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Business via Social per aziende 2.0. In Veneto. In Italia. Al VEGA Park di Venezia.

Grande inizio di settimana :) Io e i miei prodi “co-workers”, Massimiliano Chiusso (MKT) e Massimo Giacon (Mdesign Lab), in visita al VEGA (Venice Gateway), il Parco Tecnologico Scientifico di Venezia. Per imparare, per raccontarci. Ambiente rilassato, clima frizzante, feeling da working progress. Questo ciò che ho avvertito. Mmmmolto cool. Mmmmolto american. E poi l’incontro… Continua la lettura »

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AT e web: idee per misurare l’impatto comunicativo di un sito

Stati dell’Io, transazioni e profilo delle carezze saranno gli strumenti che utilizzerò per approcciare una possibile applicazione dell’Analisi Transazionale (d’ora in poi AT) per la misurazione dell’impatto comunicativo di un sito web, ovvero per descriverne la “personalità” e capire se l’approccio comunicativo verso i propri utenti target è consono o meno ai suoi scopi e… Continua la lettura »

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Creare un template Joomla! 1.5 e una flash gallery dinamica

Quali sono gli elementi indispensabili per costruire un template per Joomla! 1.5? Attraverso il tutorial mostreremo come costruire il file base index.php, come associargli uno o più fogli di stile, come realizzare il foglio di istruzioni affinché il template venga letto e interpretato in modo corretto da Joomla! 1.5 e infine, una volta installato il… Continua la lettura »

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Internet e i segni-stimolo. In rete giocando al gatto col topo

Umberto Eco sostiene che il comportamento segnico umano consiste di segni-stimolo che suscitano segni-risposta, senza che mai si possa attingere la realtà mentale sottostante, se non, daccapo, attraverso segni. Internet è un mondo costituito da oggetti grafici, parole, movimento; ciò che in semiotica viene indicato come sistema di segni. La presenza di questi elementi crea… Continua la lettura »

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Prova Business via Social per aziende 2.0. In Veneto. In Italia. Al VEGA Park di Venezia. AT e web: idee per misurare l’impatto comunicativo di un sito Creare un template Joomla! 1.5 e una flash gallery dinamica Internet e i segni-stimolo. In rete giocando al gatto col topo

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  • Corsi e tutorial

di Silvia Pittarello

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ago
29

Business via Social per aziende 2.0. In Veneto. In Italia. Al VEGA Park di Venezia.

  • Social meetings I like

di Silvia Pittarello

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Grande inizio di settimana :)
Io e i miei prodi “co-workers”, Massimiliano Chiusso (MKT) e Massimo Giacon (Mdesign Lab), in visita al VEGA (Venice Gateway), il Parco Tecnologico Scientifico di Venezia.
Per imparare, per raccontarci.

Ambiente rilassato, clima frizzante, feeling da working progress. Questo ciò che ho avvertito.
Mmmmolto cool. Mmmmolto american.

E poi l’incontro con Michele Vianello, direttore del VEGA, re nel suo paese delle meraviglie, fatto di web 2.0 e tanto Social.

Nel suo ufficio – due tavole da surf, un modellino d’aereo, uan statuetta di Batman a sorvegliare la situazione e l’immancabile iMac in centro stanza – ci racconta come sta rivoluzionando e internazionalizzando il Parco grazie al progetto Enterprise 2.0.
La mission? Convincere le aziende a provare il marketing in rete e fare business via Social.  Meraviglia :)

Peccato che la maggior parte delle relazioni strategiche e del know how necessari per la realizzazione di progetti del genere sia ancora appannaggio di Milano, con cui Michele e il VEGA stanno ampiamente collaborando…
Mentre il Veneto resta ancora a guardare, a volte inebetito…

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nov
21

AT e web: idee per misurare l’impatto comunicativo di un sito

  • Psicologia e web

di Silvia Pittarello

Stati dell’Io, transazioni e profilo delle carezze saranno gli strumenti che utilizzerò per approcciare una possibile applicazione dell’Analisi Transazionale (d’ora in poi AT) per la misurazione dell’impatto comunicativo di un sito web, ovvero per descriverne la “personalità” e capire se l’approccio comunicativo verso i propri utenti target è consono o meno ai suoi scopi e sovrascopi.
Lo “stroke profile” introdotto da Jim McKenna mi servirà per gli scopi di questo lavoro, convinta che una valutazione degli stimoli applicata ad un sito web potrà fornire uno strumento prezioso per quantitificare i punti di forza o debolezza di ciò che comunica un sito.
 Tengo a sottolineare che l’applicazione pratica di seguito presentata è frutto di un lavoro sperimentale, che necessariamente dovrà essere approfondito, perfezionato e testato.

