Un post tardoadolescenziale [perdonatemi]

di camilla il 22 January 2012 internet 7 Commenti -->
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Sono le sei di pomeriggio di un medio pomeriggio di gennaio, sapete, quei pomeriggio né belli né brutti, sostanzialmente inutili ai fini dell’economia globale della vita. Quei pomeriggi che nel ricordo si inanelleranno in una serie di giorni confusi e uguali.

(Chissà se qualcuno ha mai fatto il conto percentuale di quanti giorni sul totale dei giorni della vita vengono ricordati perché è successo qualcosa)

[Ho come l’impressione che se qualcuno facesse il conto di questa percentuale, la media annuale tenderebbe inesorabilmente alla decrescita. Io me ne ricordo tantissimi di giorni vibranti dalla seconda metà degli anni ’90 alla prima dei 2000, poi ho come l’impressione che ad un certo punto tutti i giorni vadano ad accavallarsi in una serie confusa di scrivanie, cieli smaglianti che fuggono verso l’orizzonte, spleen che si infila sotto le finestre (case libri auto fogli di giornale). Sensazioni vaghe e fuggitive che volano via come il panorama dal finestrino. Treni, molto treni. Un trolley ormai troppo piccolo].

Beh, ecco, quello che volevo dire prima di perdermi in queste considerazioni è questo.

Alle sei di sera, apro twitter (è molto bello avere sempre nuove e interessanti forme di distrazione alla mia già di per sé labile concentrazione).

Apro Twitter e trovo questo tweet del mio amichetto del cuore di Twitter (cioè l’unico che mi calcola su Twitter) (Twitter è un posto cattivissimo, mica come Facebook) che dice

sono in treno con @enricobrizzi, se volete gli faccio domande o vi mando dei tweet autografi

— gianluca diegoli (@gluca) Gennaio 18, 2012

(ecco, io ora non ho la soggezione del vip, ma se mi fossi trovata in treno davanti ad Enrico Brizzi e l’avessi riconosciuto, mi sarei liquefatta)

E’ un attimo a ricordarsi dell’esistenza di Alex e Aidi. Per qaunte(i) di voi Alex e Aidi sono stati più fondamentali del tipo seduto al banco dietro di voi che non vi ricordavate come si chiamava fin quando non vi ha aggiunto su FB?  Quante di voi, almeno per una volta non hanno sognato di essere definite “un intero disco di Battisti”?

@gluca Io vorrei un seguito in cui Aidi torna dall’America, si rimette con Alex e viviono per sempre felici e contenti @enricobrizzi

— Camilla Formisano (@drinkpop) Gennaio 18, 2012

 

Io ho passato tutti gli anni del liceo innamorata follemente di un tipo che ve lo raccomando. Per fortuna poi l’ultimo anno cominciai a rinsavire e a vedere la luce fuori dal tunnel, andai in gita a Bologna e un po’ mi innamorai di un altro tipo, sempre che faceva un po’ tutto l’intellettuale e che leggeva Andrea de Carlo e, ovviamente, Brizzi. Quando tornammo dalla gita lui scrisse un Aidi grandissimo sotto il muro della nostra classe. E ovviamente Aidi non ero io.

(poi è successo che mi sono fatta grande e  già al primo anno di università pareva brutto usare come citazione Enrico Brizzi. Putroppo.)

(e nessuno ormai farà più una scritta sul muro per me, o roba del genere. Il masimo del romanticismo raggiungibile da ora in poi sarà una dichiarazione pubblica su Twitter, già lo so).

E’ un attimo a ricordarsi dell’incipit (e stralci interi del libro).

presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio e il vecchio Alex si sentiva profondamente infelice ma in modo distaccato, come se la sua vita appartenesse – sensazione fin troppo tipica e cruda ne convengo – a qualcun altro.

 

Vedete, a 17 gli stupidi pomeriggio di febbraio sembra davvero che dureranno in eterno e che la vita resterà sempre bloccata alle sei di sera. Poi però passano e capisci che per uno stupido febbraio che passa ci sarà sempre un’inutile marzo che arriva e che sei hai un certo “daimon” dentro di te non c’è età e non c’è amore che ti possa salvare da quella voragine che si apre dietro i vetri di certi pomeriggi alle sei di sera.

@gluca Digli che il sequel deve cominciare così: “E così quello stupido febbraio volò via”. Mi darebbe molta fiducia nella vita. Serio.

— Camilla Formisano (@drinkpop) Gennaio 18, 2012

 

(Per tutte le Aidi che non sono stata, per tutte le “Camilla, inutile e triste come la birra senza alcool)

(Ecco ora me lo immagino ad Enrico Brizzi che odia essere riconosciuto solo per quello che ha scritto Jack Frusciante è uscito dal gruppo,  tipo sapete, quei cantanti che fanno il singolo di successo un po’ easy poi scrivono le canzoni impegnate e si scocciano quando tutti li ricordano solo per il loro singolo di successo. Io però ad Enrico Brizzi glielo vorrei dire che del suo libro mi ricordo interi pezzi a memoria e che ancora adesso lo considero un “Grande Romanzo di Formazione” e e che ha influenzato pure il mio modo di scrivere. Mica come quelle stronzate di Paulo Coelho che pure mi leggevo a 16 anni e che ora mi fa molto ridere. Ecco, glielo volevo dire).

