù ci sta conducendo a Gerusalemme,
non a Disneyworld, ma a volte facciamo finta di non saperlo.

martedì 6 marzo 2012

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Il ritratto di Dio

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Vi dono alcuni stralci di un meraviglioso articolo di Alessandro D'Avenia: 
 In una classe elementare c'è una bambina di sei anni che non presta mai attenzione, tranne che quando si disegna. Quando viene il momento di disegnare la bimba è capace di acciambellarsi sul foglio lasciando tutto il resto del mondo fuori. La maestra le chiede cosa stia disegnando e la bambina senza guardarla, ma continuando a disegnare le risponde: «Sto disegnando un ritratto di Dio». La maestra, stupita commenta: «Ma nessuno sa a cosa somigli Dio». La bambina risponde: «Lo saprà fra un minuto».
Questa bambina cerca Dio e lo fa attraverso il suo talento: il disegno. Il resto non le interessa. E lei sa che può riuscire a ritrarre Dio, a dispetto della diffidenza della maestra. Il senso religioso di quella bambina è vivo e autentico. Lei crede, perché crede nel disegnare e nel disegnare pone le domande ultime di ogni cuore umano. Noi siamo chiamati alle domande ultime come quella bambina e troveremo risposta attraverso il nostro disegnare, attraverso quello che siamo e amiamo. Attraverso le cose della terra crederemo e faremo il ritratto a Dio. E scopriremo che era un autoritratto.
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