Idee per misurare l’impatto comunicativo di un sito

I comportamenti delle persone, le norme all’interno dei gruppi di lavoro, la missione e i valori che guidano la politica aziendale di un’organizzazione, le regole, l’atmosfera che si respira, riflettono tutti la cultura di un’azienda. Ciò si manifesta anche nel modo che ha di comunicare verso l’esterno.
Se il mezzo di comunicazione usato è la Rete e in particolare un sito web, esso solitamente rappresenta una riproduzione speculare dell’azienda: ne riflette la cultura e il modo di comunicare. È quindi possibile trattarlo alla stregua di una persona: è infatti, in grado di comunicare messaggi verbali, non verbali, esterni, interni, positivi, negativi, condizionati, incondizionati, e cioè dare carezze e stimolare transazioni… Siamo in Rete, luogo la cui ratio essendi è interazione/transazione.

Analisi discorsive dell’impatto comunicativo di un sito ne esistono, ma spesso non hanno l’efficacia e l’immediatezza del dato quantitativo o di una rappresentazione grafica.
Quanto a strumenti quantitativamente efficaci, la web analysitics è attualmente il più in voga: attraverso azioni di web marketing tipo Pay per Click o Pay per Impression, è in grado di misurare il ritorno di investimento del cliente.
Ma questo non ha quasi nulla a che fare con le capacità comunicative in sé e per sé di un sito.
In altri termini, un sito potrebbe essere un ottimo collettore di clientela, senza per ciò essere un buon strumento di comunicazione… contraddizioni della Rete e potenza della pubblicità!

Resta quindi il problema di come mostrare a colpo d’occhio al cliente, attaccatissimo al proprio sito (ed è sempre così!), che il sito in sé e per sé funziona malamente, o non funziona affatto.
A questo scopo, credo che un ottimo strumento sia la rappresentazione fornita dall’utilizzo del profilo dei riconoscimenti di McKenna.

Jim McKenna, nel suo “Stroking Profile” (1974), ha introdotto uno strumento di misurazione dei riconoscimenti, un grafico che rappresenta e analizza il modo di dare e ricevere carezze. Ha carattere intuitivo, ma può essere essenziale per la visualizzazione/misurazione di come io percepisco me stessa o di come gli altri percepiscono me. Nel caso di un sito, di come un’azienda in rete percepisce se stessa e di come i suoi target percepiscono l’azienda in rete.

Il profilo dei riconoscimenti rappresenta, lungo l’asse delle ascisse, i riconoscimenti sia positivi, sia negativi (dare, ricevere, chiedere, rifiutare di dare) e lungo le ordinate la loro valutazione/quantificazione, espressa in numeri da 1 a 10 o da 1 a 100.
Il risultato è un istogramma che mostra quanto contribuisco/non contribuisco in un’interazione comunicativa, quanto ricevo/non ricevo da un’interazione, quanto chiedo/non chiedo da un’interazione, quanto rifiuto di dare/non rifiuto di dare in una interazione.

Ma prima di vedere come utilizzare questo strumento, cercheremo di capire gli elementi da prendere in esame per delineare un profilo dei riconoscimenti.

Transazioni e Comunicazione

La comunicazione è innanzitutto un atto che avviene attraverso la partecipazione di e con altri. L’atto comunicativo, inteso come partecipazione, assume anche la valenza di un agire, o meglio un interagire. Questo significa interazione.

La transazione è un concetto fondamentale dell’AT.
 Essa è uno scambio qualificato e caratteristico tra due persone o, meglio, tra un mittente che, attivando un proprio stato dell’Io, si rivolge ad uno degli stati dell’Io del destinatario (stimolo Transazionale), e da un destinatario che, a sua volta, reagirà a partire da un proprio stato dell’Io rivolgendosi ad uno degli stati dell’Io dell’altro (reazione Transazionale) secondo le schema stimolo-risposta.

Le transazioni sono l’unità di base del rapporto sociale, caratterizzato, appunto, da una successione di transazioni il cui studio può aiutare a comprendere meglio il fenomeno comunicazione.
 Le transazioni consistono in uno scambio di stimoli che in AT vengono denominati “carezze” (strokes) o “riconoscimenti”.