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7 Commenti su "Un post tardoadolescenziale [perdonatemi]"

  1. spacer Pamy says:
    22 January 2012 at 15:06

    Io l’ho visto pochi mesi fa Brizzi, a tre metri da me, presentava il documentario sul suo viaggio a piedi “Italica 150″ alla Cineteca qui a Bologna, dalla gente che c’era direi che non rischia di essere ricordato solo come quello di Alex e Aidi. E comunque ha già detto che di Alex e Aidi non ne scriverà più.
    Ce le ho ancora in testa anche io le sue parole, “lo stupido febbraio”, il sentirsi “triste e inutile come una birra senz’alcol” (quante volte!) e “il cielo di Bologna espressivo come un blocco di ghisa sorda” (certi giorni è davvero così!).
    Anche io alla fine delle superiori mi sono imbattuta in uno che credevo potesse essere il mio Alex. Per fortuna mia mi sbagliavo. spacer
    Non voglio essere solo Aidi, voglio essere Aidi e avere Alex, voglio essere un po’ Aidi e un po’ Alex. Voglio il mio disco di Battisti e voglio essere il disco di Battisti di qualcuno, reciprocamente. Se sei solo l’Aidi di qualcuno ma di quell’Alex non ti frega niente, allora lasciamo stare. Chiedo troppo?

  2. spacer rosesandcherubim says:
    23 January 2012 at 09:36

    io sono un’altra per cui jack frusciante è uscito dal gruppo è stato un romanzo di formazione. sento di capire e condividere quello che scrivi.
    (scrisse una che per un periodo, credendodi aidi e pensando di avere di fronte un alex, credeva nel “ti al di là”).
    poi cresci e scopri che non esistono né aidi né alex e tutto sommato forse è meglio così.

  3. spacer eve says:
    23 January 2012 at 11:26

    …e nonostante la mia panza di ormai nove mesi, e il mio essere distratta e confusa non potevo non commentarti perchè sai, ho improvvisamente realizzato che effettivamente quel romanzo è stato così dannatamente importante per me che devo assolutamente farlo leggere a mio figlio, appena potrà. e pazienza se penserà che aveva una mamma stupida e sciocchina e che lo stile lascia a desiderare, ma Brizzi ha influenzato la mia vita, il mio pensiero, le mie azioni, in un certo senso, anche lui.
    Ha influenzato la me di allora e ha contribuito alla me di oggi, perchè la prima volta che ho fatto una cosa da adulta è stato quando sono andata a Galassia Gutenberg, dove lui faceva un reading, e l’ho guardato dritto negli occhi alla fine e gli ho detto “non so quanto tu sia alex, ma di certo io vorrei essere molto aidi, anche se non lo sono abbastanza” e questa frase l’avevo pensata così tanto e così forte che credevo non riuscissi a dirla mai. e invece ce l’ho fatta e lui ha sorriso e mi ha offerto un caffè e il caffè con brizzi è stato il vanto di tutti gli anni a venire, nelle mie amicizie e nella mia vita da aspirante sociologa.
    e quindi, grazie di avermi ricordato di tutto questo e di avermi dato l’occasione di vantarmi anche qui spacer un bacio

  4. spacer gattosolitario says:
    23 January 2012 at 22:16

    Quanti gennai (si potrà mai usare al plurale?), quanti pomeriggi a guardare il sole scendere. Non so perché ho anche io questo ricordo dei tempi passati, di quando mi immaginavo tutto possibile. Poi la vita ti prende, e finisci per confondere i giorni, i mesi, le ore. Tutto sembra uguale pur essendo molto diverso, ci hai mai fatto caso? Ma c’é proprio bisogno di testardaggine ed impegno perché le cose siano diverse. Bisogna reinventarsi ogni volta. Una bella fatica certe volte. Per questo poi arriva lo spleen, ha volta é come se nobilitasse la pigrizia.

  5. spacer bambinaimpertinente says:
    24 January 2012 at 00:32

    l’ho perso. credo. nel senso che, materialmente, non lo riesco a ritrovare più. è da qualche settimana che, a intervalli regolari, lo cerco. che mi sono trasferita in saragozza avenue e mi è venuto voglia di rileggerlo (come subito dopo essere arrivata a bologna, ormai x anni fa). e poi niente, questo post, i molti ricordi accavallati. i primi appuntamenti davanti alla feltrinelli sotto le torri, che quasi non mi sembrava vero che fossi davvero la vita, davvero la mia, fino a che non sono diventati quotidianità, abitus, ma una parte di me rimane sempre lì a pensare ad alex e ad aidi e alla vespa bianca e alla sciarpa colorata.
    e insomma, domani vado e me lo (ri)compro. lì.

  6. spacer Mimmo says:
    24 January 2012 at 17:37

    Ah, Enrico Brizzi, ha anche scritto altra roba? Incredibile.

  7. spacer giada says:
    27 January 2012 at 18:03

    [ho trovato il tuo blog per caso, tramite quello de La stanza di Phoebe]

    …mi hai fatto venire i lucciconi! anche io mi sarei liquefatta a ritrovarmi Enrico Brizzi davanti a me in treno,.. e anche alle superiori sognavo un Alex tutto per me, o di essere un po’ come Aidi.. o un Alex+Aidi per sempre.. altro che andare in America!
    a 17 anni Bologna mi sembrava la città perfetta per un adolescente, probabilemente complici il libro di Brizzi, e questa moda che c’era “al tempo” (’99..mica secoli fa!) che se facevi il DAMS di Bologna eri un gran fico alternativo (alternativo per modo di dire, visto che poi ci volevano andar tutti..)..
    che tempi!
    è bello sapere che non siamo solo io e la mia amica a sapere mezzo libro a memora ^_^

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