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Andrea e Senad, italiani di fatto ma non di diritto
di Bruna Iacopino
Se non conoscessimo la legislazione italiana in materia di diritto di cittadinanza questa storia avrebbe dell'incredibile, e invece no, è reale e soprattutto avviene di continuo. Sui giornali di questi giorni è apparsa la strana storia di due fratelli, nati e cresciuti in Italia, Andrea a Senad, iatliani di fatto, ma non di diritto. Non sono italiani, per la legge perchè in Italia non vige lo jus soli, non sono italiani perchè i loro genitori sono bosniaci, perchè hanno perso il lavoro e automaticamente il permesso di soggiorno, e però, non sono neanche bosniaci perchè non sono mai stati registrati all'ambasciata bosniaca. Dunque? Dunque non possono rimanere in Italia, perchè irregolari, ma non possono neanche essere espulsi perchè non hanno nessun paese che li possa accogliere, di fatto apolidi.
Un'anomalia che però colpisce molti ragazzi figli di immigrati, la cosiddetta seconda generazione, e tocca in maniera ancora peggiore gli apolidi.
Di fronte a questa anomalia i due ragazzi supportati dal loro avvocato hanno deciso di correre ai ripari, rivolgendosi direttamente al presidente della Repubblica e alla Corte di Strasburgo.
“Siamo nati e sempre vissuti in Italia – scrivono- sebbene i nostri genitori non abbiamo ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno perché attualmente disoccupati. Ci sentiamo profondamente italiani: abbiamo frequentato le scuole dell’obbligo in Italia, conosciamo usi e costumi italiani e tifiamo il Sassuolo Calcio. In questa specie di carcere ci chiamano “ospiti”, ma noi non siamo né ospiti né intrusi. L’assurdità della nostra vicenda è che non possiamo essere espulsi dall’Italia poiché il Paese dei nostri genitori, la Bosnia Erzegovina, non ci ha mai censiti né sa chi siamo. Così rimaniamo qua, al Cie, a spese del contribuente italiano in attesa di un provvedimento che non potrà mai essere eseguito”.
Il loro avvocato, Luca Lugari ha presentato ricorso presso il Giudice di pace di Modena, chiedendo la liberazione dei due ragazzi e la prima udienza è fissata per il 12 marzo. Per quell'occasione i promotori della campagna L'Italia sono anch'io (forte delle 109.268 firme raccolte per l'iniziativa di legge popolare relativa alla cittadinanza e delle 106.329 per il diritto di voto agli stranieri) gli aderenti alla campagna LasciateCientrare, l'Arci, l'associazione GiùleFrontiere, e i comitati primo marzo, con l'adesione del Pd, hanno organizzato un presidio a Modena, mentre contemporaneamente la rete si è attivata con una petizione on-line “L'Italia è anche Andrea e Senad” e la notizia sta rimbalzando si sito in sito e attraverso i social network
Un'anomalia che però colpisce molti ragazzi figli di immigrati, la cosiddetta seconda generazione, e tocca in maniera ancora peggiore gli apolidi.
Di fronte a questa anomalia i due ragazzi supportati dal loro avvocato hanno deciso di correre ai ripari, rivolgendosi direttamente al presidente della Repubblica e alla Corte di Strasburgo.
“Siamo nati e sempre vissuti in Italia – scrivono- sebbene i nostri genitori non abbiamo ottenuto il rinnovo del permesso di soggiorno perché attualmente disoccupati. Ci sentiamo profondamente italiani: abbiamo frequentato le scuole dell’obbligo in Italia, conosciamo usi e costumi italiani e tifiamo il Sassuolo Calcio. In questa specie di carcere ci chiamano “ospiti”, ma noi non siamo né ospiti né intrusi. L’assurdità della nostra vicenda è che non possiamo essere espulsi dall’Italia poiché il Paese dei nostri genitori, la Bosnia Erzegovina, non ci ha mai censiti né sa chi siamo. Così rimaniamo qua, al Cie, a spese del contribuente italiano in attesa di un provvedimento che non potrà mai essere eseguito”.
Il loro avvocato, Luca Lugari ha presentato ricorso presso il Giudice di pace di Modena, chiedendo la liberazione dei due ragazzi e la prima udienza è fissata per il 12 marzo. Per quell'occasione i promotori della campagna L'Italia sono anch'io (forte delle 109.268 firme raccolte per l'iniziativa di legge popolare relativa alla cittadinanza e delle 106.329 per il diritto di voto agli stranieri) gli aderenti alla campagna LasciateCientrare, l'Arci, l'associazione GiùleFrontiere, e i comitati primo marzo, con l'adesione del Pd, hanno organizzato un presidio a Modena, mentre contemporaneamente la rete si è attivata con una petizione on-line “L'Italia è anche Andrea e Senad” e la notizia sta rimbalzando si sito in sito e attraverso i social network
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