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a cura di Gaetano Quagliariello
con il messaggio di S.E. Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato
Settembre 2007, pp. 206
Nello stesso giorno nel quale il testo della lezione di Benedetto XVI all'Università di Regensburg diveniva il pretesto per insulti, intimidazioni, minacce, violenze, culminate nell'assassinio di suor Leonella Sgorbati, su iniziativa del Grande Oriente d'Italia, alcuni intellettuali italiani, che a gran voce si richiamano alla tradizione "laica", si riunivano per difendere lo Stato italiano dalla minazzia "clericale". Pochi giorni dopo, quando il Cardinale Camillo Ruini esprimeva, a nome dei vescovi italiani, l'indignazione per l'attacco alla libertà d'espressione del Pontefice - ancor prima che alla libertà di religione - e insisteva nel rivendicare il dovere dei cattolici di difendere pubblicamente i principi della loro fede, più d'uno obiettò che il suo intervento si sonfigurava come una violazione del Concordato.
Sono solo gli ultimi episodi che richiamano l'urgenza di una riflessione seria sullo spazio pubblico da assegnare alla religione - si badi bene, non soltanto a quella cattolica - in una fase in cui molte delle certezze del passato (vere o presunte che fossero) subiscono un significativo processo di erosione e, dall'esperienza quotidiana, emergono esigenze nuove.
Da noi, questa riflessione risulta più difficile e delicata che altrove per la complessa eredità della storia italiana recente: pesano ancora, infatti, le vicende dell'unificazione nazionale, il fatto, insomma, che il nostro paese sia stato l'unico grande Stato moderno che si sia foramto contro la Chiesa.
Pesa ancora la lettura superficiale e tutta ideologica che ancora si dà della forma cavouriana "libera Chiesa in libero Stato". In essa è stato visto uno slogan anti-clericale mentre, nella realtà dei fatti, era espressione di un indirizzo "separatista" che riteneva la religione elemento fondamentale del processo di civilizzazione e del ringiovanimento delle istituzioni liberali. All'indirizzo cavouriano si venne progressivamente contrapponendo quel "giurisdizionalismo liberale" (poi divenuto egemone), che richiedeva allo Stato di ricercare per via positiva le sue garanzie contro la temuta invadenza della Chiesa.
Pesa, e ancor di più, la convinzione che i Patti lateranensi del 1929 altro non siano che il momento culminante dell'incontro "organico" tra Chiesa e fascismo. Anche in questo caso la verità è assai più complessa. Perchè la soluzione pattizia maturò lentamente e bilateralmente - dalla parte della Chiesa non meno che da parte dello Stato liberale - a partire dalle novità, dalle esigenze e dalle urgenze maturate nel corso della Prima Guerra Mondiale. Basti, a tal proposito, una sola citazione proveninete da un uomo che in seguito - evidentemente perchè anti-fascista, non perchè anti-cattolico - sarà un oppositore strenuo della Conciliazione. Nel 1922, pochi mesi prima della marcia su Roma, Gaetano Salvemini constatava che "la transazione [fra Chiesa e Stato], guardata con spirito sgombro da sdilinquimenti conciliatoristi e da convulsioni massoniche ritardatarie, non merita nè di essere sospirata come indipendente, nè condannata come dannosa, nè disdegnata come del tutto inutile. E' un frutto che va maturando". E che in seguito - si potrebbe aggiungere - sarebbe maturato nel momento meno opportuno.
Gli Incontri di Norcia non sono un seminario di storia patria. Resta però l'esigenza di tornare su questi temi, al fine di correggere il senso comune dominante. Inoltre, il recupero di questo sfondo storico serve anche a cogliere la novità del nostro tema, che, in qualche modo, emerge dalla confluenza di due eventi epocali.
Indice
Telegramma di S. E. il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato
Messaggio di Risposta
Introduzione
di Gaetano Quagliariello
PARTE I
Fede cristiana e sfera pubblica
di S. E. Cardinale Carlo Caffarra
Chiesa, Stato, religione, politica. E fondamentalismi
del Sen. Marcello Pera
PARTE II
Conservatorismo liberale, tradizioni locali e Concordato
di Pierluigi Barrotta
Riconciliare religione e politica. Il compito di una laicità all’altezza dei tempi
di Sergio Belardinelli
Religione, spazio pubblico civile e politico
di Francesco Botturi
Ragione e dialogo
di Nicola Bux
Il Papa d’Occidente
di Luigi Compagna
Una soluzione comune tra laici e credenti
di Raimondo Cubeddu
Religione e spazio pubblico
di Roberto De Mattei
Il problema della produzione del diritto
di Paolo Maria Floris
Laicità, laicismo, medicina e bioetica: i rischi di una libertà disancorata dalla verità
di Gianluigi Gigli
Religione e fondamentalismo laicista
di Alfredo Mantovano
Bene comune, educazione e politica
di Sergio Martinelli
La Spagna della “Educación para la ciudadanía”
di Ana Millán Gasca
Per una nuova alleanza tra cattolici e laici
di Assuntina Morresi
Dialogo tra modernità e risvegli religioso
di S. E. Mons. Luigi Negri
Il convertito deve morire? L’Islam e la sfida della libertà religiosa
di Giorgio Paolucci
Neoilluminismo e deriva relativistica
di Francesco Perfetti
Istituzione e sinergia nella cura dei beni culturali fra Chiesa e Pubblica amministrazione
di S. E. mons. Mauro Piacenza
La rinascita della religione nella sfera pubblica
di Vittorio Possenti
Etica giudaico-cristiana e sviluppo economico
di Salvatore Rebecchini
Fondamentalismi, maternità e cultura del limite
di Eugenia Roccella
Cosa abbiamo di caro…
di Davide Rondoni
Nuove regole da rispettare
di Luisa Santolini
Utopie della modernità
di Lucetta Scaraffia
Identità, coraggio, educazione
di Paolo Scarafoni
Ragione e politica
di Stefano Semplici
Un ponte
di Giorgio Spangher
Appunti sul rapporto tra religione e poteri pubblici nella Costituzione italiana
di Filippo Vari
Religione e spazio pubblico: quali limiti per quali sinergie?
di Salvatore Vitiello