Qualsiasi transazione è uno scambio di riconoscimenti. 
Il riconoscimento è l’unità di interazione comunicativa che definisce la qualità della comunicazione e induce la stimolazione di un individuo.
Gli stimoli/carezze/riconoscimenti stanno alla base dei bisogni umani e possono essere:
•    verbali
•    non verbali
•    esterni
•    interni
•    positivi
•    negativi
•    condizionati
•    incondizionati
I riconoscimenti rinforzano il comportamento stimolato/accarezzato. 
La conseguenza sul piano delle relazioni è che le persone sono ben disposte a modellare il proprio comportamento in modo efficace per continuare a ricevere riconoscimenti.

La comunicazione tra due individui è uno scambio (transazione) tra stati diversi o omologhi di due Io.
Le transazioni possono essere:
•    complementari
•    incrociate
•    ulteriori
Queste modalità vengono definite nelle tre regole fondamentali della comunicazione di Berne.

Prima regola della comunicazione: transazioni complementari
Una transazione complementare ha la caratteristica di essere prevedibile e, fino a che la transazione rimarrà complementare, non ci sarà nulla nel processo di comunicazione che potrà interrompere il flusso ininterrotto tra S (stimolo) e R (risposta) o, almeno, fino a quando non sarà stato raggiunto lo scopo desiderato.
 I vettori transazionali sono paralleli e lo stato dell’Io a cui la persona solitamente si rivolge è lo Stato Adulto, che risponderà di conseguenza. 
Esistono altre tre possibilità di transazione complementare:
•    da Genitore a Bambino
•    da Genitore a Genitore
•    da Bambino a Bambino

Seconda regola della comunicazione: transazioni incrociate
Una transazione è incrociata quando il dialogo si interrompe prima del raggiungimento dello scopo, a meno che uno dei due o entrambi gli interlocutori non decidano di passare da uno stato dell’Io ad un altro affinché il dialogo possa essere ristabilito.
 I vettori transazionali non sono più paralleli, ma si incrociano e lo stato dell’Io a cui si rivolge l’emittente non è quello che risponde, provocando una reazione inattesa.

Terza regola della comunicazione: transazioni ulteriori
Una transazione si definisce ulteriore quando vengono trasmessi contemporaneamente un messaggio manifesto (a livello sociale o esplicito) e un messaggio nascosto (a livello psicologico o implicito). L’esito in termini comportamentali di questa transazione è determinato a livello psicologico e non a livello sociale.
 Berne sottolinea che se si vuole capire il comportamento bisogna prestare attenzione al livello psicologico della comunicazione. 
Lo si può fare attraverso quello che egli chiama “pensiero marziano” che privilegia l’osservazione dei segnali non verbali utilizzati durante la comunicazione. Li troviamo nel tono di voce, nei gesti, nelle espressioni del corpo e della faccia, nella respirazione, nella sudorazione e così via.
 Ogni transazione, in realtà, ha un livello psicologico (messaggi segreti o nascosti) oltreché un livello sociale (messaggi manifesti). Ma in una transazione ulteriore le due cose non collimano. I messaggi trasmessi dalle parole sono contraddetti dai messaggi non verbali.

Il web come sistema stimolo-risposta

Tutte le relazioni umane avvengono attraverso transazioni, funzionali o disfunzionali che siano.
In un sistema relazionale un mio comportamento A influenza un comportamento B del mio interlocutore, che daccapo influenza il mio, modificandolo. E poi ancora e ancora, in un movimento circolare e processuale insieme, in cui viene aggiunta sempre nuova informazione, o in cui si registrano battute d’arresto a causa di incomprensioni/disfunzioni.

La comunicazione influenza il comportamento e questo è il suo aspetto pragmatico.
Tutti i sistemi relazionali sono, dunque, sistemi di stimolo-risposta in cui ogni attante è ben disposto a modellare il proprio comportamento per continuare a ricevere stimoli, e cioè a restare in comunicazione.

Analogamente accade in Internet. Comunicare attraverso codici diversi (verbali e non verbali o analogici), che sono gli elementi seducenti per la nostra percezione e scatenanti la relazione navigante/emittente, è ciò che avvia il processo di input e di output (transazioni) di cui è fatta la Rete, attraverso semplici click.
Impugnare il mouse e afferrare un oggetto in movimento (percezione aptica in cui la mano vede e l’occhio tocca); essere attratti da un suono in sottofondo che spinge all’azione dello stare in ascolto o in attesa di un evento; percepire elementi verbali di colore diverso ed essere spinti a passarci sopra col mouse (funzione fatica e conativa insieme); esser catturati dal movimento intermittente di un banner che invita ad un click through (che riecheggia il famoso bevimi dell’Alice di Carroll) sono alcuni dei modi in cui avvengono gli scambi comunicativi in Rete. Stimoli e risposte che sono modi di essere e di stare in Rete.

AT e web

Non tutti gli stimoli hanno risposte funzionali. Questo in Rete si osserva continuamente.
Anche nel virtuale, come nella vita reale, ogni comunicazione avviene su due livelli che si influenzano reciprocamente: il contenuto (cosa si dice) e la forma (come lo si dice). Si comunica secondo segnali verbali e non verbali e se il verbale è contraddetto dal non verbale, si ha una incongruenza.

L’AT considera gli stimoli e le modalità del loro scambio come strumenti di diagnosi e di terapia. Essa è in grado di diagnosticare quale stato dell’Io ha provocato lo stimolo transazionale e quale ha messo in moto la reazione transazionale.

Con l’aiuto delle transazioni e delle regole di comunicazione fornite dall’approccio analitico transazionale è possibile, quindi, vedere da quale stato dell’Io proviene il messaggio di un sito, a quale stato si rivolge, che transazione mette in atto, quale risposta vorrebbe ottenere e quale effettivamente ottiene.

Se il messaggio comuncativo di un sito fallisce, è molto probabile che il messaggio scelto induca una transazione incrociata o ulteriore sulle possibili richieste e risposte dell’utente.

Può infatti accadere che un sito sia progettato con il convincimento di restituire, ad esempio, un messaggio di tipo istituzionale/Adulto (stimolo proveniente dalle intenzioni dell’emittente), e che poi si scopra suscitare nel destinatario (il suo utente) una transazione incrociata (lo stato dell’Io a cui ci si rivolge non è quello che risponde: ad esempio un messaggio di tipo genitoriale) o, cosa assai più probabile, ulteriore (il messaggio nascosto ha il sopravvento sul messaggio manifesto).

È chiaro che queste considerazioni devono essere certamente fatte. Ma restano questioni di lana caprina di fronte a qualsiasi “proprietario” di siti, ancorché di cultura medio-alta. Ciò che può aiutare la comprensione di questo sistema credo sia proprio l’utilizzo di uno schema efficace e diretto come mi sembra essere quello porposto da McKenna.

Case history. Analisi del sito dell’Azienda di Promozione Turistica di Venezia www.turismovenezia.it/venezia/

Si tratta di un sito istituzionale, collegato alla provincia di Venezia.
L’aspettativa del suo utente target è quella di un luogo ben organizzato, razionale, forse anche chic, dato che ha a che fare con le attività di promozione turistica di una della città più belle al mondo, ed è emanazione di un’istituzione, la provincia di Venezia. 
Ci si aspetterebbe, insomma, uno stile di comunicazione quantomeno di tipo Adulto-Adulto.

Tuttavia, si rimane delusi non appena si entra in home page. 
Ciò che salta immediatamente all’occhio è la mancanza di cura nella gestione delle immagini, quasi tutte di bassissima qualità. Anche il logo, che esprime l’identità del sito, è sgranato e associato ad un’immagine poco curata. 
Gli spazi non sono gestiti in modo razionale e l’organizzazione delle informazioni è confusa e povera.

Il sito è datato, ma questo non è rilevante. Rilevante è invece l’aspettativa delusa dell’utente in relazione alla capacità comunicativa del sito.
 La transazione che si ingenera è di tipo ulteriore.
Il sito vorrebbe affermare: io sono ok, sono Adulto. Ma i suoi messaggi non verbali  (immagini, organizzazione e stile dei testi) rispondono: io non sono ok.

Qui ci viene in aiuto il concetto di “pensiero Marziano” di Berne: osservando i segnali non verbali del sito se ne coglie la disfunzione tra il detto e il non detto.
Il sito chiaramente è stato progettato in modo non conforme alle aspettative dei suoi utenti target, il che può generare (in me lo ha fatto!) l’utilizzo di un surplus di energia per la decodifica dei messaggi, accompagnato da una certa frustrazione, provocata sia dall’impossibilità di reperire informazioni, sia dal dubbio che insorge sulla loro qualità, vista la forma con cui vengono presentate.

La crezione di un diagramma che delinei il profilo di come viene percepito il sito ha il vantaggio di quantificare ciò che il sito offre e non offre, ciò che si prende e ciò che toglie, quanto lavoro chiede all’utente e quanto non ne chiede, quanto rifiuta o non rifiuta di condividere con l’utente.

Una volta analizzate e quantificate le voci caratterizzanti gli stimoli che il sito induce, meglio se declinati su ogni codice comunicativo del sito (grafica, stile del testo, struttura dei link, suono, navigazione, …), senza dubbio si potrà avere un quadro più reale degli interventi da effettuare per una ristrutturazione o una progettazione che sia adeguata alla sua identità e ai suoi utenti target.

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P.S. Ho elaborato questo scritto alla fine di gennaio e pubblicato per la prima volta oggi in questo blog. Ho voluto verificare che il sito oggetto della mia case history fosse ancora lo stesso di qualche mese fa. Lo è, solo che ne è stato annunciato l’imminente restyling. Io ne sono molto felice. Scommetto che lo saranno tutti i suoi utenti, attuali e potenziali :)

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nov
20

Creare un template Joomla! 1.5 e una flash gallery dinamica

  • Corsi e tutorial

di Silvia Pittarello

Quali sono gli elementi indispensabili per costruire un template per Joomla! 1.5? Attraverso il tutorial mostreremo come costruire il file base index.php, come associargli uno o più fogli di stile, come realizzare il foglio di istruzioni affinché il template venga letto e interpretato in modo corretto da Joomla! 1.5 e infine, una volta installato il template, come creare una galleria di immagini con effetti di transizione tipo flash, leggibile dai motori di ricerca e dagli smartphone.

Organizzato da Joomla! Veneto.
La partecipazione è gratuita per i soci di Joomla Veneto.

Quando
Sabato 27 novembre
Inizio ore 09.30 termine ore 12.30
Inizio ore 15.00 termine ore 18.00

Dove
Amani.it education & information technologies
Via San Crispino, 114
35129 Padova (PD) – Italy
tel 049 772583 – fax 049 772598

Relatore
Silvia Pittarello

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nov
20

Internet e i segni-stimolo. In rete giocando al gatto col topo

  • Filosofia e web

di Silvia Pittarello

spacer Umberto Eco sostiene che il comportamento segnico umano consiste di segni-stimolo che suscitano segni-risposta, senza che mai si possa attingere la realtà mentale sottostante, se non, daccapo, attraverso segni.
Internet è un mondo costituito da oggetti grafici, parole, movimento; ciò che in semiotica viene indicato come sistema di segni. La presenza di questi elementi crea esperienze percettive diverse, e stimoli per il navigante che denotano la complessità del mezzo.

Gli elementi grafici sono insiemi di segni-oggetti, semplici o composti, con proprietà diverse come vicinanza/lontananza, orientamento, similarità, movimento, profondità, colore. La percezione spaziale di un segno-oggetto grafico può essere, ad esempio, distinta tra figure in lontananza e figure in vicinanza. Visive e bidimensionali le prime perché colte nel loro insieme. Tattili le seconde per la facilità nel catturarne i particolari.

I segni-parole, invece, sono artefatti privi di un corpo proprio, e dunque fisicamente non autonomi. La parola “gatto” ad esempio non la vedo prospetticamente, a meno che non la disegni in un certo modo, dimensionando e disponendo ogni lettera in modo diverso.

Consideriamo ora una scena qualsiasi, fatta di oggetti qualsiasi e proviamo a mescolare insieme parole e elementi grafici. Cosa cambia?
Da un punto di vista semiotico, nulla, poiché un’immagine, o in generale un insieme di oggetti, sono essi stessi un segno. Tuttavia cambia moltissimo. C’è infatti qualcosa di speciale nei segni-parole rispetto ai segni-oggetti grafici. Quando una parola viene inserita in un contesto figurativo la scena cambia. I segni e le parole si percepiscono ma non si integrano sulla scena percettiva.

Questo accade perché introdurre parole in un contesto di immagini crea delle discontinuità: i segni-parole coprono ciò che vediamo, e cioè i segni-immagine. Le ragioni di questa discontinuità consistono nella loro diversa natura: mentre gli oggetti in generale hanno un’origine essenzialmente concreta (con tutta la complessità che questo comporta), le parole sono una nostra invenzione, il risultato di un lungo processo di trasformazione e astrazione che ha reso possibile addirittura farle stare al posto degli oggetti.
L’effetto percettivo di discontinuità ha conseguenze sul piano dell’attenzione. I segni-parole manipolano una sce

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